Francesco Viviano per “la Repubblica”
PINO MANIACI
Chiedeva, e avrebbe ottenuto, “contributi” e posti di lavoro in cambio di una linea morbida della sua televisione nei confronti di alcuni sindaci del Palermitano. Con queste accuse, Pino Maniaci, giornalista e direttore di Telejato di Partinico (Palermo), una tv di frontiera antimafia, è finito sotto inchiesta. È iscritto nel registro degli indagati della Procura di Palermo con l’ipotesi di reato di estorsione.
Un’accusa gravissima per un personaggio che, da anni, dalla sua tv conduce battaglie contro la mafia e il malaffare. L’ultima, quella contro la gestione dei beni confiscati alle cosche in cui sono coinvolti l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto (sospesa dalle funzioni e dallo stipendio dal Csm), altri tre magistrati e l’amministratore giudiziario, Gaetano Cappellano Seminara, tutti indagati per vari reati e costretti alle dimissioni.
PINO MANIACI
Diventato un’icona dell’Antimafia, conosciuto e intervistato da decine di televisioni italiane e straniere, da anni Pino Maniaci è sotto tutela a causa delle numerose minacce che ha subito. Auto incendiate, aggressioni, lettere e telefonate intimidatorie e l’uccisione dei suoi due cani trovati impiccati nel giardino adiacente alla sede della sua emittente televisiva che dirige dagli anni ’90.
Adesso è finito sotto inchiesta quasi per caso. È stato più volte ascoltato e intercettato dai carabinieri nell’ambito di altre indagini. Nel corso di queste conversazioni sarebbero emerse le accuse. Per gli inquirenti Maniaci avrebbe ottenuto favori in cambio di una “linea morbida” della sua emittente nei confronti dei due amministratori comunali. Avrebbe fatto assumere dal Comune di Partinico la sua compagna, che avrebbe ottenuto un contratto a tempo determinato per alcuni mesi e, una volta scaduto, avrebbe continuato a ricevere compensi che sarebbero stati pagati personalmente dal sindaco di Partinico, Salvo Lo Biundo.
PINO MANIACI
Dalle conversazioni intercettate sarebbero emersi altri elementi a carico di Maniaci che avrebbe ottenuto dal sindaco di Partinico e da quello di Borgetto, Gioacchino De Luca, finanziamenti sotto forma di pubblicità per la sua emittente televisiva. I due sindaci, interrogati da carabinieri e magistrati, avrebbero fatto delle ammissioni.
Gli inquirenti avrebbero espresso anche qualche dubbio in relazione ad uno degli ultimi atti intimidatori che Pino Maniaci avrebbe subito nel dicembre del 2014 quando due suoi cani, un pastore belga ed un setter che vivevano nel giardino della sua emittente televisiva, furono avvelenati ed impiccati. Per gli investigatori non si tratterebbe di una intimidazione mafiosa ma sarebbe legata ad una vicenda privata. In passato Maniaci ha subito atti intimidatori come l’incendio della sua automobile ed una aggressione da parte del figlio del boss di Partinico, Vito Vitale, capo della omonima famiglia mafiosa del paese nei confronti della quale TeleJato ha realizzato numerosi servizi televisivi.
PINO MANIACI
Altra inchiesta che Telejato ha condotto quella, appunto, sui beni confiscati che hanno infastidito Silvana Saguto. Il magistrato incredibilmente sapeva che nei confronti di Maniaci era stata avviata un’inchiesta da parte dei suoi colleghi della Procura.
Nelle conversazioni intercettate tra Saguto con i suoi familiari, con l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo (indagata per concussione nell’inchiesta sui beni confiscati) e con l’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara, si parla spesso dell’inchiesta su TeleJato. «Se questi (i pm di Palermo, ndr) si spicciassero a fare le indagini che stanno facendo,noi non avremmo bisogno di fare niente (contro Maniaci, ndr)» dicono al telefono. In un’altra conversazione l’ex prefetto Francesca Cannizzo chiede alla Saguto: «Ma che tempi abbiamo per TeleJato? ». La Saguto risponde: «Ha le ore contate ».
PINO MANIACI