Da gazzetta.it
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È una di quelle situazioni che dipende da come le vivi: facile immaginare che prima della partita, al Torino non sarebbe affatto dispiaciuto esordire con un 2-2 sul campo del Milan. Ma per come è andata la partita, i granata escono da San Siro attanagliati dal rammarico e dai rimpianti perché riescono a riconsegnare agli avversari un match che era ormai vinto, facendosi rimontare due gol. La sequenza delle marcature: autogol di Thiaw, rete di Zapata, poi Morata, in gol al debutto, e pareggio rossonero al minuto 95 con Okafor.
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Un epilogo molto severo perché il Toro avrebbe meritato i tre punti, per come ha gestito la partita fino alle amnesie dell'ultimo quarto d'ora. Migliore nell'organizzazione collettiva, nell'attenzione difensiva, nella lucidità nelle scelte. Una squadra apparsa decisamente più avanti dei rossoneri, copia sbiadita del gruppo capace lungo le settimane estive di piegare City, Real e Barcellona. Un Milan sottotono, lento e impacciato, con poche idee e le solite amnesie difensive. A cui aggiungere l'imprecisione di Leao sottoporta: dilapidate due palle gol pulite. Le partite però durano come minimo 90 minuti e in questo caso il recupero del secondo tempo era di otto: imperdonabile, per gli uomini di Vanoli, aver staccato la spina proprio nel momento cruciale. Al Milan il merito di averci creduto fino alla fine, e nulla più: il resto è da dimenticare.
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