Lettera di Pierluigi Panza a Dagospia
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Il “vecchio al volante” ha suscitato lo sdegno social degli smanettoni: “fermatelo”! Può essere corretto fermarlo o meglio, come ha dichiarato il sindaco, “ci sono i controlli per capire”… ma se c’è una generazione che, genericamente parlando (ovvio che ci siano eccezioni) guida male è proprio quella dei nativi digitali, dei millenial dei venti-trentenni di oggi. E ci sono ragioni culturali e pratiche che spiegano il perché del pericolo costante che essi creano.
I ragazzi anni Settanta e Ottanta, condizionati da film, romanzi e canzoni dell’epoca (ricordate “viaggiare a fari spenti nella notte per vedere come va a finire”, di Battisti?) vedevano nel guidare l’auto uno dei simboli di emancipazione. Si guidava di nascosto dai genitori già prima dei 18 anni ed era un vanto prendere la patente “da privatista”.
Le auto di allora erano assai più difficili da guidare: in alcune dovevi fare ancora la doppietta per cambiare marcia! Per loro, diventando adulti, la guida è andata sempre semplificandosi. Inoltre, sono stati abituati ad avere un’auto propria, magari scassata ma che conoscevano perfettamente nelle reazioni, e abituati a guidarla quotidianamente per andare al lavoro. Per loro, guidare e respirare è quasi lo stesso.
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Pei i venti-trentenni di oggi (quelli che chiedono lo stop al nonnetto) è tutto il contrario, per questo guidano malissimo. L’auto non è più un mito e molti di loro, fatta la scuola-guida dove passano tutti, se possono evitano di usare l’auto e, certamente, quotidianamente prediligono altri mezzi. Imparano a guidare su auto facili e ottengono la patente dopo pochi chilometri di corso: questo li rende impreparati a percorsi o situazioni di difficoltà (i fari spenti, il ghiaccio, un tempo le marce che non entravano ecc…).
Vivono con il telefonino in mano e non smettono di messaggiare mentre guidano o si fermano al semaforo: ciò è molto pericoloso poiché la guida richiede un impegno esclusivo. Ovviamente usano il telefonino come navigatore e ciò crea ulteriore distrazione. Non mettono mai la freccia, aspetto grave, specie se guidi un suv poiché quello dietro non vede niente. Molti usano l’auto in sharing: ma questa non è la tua auto, non ne conosci le reazioni e ciò rende la guida meno sicura in quei pochi chilometri.
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Molti usano l’auto poco, proprio se non c’è altro mezzo, e quindi non hanno esperienza e chilometri alle spalle. Il risultato, in genere, è che non tengono mai la destra (che è obbligatorio da regolamento stradale), sono tutti sulla corsia centrale nelle autostrade a tre corsie perché hanno timore di incontrare un camion da superare, vanno piano non per prudenza, ma perché sono distratti dal cellulare, trovandosi spesso ad avanzare distrattamente nel centro della strada senza mai guardare il retrovisore! Di fatto, guidando e facendo sempre, intanto, qualcos’altro, indifferenti a cosa sta avvenendo intorno a loro.
PIERLUIGI PANZA
Non è detto che il nonnetto sia più pericoloso di loro per gli altri.
PIERLUIGI PANZA