coppia senza figli

QUELLO CHE NESSUNO DICE ALLE DONNE OVER 40 SENZA FIGLI - ''SONO TRE ANNI CHE HO SMESSO DI PROVARE AD AVERNE. QUANDO I TUOI AMICI DIVENTANO GENITORI E TU NO, NON C'È UNA MAPPA DEL TERRITORIO IN CUI TI STAI MUOVENDO. SMETTONO DI VENIRE ALLE TUE FESTE. TI INVITANO AI LORO INCONTRI, CHE SONO UNA NOIA PER TE - LAMENTARSI DEL RUOLO DI GENITORI E' SOCIALMENTE ACCETTABILE, LO E' MENO GONGOLARE PER LE VACANZE, IL RELAX A CASA, I SALOTTI ORDINATI CON I SOPRAMMOBILI FRAGILI. NON VOGLIO FIGLI, EPPURE…''

 

Questo post è stato pubblicato su HuffPostUsa ed è stato tradotto da Milena Sanfilippo per www.huffingtonpost.it

 

 

Anni fa, durante un affollato aperitivo dopo il lavoro, una mia amica indicò un uomo con il figlio sulle spalle. "Perché mai uno dovrebbe portarsi il figlio al bar?", si chiedeva meravigliata la mia amica. "Già", dissi. "E perché mai uno dovrebbe farlo, un figlio?"

La mia battuta fu accolta da una risata. Le mie amiche single si avvicinavano ai trenta e i bambini sembravano proiettati in un futuro lontanissimo. Io i trenta li avevo superati da poco, ma avevo divorziato di recente e iniziavo a pensare di non volere figli – di certo, non in quel momento ma forse anche mai.

 

senza figli e felici

Eppure il ticchettio del mio orologio biologico si era fatto più forte, abbastanza da sovrastare anche la musica salsa su cui ballavo diverse volte a settimana. Tra i 41 e i 43, ho provato a restare incinta del mio ragazzo, Inti. A parte scegliere un padre adatto e togliere il dispositivo intrauterino, non mi sono sforzata più di tanto. Nessuna visita ginecologica a parte il controllo annuale. Nessun termometro, nessuna app per il monitaroggio dell'ovulazione. Per un po' mi sono limitata a tener traccia del mio ciclo senza troppi pensieri, lanciavo un'occhiata perplessa a Inti una volta al mese, e dopo il sesso tenevo le gambe sollevate in aria. Ma poi è passato un anno, e il mio ciclo era così regolare che non dovevo neanche aprire il test di gravidanza.

 

Sembra triste, vero? Lo è – ma solo un po'. Se fosse stata una situazione disperata, se io fossi stata il tipo di donna che si sente incompleta senza un figlio, l'avrei gestita in modo diverso.

Le amiche che desideravano figli, e che non riuscivano ad averne col metodo tradizionale, hanno fatto tutto ciò che è necessario quando succede e hai dei soldi a disposizione. Queste amiche, sposate e single e più giovani di me hanno preso ormoni, si sono fatte rimuovere i fibromi, hanno provato con la fecondazione in vitro. Hanno incontrato potenziali donatori di ovuli/sperma, hanno scelto il donatore più adatto. Hanno valutato l'adozione; hanno adottato. Negli ultimi anni, in un modo o nell'altro, hanno tutte avuto figli.

madri stressate

 

E potrei farlo anche io, mi dicono. Ma io ormai non ci provo più e non voglio ricorrere alle stesse misure estreme, e quasi non so motivare questa scelta se non concludendo che forse potrei non volerlo "abbastanza", un figlio.

Non ho un modello o un percorso da seguire che possano aiutarmi ad affrontare la cose. Non ho fatto tutto ciò che era in mio potere per diventare madre, ma la maternità mi angoscia ancora. Ho il terrore dei baby shower, immagino il dolore che proverò durante le prime visite al nuovo arrivato. È difficile perché io voglio un figlio, e quindi sono invidiosa; ma è difficile anche perché la nuova vita da genitori delle mie amiche mi sembra un tradimento. Sì, un tradimento.

 

Tutti quegli anni senza figli che abbiamo condiviso sono un ricordo lontano. La libertà di andare a ballare nei giorni feriali, quei messaggi con cui t'invitavano all'aperitivo la stessa sera. Tutto il tempo passato ad apprezzare quello stile ti vita, a portarlo avanti insieme; cosa rappresentava per loro, se poi lo hanno stravolto con tanta decisione? Lo so, lo so; siamo entrate in quella fase della vita. Dobbiamo andare avanti. Nessuna di loro mi aveva promesso di non aver figli per sempre.

Mi sembra giusto. Ma in un certo senso pensavo che avremmo continuato a confrontarci dalle sponde opposte delle nostre diverse scelte di vita.

