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    ROBERTO POLETTI E I SOLITI SOSPETTI: “NON SONO IL MEGAFONO DI SALVINI MA DELLA GENTE CHE LAVORA…” – "FORSE SCONTO CHE NON HO UNA VISIONE ROMANOCENTRICA, CHE VENGO DAL NORD. A 16 ANNI ME NE ANDAI VIA DI CASA PERCHE’ VOLEVO FARE DI TESTA MIA. I MIEI MI AVEVANO DETTO QUELLA E' LA PORTA E IO SONO USCITO E NON SONO PIU' TORNATO. HO ANCHE DORMITO SULLE PANCHINE PER NON DARGLIELA VINTA..."


     
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    Laura Rio per “il Giornale”

     

    poletti poletti

    Su di lui si è scatenato l' inferno. Quando è circolata l' indiscrezione che sarebbe diventato conduttore di Unomattina Estate, sui quotidiani è cominciato il fuoco di fila di politici e giornalisti contro il suo approdo in Rai. «Il biografo di Salvini messo dal vice premier nella tv pubblica», è la cosa più simpatica scritta su di lui. Tanto che la sua candidatura è vacillata. Ma la direttrice di Raiuno Teresa De Santis l' ha voluto a tutti i costi e, alla fine, non solo l' ha spuntata, ma lo ha confermato anche per la versione invernale del programma mattutino.

     

    Così Roberto Poletti è apparso in video a metà giugno a dare il buongiorno agli italiani, fra ricette per i peperoni e tasse da pagare. Lui che fino a poche settimane prima andava in giro per le piazze italiane per aprire il microfono alla gente che urlava la sua rabbia nelle trasmissioni Mediaset condotte da Paolo Del Debbio. Giornalista cresciuto a Radio Padania, Telelombardia, Antenna 3, autore di Salvini&Salvini.

     

    poletti salvini poletti salvini

    Il Matteo-pensiero dall' A alla Z, deputato eletto con la Federazione dei Verdi nel 2006, incarna il salvinismo dal volto umano, insomma tutto ciò che secondo il ministro dell' Interno dovrebbe essere un anchorman vicino «al popolo che lavora», il contrario dei tanti «intellettualoidi stile Gad Lerner o Fabio Fazio» che fanno venire l' orticaria al capo della Lega.

     

    Dunque, Poletti, dopo le polemiche divampate sui giornali, ci si aspettava di vedere su Raiuno un mostro trinariciuto pronto a lanciare fuoco e fiamme. E invece?

    «Invece il pubblico ha trovato un giornalista tranquillo che si pone come obiettivo di fare il mediatore, di parlare il linguaggio della gente, di tradurre il politichese, sia di destra che di sinistra, per le persone comuni».

     

    E che ha deposto le armi da sobillatore...

    «Mi sono proposto di imparare uno stile diverso di comunicazione per lanciare un messaggio positivo, per raccontare l' Italia che ce la può fare, dando voce a quegli italiani che tutte le mattine si alzano, si rimboccano le maniche e portano avanti veramente questo Paese».

     

    poletti poletti

    Che cosa rispondi a chi attribuisce il tuo approdo in Rai all' amicizia con Salvini?

    «Che si può anche pensare che la mia amicizia con Salvini non c' entri nulla. Che nella scelta ricaduta su di me c' entri il fatto che conosco una certa parte del Paese che non era rappresentata nella televisione di Stato. C' entra magari anche il fatto che non ho una visione romanocentrica, che vengo dal Nord... Insomma non sono il megafono di Salvini, ma il megafono della gente che lavora e che, forse, non è capita o non più capita dalle forze politiche che hanno governato il Paese fino a poco tempo fa».

     

    Hai parlato con il vice premier del tuo passaggio alla tv di Stato?

    «Figuriamoci: io ho parlato solo con il direttore Teresa De Santis. La conosco da tempo, da quando lei era alla Camera e si occupava di relazioni istituzionali e io ero deputato, capogruppo in Commissione cultura».

     

    E come sei stato accolto a Unomattina visto come eri stato dipinto?

    poletti poletti

    «In un primo tempo alcuni avevano dei pregiudizi, giustificati dalla grancassa iniziale, ma poi si sono ricreduti. Ho trovato una grande squadra preparata, rodata e attenta che mi ha preso per mano».

     

    A tuo favore gioca l' essere un po' dissacrante, giocoso, ironico. Insomma spezzi la seria liturgia del programma.

    «Sono il primo che non si deve annoiare. Per fortuna con me c' è Valentina Bisti. Con lei mi trovo bene e si è creato subito un feeling. Non ci sono rivalità né gelosie, ci divertiamo e siamo seri quando si deve. All' inizio anche lei era un po' sospettosa, teneva le distanze, del resto doveva andare in onda con il mostro...».

     

    Va beh, allora, andiamo a scoprire cosa c' è dentro questo mostro: sei nato in quel di Feltre, in Veneto, nel 1971, ma te ne sei andato ben presto a Milano per fare il giornalista.

    «Avevo vent' anni, lavoravo al Gazzettino. Un giorno è arrivato a Belluno Vittorio Feltri per un dibattito che io moderavo. Disse davanti a tutti questo è bravo, se fosse a Milano l' assumerei. Allora la sera stessa ho fatto le valigie, le ho caricate in macchina e il giorno dopo mi sono presentato in via Valcava 6, nella sede dell' Indipendente che Feltri allora dirigeva. Gli ho detto eccomi qui, lui si è messo a ridere e mi ha portato in amministrazione per firmare il contratto».

    poletti salvini poletti salvini

     

    Però, da casa, te ne eri già andato molto prima.

