L’ODIO È PER SEMPRE – SPARISCE PER VENT’ANNI POI TORNA E CERCA DI UCCIDERE IL FRATELLO A COLTELLATE A SELVA DI VAL GARDENA
Luigi Ruggera per www.corriere.it
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Ivo Rabanser resta in carcere per pericolo di fuga e di reiterazione del reato. Lo ha deciso martedì il giudice per le indagini preliminari di Bolzano Emilio Schönsberg, che ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per l’uomo di 42 anni che era stato fermato dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio, a Selva di Val Gardena nella notte tra sabato e domenica scorsi.
IVO RABANSER ACCOLTELLA IL FRATELLO
Mistero sul movente
Rabanser si era introdotto, senza preavviso e senza esserne autorizzato, a casa del fratello Martin e della cognata Monika, in strada Piciulei a Selva, aggredendo entrambi: ad avere la peggio era stato Martin, colpito con diverse coltellate e operato d’urgenza all’ospedale San Maurizio di Bolzano per curare una ferita vicina ad un polmone.
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Ora Martin è ora fuori pericolo, ma resta comunque ricoverato in ospedale. Sua moglie Monika era stata invece dimessa subito dopo essere stata medicata, in quanto aveva riportato solo delle ferite leggere.
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Ivo Rabanser si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha quindi voluto dare una risposta ai tanti interrogativi sulla vicenda, ad iniziare dal movente, che resta per ora oscuro.
Gli ultimi 20 anni
Il tentato omicidio appare ancora più indecifrabile se si considera che l’aggressore era fuggito di casa oltre vent’anni fa e che da allora non aveva praticamente più avuto alcun contatto con i suoi familiari, i quali avevano anche cercato di rintracciarlo tramite degli appelli al programma televisivo «Chi l’ha visto?».
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Martedì si è saputo che in tutti questi anni Rabanser aveva vissuto nel Nord Italia, prima a Milano, dove era riuscito a mantenersi lavorando per associazioni che offrono assistenza a persone in difficoltà, e poi a Verona, dove avrebbe lavorato come manutentore di campi da tennis, stando a quanto ha dichiarato lui stesso.
IVO RABANSER
Di recente Rabanser era però rimasto senza lavoro ed era quindi probabilmente alle prese con delle difficoltà economiche. Rabanser è difeso dall’avvocata di fiducia Mara Uggè, sostituita in udienza dal suo collega Marco Boscarol: «Credo che in questa vicenda andrà approfondito il tema del disagio personale del nostro assistito — spiega Boscarol — e quindi non escludiamo che in futuro si possa chiedere una perizia psichiatrica per accertarne le capacità di intendere e di volere».
Gli avvocati di parte civile, che rappresentano cioè Martin e sua moglie Monika, sono Nicola Nettis ed Ernest Cuccarollo: «Martin è fuori pericolo» confermano i due legali.