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    “MICHELE GUARDÌ E’ MOLTO INVIDIATO” – MAGALLI PARLA DEL REGISTA NELLA BUFERA PER I FUORIONDA CON INSULTI SESSISTI DIFFUSI DALLE “IENE” – “CONOSCO MICHELE E SO COME SCHERZA CON I CAMERAMAN. ALL’EPOCA DEL FUORIONDA FECERO UN COMPACT DISC” – LA VERITA’: UN’OPERAZIONE A FREDDO. I FUORIONDA SONO DI 12 ANNI FA ED ERANO GIÀ STATI USATI DA PIROSO SU LA7 LE POLEMICHE SULLA MISOGINIA LI HANNO RILANCIATI. LA RAI HA REPLICATO CHE CHIARIRÀ SE COMPARIRANNO NOVITÀ RISPETTO A DODICI ANNI FA” - VIDEO


     
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    Maurizio Caverzan per La Verità - Estratti

     

    magalli guardì magalli guardì

    Riciccia un fuorionda di Michele Guardì del 2011. Rispunta ora, dal nulla, e arriva alla redazione delle Iene che lo mandano in onda in loop per stupire i borghesi e dire signora mia, come si comportano certi potentoni della Rai. Un’operazione a freddo. I fuorionda, è noto, sono merce pregiata per colpire, dissacrare, anche sputtanare quando serve.

     

    Guardì va ad aggiungersi alla lunga lista delle vittime.

    «È un personaggio che ha fatto la storia della tv italiana», lo presenta Filippo Roma, nel servizio su Italia 1. Più si eleva il soggetto e più l’esecrazione funziona. Non dovrebbe e non potrebbe, e invece... E via additando e scandalizzandosi di tal comportamento, proprio ora che si parla di «patriarcato, misoginia, omofobia». Una storia già nota e archiviata oltre un decennio fa, trova nuovo propellente nel contesto attuale. Cacio sui maccheroni.

     

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    Guardì è un siciliano di lungo corso. Navigato. Inaffondabile. Ha ideato e diretto programmi come Domenica in, Unomattina, Scommettiamo che? e I fatti vostri di cui è tuttora autore e regista. L’audio è registrato a sua insaputa in momenti di concitazione, durante la diretta non si sa se di una o più puntate dei Fatti vostri, da un collaboratore che voleva denunciare, ma poi lasciò perdere.

     

    Quando Antonello Piroso, dopo essersi cautelato, lo aveva mandato in onda già una decina d’anni fa su La7, qualcuno aveva riconosciuto la voce di Guardì che si sfogava in un concentrato di parolacce e insulti dalla sala regia. Tra i bersagli c’erano Giancarlo Magalli, «cane», e altri collaboratori e comparse: «Levami ‘sto fr… di me…a», «Signorina, sorrida, finga di esistere», e ancora «tr…a», «bag…a». Un florilegio ingiustificabile, s’intende. Espressioni rubate nel climax della realizzazione di un programma, quando si prendono decisioni all’istante, in tempo reale. «Sono cose vecchie, già chiarite», ha replicato senza scomporsi il regista sia alle Iene sia ai siti specializzati che lo hanno interpellato. «Era una serata speciale con dei problemi tecnici, ero un pochino nervoso e in qualcosa ho esagerato. Tutti i destinatari delle mie parole non se la sono presa, ci ho parlato…».

     

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    Lo stesso Magalli ha minimizzato: «Conosco Michele e so come scherza con i cameraman. All’epoca del fuorionda fecero un compact disc. Certo, è esecrabile, certe parole non andrebbero dette mai. Michele lavora da 40 anni in Rai, ha fatto anche quattro programmi insieme e tutti di successo.Ha molto guadagnato, molto lavorato ed è anche molto invidiato».

     

    Dal canto suo, la Rai ha replicato che chiarirà se compariranno novità rispetto a dodici anni fa.

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