 

famiglie con molti figli

Quando i tuoi amici diventano genitori e tu no, non c'è una mappa del territorio in cui ti stai muovendo. Smettono di venire alle tue feste ("non sono riuscita a trovare una baby-sitter, scusa"). Ti invitano ai loro incontri, che sono una noia per te, zeppi come sono di bambini che potrai anche trovare adorabili e divertenti lì per lì, ma che non ami, non nel modo in cui ami le tue amiche almeno. Quegli incontri non prevedono un lasso di tempo abbastanza lungo per infilarci una conversazione profonda.

 

Da genitore, comprendi questa nuova realtà. Alzi gli occhi al cielo, ma lo capisci: la vita ora è questa qui. Ma se i figli ti fanno allontanare da me, io accuso il colpo. È così e basta. So che sono intelligenti e bellissimi, ma sono bambini. A me piacete voi, amiche, non questi mini-umani così esigenti.

 

Lamentarsi del ruolo di genitori è socialmente accettabile. Ai genitori è permesso rimpiangere la libertà perduta. Hanno il permesso di dire che sono a pezzi, troppo occupati e con troppe notti insonni sulle spalle. Possono lamentarsi del caos che regna in casa loro e incolpare i figli. E poi – come per placare qualsiasi senso di colpa – hanno il permesso di dire che, tuttavia, non lo scambierebbero con niente al mondo, sottolineando quanto felice e luminoso sia tutto quel caos, quanto sia prezioso.

 

Per chi figli non ne ha, è meno accettabile socialmente gongolare per le vacanze appena fatte, per le nostre serate di relax a casa, per i nostri salotti ordinati con i soprammobili fragili in bella mostra sui tavolini.

famiglia con figli

Se ci entusiasmiamo per un'attività che i nostri amici genitori non possono più fare, e lo sappiamo, siamo dolorosamente consapevoli del loro sguardo di disappunto, del loro giudizio che ci bolla come poveri illusi solo perché cerchiamo di trovare un senso in occupazioni che non prevedono una famiglia. Certo, in apparenza potranno anche invidiarci una tale libertà – quale mamma non vorrebbe una pausa dai suoi figli per starsene al mare una settimana intera? Ma un simile edonismo potrà mai essere all'altezza del miracolo chiamato maternità? All'altezza degli adorati portatori di gioia che sono i loro figli?

 

coppia senza figli

Neanche a dirlo, non c'è gara. È questa la carta vincente di tutti i genitori: possono paragonare le due cose, hanno già provato entrambe le opzioni; sappiamo tutti che per quanto un genitore possa lamentarsi fino alla nausea, non scambierebbe suo figlio con niente al mondo.

Vedete? I genitori vincono sempre.

Eppure, io ancora non desidero dei figli così tanto da ricorrere a misure eroiche. Non m'interessa che ne vale la pena, come mi ripetete, e non mi interessa di quanto sia dolce, sveglio e morbidoso il vostro bambino. Da qui, essere genitore appare ancora come un peso, perlopiù. È difficile per me fingere di non trovarla una cosa aliena e incomprensibile. La mia vita è molto diversa – e lo è perché voglio che sia così (il più delle volte). Mi piace sul serio non avere figli. Tanto. Vivo la vita avventurosa e libera che i genitori responsabili ritroveranno solo tra vent'anni.

jennifer westfeldt

 

E m'impegno seriamente nel coltivare le miei passioni: inseguo il sogno di essere una scrittrice freelance, di costruirmi un'attività come writing-coach, impiegando tutto il tempo che serve per costruire ricordi significativi. Passare intere serata in casa a leggere sul divano con le luci soffuse, il tè che fuma sul sottobicchiere, il fidanzato impegnato al computer.

Perciò cosa fa una donna di mezza età, senza figli, quando i suoi amici diventano padri e madri? E come si comporta un neogenitore con gli amici senza figli? Gli amici che ancora organizzano aperitivi last-minute, che desiderano passare del tempo solo con te, che non si propongono come baby-sitter?

 

kim cattrall

Siamo tutti adulti: possiamo restare amici nei grandi cambiamenti della vita, possiamo farcene una ragione. Mi sto abituando al mio ruolo "ridimensionato" nella vita degli amici genitori. Trascorro più tempo in compagnia degli amici senza figli o genitori part-time (divorziati).

Sono passati tre anni da quando ho praticamente rinunciato alla maternità, e anche se io ed Inti non prendiamo misure anticoncenzionali, non mi rattristo più quando arriva il ciclo ogni mese a ricordarmi, ancora una volta, che non sono incinta. A 46 anni, conosco le mie possibilità. Ogni tanto, al compleanno di un nipote o dopo aver passato una serata a coccolare il bimbo di un'amica, il dolore e il senso di vuoto mi avvinghiano e minacciano di non lasciarmi più andare. Ho paura che, un giorno, rimpiangerò la mia scelta.

La rimpiango ora. Non la rimpiango affatto. È complicato.

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ellen degeneres