burt young

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI COSÌ PERDIAMO ANCHE BURT YOUNG, 83 ANNI, IL PAULIE DELLA SAGA DI ROCKY, MA ANCHE IL CURLY (RICCIOLO) DI “CHINATOWN”, IL PIG PEN DI “CONVOY”, UNO DEI CARATTERISTI ITALO-AMERICANI PIÙ FAMOSI DI SEMPRE, PICCOLO, GRASSOTTELLO, CON LA FACCIA FURBA, SEMPRE UN PO’ SPORCO, MA CAPACE ANCHE DI DIMOSTRARE GENTILEZZA, SENTIMENTO - PREPARATISSIMO, IMPOSTATO DA LEE STRASBERG A TEATRO E POI PASSATO AL CINEMA, È STATO ATTIVO FINO ALL’ULTIMO, GIRANDO QUALCOSA COME 169 FILM, TRA FILM PER IL CINEMA E FILM PER LA TV… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

Burt Young

Così perdiamo anche Burt Young, 83 anni, il Paulie della saga di Rocky, lo interpretò per ben sei volte, ma anche il Curly (Ricciolo) di “Chinatown” di Roman Polanski, il Pig Pen di “Convoy” di Sam Peckinpah, uno dei caratteristi italo-americani più famosi di sempre, piccolo, grassottello, con la faccia furba, sempre un po’ sporco, ma capace anche di dimostrare gentilezza, sentimento. Attivo sia in America che in Italia in ruolo, quasi sempre, di mafioso, boss o semplicemente italo-americano di Brooklyn.

 

sylvester stallone e Burt Young - rocky

Preparatissimo, impostato da Lee Strasberg a teatro e poi passato al cinema, è stato attivo fino all’ultimo, girando qualcosa come 169 film, tra film per il cinema e film per la tv, non facendosi negare partecipazioni eccellenti a serie famose come “Baretta” (venne nominato per un Emmy) o “I Soprano” come Bobby Baccalà Sr, diventando amico di grandi registi come Robert Aldrich e Sam Peckinpah o di attori come James Caan, con il quale ha girato ben quattro film o Peter Falk o Eli Wallach. Dopo aver interpretato un piccolo ruolo con Sergio Leone in “C’era una volta in America” fu Ciro Ippolito a chiamarlo in Italia come uno dei protagonisti, assieme a Eric Roberts e Eli Wallach” della serie tv “Donna d’onore” nel 1990. Un ruolo che gli aprì parecchie porte nel cinema italiano.

 

Burt Young

Nato nel Bronx nel 1940, ma non con questo nome, ha un passato un po’ misterioso che non ha mai voluto chiarire del tutto. Il padre era un venditore di ghiaccio che poi diventò insegnante. Viene arruolato come marine a 16 anni, tra il 1957 e il 1959. “Questa è l’ultima cosa legale che ho fatto per dieci anni”, dirà in un’intervista degli anni ’70. “Ho fatto un mucchio di cose che non posso riferire”. Fa mille mestieri. Di sicuro a un certo punto è costretto a lasciare New York e finisce a Nantucket.

Burt Young

Poi torna a New York a 28 anni. Sembra che in quegli anni si sia anche mosso nel pugilato agonistico, ma non col nome di Burt Young. A un certo punto, a Corona, nel Queens, dove abitava e lavorava, si fa chiamare Dick Mora, e fa da amico/manager a pugile chiamato Bobby Cassidy. Si vantava, ma è tutto da verificare, di aver fatto anche lui il pugile. Che il suo manager fosse stato Cus D’Amato, lo stesso di Floyd Patterson e del Mike Tyson degli inizi. Si vantava anche di aver sfidato per il titolo dei massimi a Toronto il pugile George Chuvalo nel 1960.

sylvester stallone e Burt Young - rocky

 

Di certo saranno state le sue storie sulla boxe a renderlo fondamentale come Paulie per Sylvester Stallone che lo vorrà a suo fianco nel 1976. A metà degli anni '60 si mette con una barista che voleva frequentare i corsi per attori di Lee Strasberg all’Actor’s Studio. Gli scrive una lettera non sapendo neanche se Lee Strasberg fosse un uomo e una donna. Ma la sua lettera, dove racconta tutto quello che ha combinato in quegli anni fa colpo, perché Strasberg lo chiama a casa sua. Non pensa che possa diventare un attore, ma gli permette di frequentare i suoi corsi. Così diventa attore di teatro off-Broadway e inizia a farsi un nome.

