Estratto dell’articolo di Roberto Saviano per il “Corriere della Sera”
la prima immagine di matteo messsina denaro dopo l arresto 2
E dopo la cattura di Matteo Messina Denaro cosa succederà? In realtà non ha importanza rispondere a questa domanda perché tutto il peggio, il grave, l’irrimediabile sta già accadendo ed accade. […]
Nel 2021 Banca d’Italia evidenziò che il giro di affari dei cartelli mafiosi valeva circa 38 miliardi di euro all’anno che sono ben più di 100 milioni al giorno. Cento milioni al giorno che movimentano e investono. Ma se a questo dato si aggiunge ciò che aveva già dichiarato la Direzione nazionale antimafia nel 2020 tracciando un patrimonio derivante dal narcotraffico di 400 miliardi di euro solo in Italia, comprendiamo che stiamo parlando di un’economia in continua espansione e che alimenta e sostiene l’economia legale. […]
roberto saviano
I grandi affari in gioco continueranno a crescere, come la legge 104 che ha dato, spesso senza controllo, valanghe di denaro a imprese edili in molti casi diretta emanazione dei cartelli mafiosi (ma di tutto questo avremo prove solo negli anni, ora abbiamo solo indizi) […]
Ma torniamo a Messina Denaro: ora cosa succederà dopo di lui? Beh diciamo che è rischioso considerarlo solo un capomandamento con molto carisma: nessun uomo d’onore «semplice» capomandamento di provincia potrebbe gestire la massa di capitale che gli è stato attribuito dalle procure antimafia nel corso dell’ultimo decennio (nel 2007 individuati 700 milioni di euro, nel 2010 sequestrati beni per 1,5 miliardi di euro, nel 2018 sequestrati 1,5 miliardi di euro). [...]
MATTEO MESSINA DENARO ENTRA NELLA CLINICA LA MADDALENA 1
Tutte le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia raccontano di Messina Denaro come di un capo che non metteva bocca nelle decisioni delle famiglie, lasciandole libere. «U Siccu» ha gestito i propri senza rendere conto a nessuno, proprio perché non chiedeva ad altri di rendere conto. Cosa nostra così ha perso struttura, unitarietà dopo la cattura di Provenzano, ultimo erede del verticismo corleonista; Messina Denaro non ha cercato di governare come avevano fatto i suoi padrini ma ha governato con l’ossessione di intervenire il meno possibile, cosa che spesso ha mandato allo sbando l’organizzazione lasciando le famiglie palermitane e quelle della provincia senza piani condivisi.
Cosa nostra ha pagato la sua visibilità, l’estrema riconoscibilità dei suoi capi dopo la scelta stragista. Le altre organizzazioni continuano a sfruttare la sostanziale minore attenzione mediatica che nell’ultimo decennio è comunque aumentata rispetto al passato. […]
arresto di matteo messina denaro 1
Ci si chiede adesso: chi sarà il successore di Matteo Messina Denaro? Ci sono diverse ipotesi, chi riuscirà a ricostruire la piramide dell’organizzazione. Seguendo la visione sclerotizzata dell’ultima Cosa nostra sarebbe designato Giovanni Motisi,«’U Pacchiuni», il chiattone, perché, benché faccia parte del mandamento Pagliarelli che non ha alcun peso in questa fase, la sua storia criminale potrebbe garantirgli i gradi per diventare capo.
È stato in uno dei «gruppi di fuoco» di Riina e, seppur dal 1998 non si abbiano sue notizie, l’essere stato un fedelissimo del capo corleonese gli attribuisce la mitologia giusta per poter essere riconosciuto leader. L’altro nome che viene molto citato è quello di Stefano Fidanzati, ma la Cupola, o quello che ne rimane, non darebbe mai il vertice dell’organizzazione a un uomo d’onore che è stato un narcotrafficante senza capacità di mediazione e comando politico.
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Stiamo parlando di uomini, maturi, tutti sopra i settanta anni: dimostra che Cosa nostra risente di una struttura organizzativa ricalcata sulle dinamiche del nostro Paese: i vertici affidati a persone anziane, lentezza decisionale, utilizzo solo di vecchi canali, incapacità di rinnovarsi e di vedere nuove possibilità di alleanze strategiche.
E soffre ora mancanza di affiliazione, se paragonata alle altre organizzazioni, che dispongono di una quantità molto maggiore di soldati. Camorra, ’ndrangheta, società foggiana sono in grado di essere molto snelle e di strutturarsi in forma liquida. […]
Cosa nostra, invece, appare come un pachiderma monolitico distrutto dalla burocrazia del controllo interno voluta dai corleonesi: si è progressivamente consumata, soprattutto negli ultimi anni. Ma siamo tutt’altro che vicini alla sua estinzione.
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Ad oggi, Cosa nostra sul piano del narcotraffico è sostenuta dagli storici alleati: in Campania i maranesi (Marano di Napoli) che sarebbero i Nuvoletta-Polverino, che pur essendo in Campania non sono camorristi ma mafiosi, e che continuano a essere i grandi fornitori di hashish e marijuana per diverse famiglie del territorio siciliano. E poi le famiglie calabresi, storicamente alleate ai corleonesi, i Commisso, i De Stefano-Tegano. Ma in realtà tutto (o quasi, se escludiamo le famiglie siciliane con base in Sudamerica) il narcotraffico che passa per le mani di Cosa nostra ormai è egemonizzato da un’OPA — si direbbe nel linguaggio finanziario — dei calabresi. […]
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