DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, spero di non lasciarmi fuorviare dal fatto che sono un italiano che non si dà pace del destino di Bettino Craxi, di un ex capo del governo che negli ultimi cinque anni della sua vita non poté mettere piede in Italia, se ti dico che in questo dolorosissimo momento della morte di un padre della patria quale Giorgio Napolitano, io reputo Craxi e Napolitano contigui nell'essere due italiani l'uno e l'altro indispensabili nell'aver creato il meglio dell'Italia odierna, dell'Italia europea e democratica, dell'Italia lontanissima dalle fanfaluche del Novecento, l'illusorietà della primazia del comunismo in primis.
Sì, sì, entrambi hanno contribuito in maniera decisiva nell'allontanare dal nostro comun vedere l'illusorietà di quella visione fanatizzante della politica e della società, ed è stata la conquista più importante della nostra storia recente.
Nessuno di loro due lo poteva far meglio, nessuno dei due lo ha fatto meglio. Craxi col dirsi uno che dell'anticomunismo ne faceva una questione primaria e che questo suo ruolo lo ha interpretato tutta la vita e lo ha pagato caro. Napolitano con l'essere un italocomunista, ossia un comunista di una razza molto speciale del Novecento e che di quella razza s'è comunque tolto via via una particella dopo l'altra fino a diventare un politico che a fargli una radiografia del "comunista" non avrebbe svelato nulla.
E seppure lui fosse uno che ancora nel 1956 scriveva (non credo ci credesse) che i carri armati sovietici avevano apportato il bene a Budapest, è diventato uno di cui l'Italia aveva bisogno come del pane pur di restare unita, cauta, rispettosi gli uni degli altri, vigile delle comuni regole europee, remota da qualsiasi fanatismo ideologico, figurati da quello secondo cui pur di rappresentare il proletariato ne potevi fare di cotte e di crude. Ve lo immaginate un Napolitano che recita una qualsiasi delle litanie che giustificavano il comunismo reale, quello che ovunque sia stato applicato ne ha massacrati a decine o centinaia di migliaia?
Beninteso la differenza tra i due personaggi resta, eccome. Craxi ci andava a petto in fuori, proclamava, alla bisogna ululava, doveva cercare soldi dappertutto pur di competere con quelli che i soldi li prendevano dall'Urss e ci sono negli archivi sovietici le ricevute che un ex comandante partigiano comunista firmava quando riceveva le valigette zeppe di dollari, e i nostri alleati americani lo sapevano di quelle valigette e la loro preoccupazione maggiore era che non fossero dollari falsi che avrebbero nuociuto alle quotazioni della loro moneta.
giorgio napolitano e enrico berlinguer
Napolitano non aveva bisogno di tutto questo finimondo, camminava passo dopo passo, diceva a Enrico Berlinguer che era sbagliato far valere che i comunisti erano "moralmente" superiori a tutti gli altri, che le regole della democrazia repubblicana erano valide per tutti e che non c'era che da osservarle scrupolosamente. Ci credeva a tal punto in queste regole, che si prestò una seconda volta a fare il Presidente di una Repubblica democratica e pluralista.
Chi meglio di lui ha cancellato l'opzione del "comunismo" dalle opzioni reali di un Paese moderno e vivibile? Chi? Sì o no la pensava esattamente come quell'altro padre della patria, Craxi appunto, morto dopo un intervento chirurgico in Tunisia in cui uno dei medici indirizzava la torcia a vedere meglio quello che davvero stavano cucendo e ricucendo?
giorgio napolitanoenrico berlinguer e giorgio napolitano
GIAMPIERO MUGHINI
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