Burt Young

 

 “Burt era più un tipo che un attore", dirà anni dopo Strasberg, “Per lui è stato difficile. Se aveva qualcosa dentro, lo doveva smuovere. E’ stato quando ha messo del carattere nel suo tipo che è diventato un attore. Ha un tipo di gentilezza che è straordinaria”. Inizia il cinema nel 1970, con un altro nome, con una particina nell’horror “Carnival of Blood” di Leonard Kirtman, un film girato in due settimane e mezzo. Si riscrive anche il suo ruolo. E si vantava di non averlo mai visto.

Burt Young

 

Ma è già un solido caratterista di grande presenza, col nome di Burt Young, nel bel film di Ivan Passer, sempre del 1970, “Il mio uomo è una canaglia” (“Born To Win”) con George Segal, Karen Black e Paula Prentiss. Nello stesso film, come nel successivo “La gang che non sapeva sparare” di James Goldstone, una commedia sui mafiosi italo-americani con Jerry Orbach, Lionel Stander, troviamo assieme a lui anche un giovane Robert De Niro. Ma tutti e due hanno un ruolo maggiore già nel film di Goldstone. Burt Young è Willie Quarequlo. Lo troviamo anche in “Rubare alla mafia è un suicidio” di Barry Shear con Anthony Quinn e Tony Franciosa.

Burt Young

Incontra James Caan nell’ormai lontano “Un grande amore da 30 dollari” di Mark Rydell, dove recita con Eli Wallach. Seguono grandi titoli, come “Chinatown” di Roman Polanski, dove è Curly, ma la sua scena migliore venne tagliata al montaggio perché confondeva la logica narrativa del film (“L’hanno tagliata, ma hanno fatto bene”). O “Killer Elite” di Sam Peckinpah con James Caan e Robert Duvall, “Balordi&Co” sempre di Rydell con Caan, Elliott Gould e Michael Caine, “The Gambler” di Karel Reisz con Caan. E’ già un noto caratterista quando lo chiama Stallone per il ruolo di Paulie in “Rocky” nel 1976.

 

La produzione dice che non ci sono molti soldi, ma Burt Young accetta di corsa, pensando che sia una grande occasione. Infatti, gli arriverà già nel 1976 una nomination agli Oscar e i sei film di Rocky che girerà ne faranno una star e gli daranno la popolarità che gli serviva per arrivare fino ai giorni d’oggi lavorando ininterrottamente. Gira ottimi film tra la fine degli anni ’70 e i primi ’80, “Ultimi bagliori di un crepuscolo”, “I ragazzi del coro” e “California Dolls” di Robert Aldrich, “Convoy” di Sam Peckinpah come Pig Pen.

 

sylvester stallone e Burt Young

Ha anche modo di scrivere la sceneggiatura di un film che lo vedrà protagonista, “Uncle Joe Shannon” diretto da Joseph C. Hanwright, dove interpreta un musicista depresso e, per una volta, non il solito italo-americano comico. Leone lo vuole in “C’era una volta in America” nel 1984, ma è più interessante il suo ruolo di Beg Bud Eddie in “Il papa di Greenwich Village” di Stuart Rosenberg. Prima di partire per l’Italia con “Donna d’onore”, chiamato da Ciro Ippolito,  lo vediamo in “Ultima fermata Brooklyn" di Uli Edel con Jennifer Jason Leigh.

 

 In Italia lo troviamo a più riprese, in “Terra bruciata”, sorta di mafia-western di Fabio segatori con Raoul Bova e Bianca Guaccero, “GoGo Tales” di Abel Ferrara, “Carnera” di Renzo Martinelli. Gira davvero di tutto negli anni successivi, ma non vediamo grandi film. Meglio come Bobby Baccalà Sr in una bella puntata de “I Soprano”

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