    «A 16 anni, perché volevo fare di testa mia. I miei mi avevano detto quella è la porta e io sono uscito e non sono più tornato. Ho fatto il cameriere e tanti altri lavori, ho anche dormito sulle panchine per non dargliela vinta e tornare indietro».

     

    Carattere di montagna...

    «Certo, siamo gente orgogliosa, semplice e testarda. Mia madre, Luciana, era infermiera, una tipa tosta che non disdegnava la punizione fisica. Mio padre era più morbido. In casa non si acquistava mai nulla che fosse superfluo. E, io, anche ora che guadagno bene, resto oculato, sto attento ai soldi e sono molto orgoglioso di essermi comprato una casa».

     

    Da piccolo com' eri?

    «Un ragazzino schivo che stava sempre per conto suo, camminavo raso ai muri. Non mi sentivo adeguato, forse perché ero un po' cicciottello. All' intervallo, a scuola, non partecipavo ai giochi, stavo in disparte a osservare. Per questo ho imparato, forse, a capire gli altri. Fare tv è stata quasi come una terapia per superare questa timidezza, terapia che ovviamente non consiglio a nessuno....

     

    roberto poletti valentina bisti roberto poletti valentina bisti

    Fin da ragazzino sognavi di fare il giornalista?

    «Al liceo scrivevo sul giornalino della scuola. Poi per il Gazzettino andavo a recuperare le fotografie delle persone morte perché facevano vendere di più. Per uscire dai miei confini, andai pure a Milano per partecipare a un gioco a quiz, Doppio slalom, che conduceva Corrado Tedeschi. Lo stesso, pensa un po', cui partecipò Salvini da ragazzo».

     

    Il tuo più grande dolore è stata la perdita di tua madre troppo presto.

    «Avevo 19 anni, fu un duro colpo.Mio padre, invece, se ne è andato 12 anni fa. Con lui stavo recuperando un rapporto difficile, è morto poco prima che fossi eletto alla Camera e non ha fatto in tempo a vedermi deputato. Con mia sorella, invece, non ci frequentiamo più da tempo».

     

    Cos' è dunque per te la famiglia?

    «Sono le persone che ho incontrato durante la vita e che mi hanno accolto, mi hanno voluto bene e accettato per quello che sono».

    Una persona burbera e senza tanti scrupoli...

    roberto poletti foto di bacco (2) roberto poletti foto di bacco (2)

    «Sono orgogliosamente un uomo di montagna, dico in faccia quello che penso. Dalla vita ho preso molti schiaffi e questo mi ha insegnato che a volte bisogna darli».

     

    E questo carattere ti ha aiutato a emergere, da direttore di Radio Padania a deputato a inviato Mediaset?

    «Sono stati anni bellissimi perché ho potuto sperimentare tantissimo e costruirmi come giornalista. Il ricordo più bello è legato a Daniele Vimercati (stimato giornalista per molti anni al Giornale, biografo di Umberto Bossi e direttore dei notiziari di Telelombardia). Ho conservato nel telefonino questo suo messaggio: Sei un collaboratore prezioso, intelligente e soprattutto creativo. Se non seviziassi i collaboratori, saresti perfetto. Ma io non amo le persone perfette: sono noiose».

     

    Con Salvini vi siete conosciuti a Radio Padania.

    valentina bisti roberto poletti foto di bacco (1) valentina bisti roberto poletti foto di bacco (1)

    «Era lì come molti altri che adesso sono presidenti di Regione o esponenti del governo. Sono passati tutti da lì. Li conosco da piccolini. Salvini non era ancora Salvini, e io sono stato uno dei primi a intuire che lo sarebbe diventato».

     

    Hai letto il libro di Chiara Giannini, l' intervista al vice premier che ha scatenato un putiferio al Salone del libro di Torino?

    «No, non ho avuto tempo, troppo lavoro».

     

    Perché non ti sei ricandidato alle ultime elezioni che hanno fatto entrare in Parlamento tanti rappresentanti di quel popolo di cui vuoi fare il mediatore?

    valentina bisti alberto matano roberto poletti foto di bacco valentina bisti alberto matano roberto poletti foto di bacco

    «Perché ne ho avuto già abbastanza dell' esperienza politica dove a volte capita che ti paghino per non fare nulla. Ci ho scritto pure un libro: Papponi di Stato. Mi ero candidato come indipendente con i Verdi perché presentandomi con un partito piccolo pensavo di avere più peso, pensavo addirittura di cambiare il mondo. Poi ovviamente mi sono ricreduto e me ne sono andato. Comunque è stato molto più emozionante dare avvio alla mia prima puntata di Unomattina che entrare alla Camera. E, dunque, mi sa che ho fatto la scelta giusta...».

    roberto poletti e teresa de santis foto di bacco roberto poletti e teresa de santis foto di bacco valentina bisti roberto poletti foto di bacco (2) valentina bisti roberto poletti foto di bacco (2) roberto poletti roberto poletti poletti salvini pecoraro scanio poletti salvini pecoraro scanio roberto poletti roberto poletti roberto poletti valentina bisti roberto poletti valentina bisti roberto poletti valentina bisti unomattina estate roberto poletti valentina bisti unomattina estate roberto poletti foto di bacco (1) roberto poletti foto di bacco (1) roberto poletti foto di bacco (3) roberto poletti foto di bacco (3)

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