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80 MILIONI DI ASCOLTATORI E UNO ZOMPETTO, FISICO E NEI SONDAGGI, PER HILLARY: +3% NEL PRIMO SONDAGGIO POST-DIBATTITO - TRUMP PUNTA AGLI ULTIMI DUE DIBATTITI: CON LE CORNA DI BILL E IL TESTO DI ALCUNE EMAIL FIRMATE DAL SEGRETARIO DI STATO CLINTON MANDATE DAL SERVER PERSONALE - OCCHIO AI SONDAGGI: COME ALL'EPOCA DI BERLUSCONI E DC, L'EFFETTO 'LO VOTO MA NON LO DICO' È FORTE

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USA 2016: SONDAGGIO, DOPO DIBATTITO CLINTON +3%

hillary guantanamohillary guantanamo

 (ANSA) - Hillary Clinton ha avuto un buon rimbalzo dopo il primo dibattito presidenziale: secondo un sondaggio di Politico/Morning Consult, la candidata democratica ha il 41% dei consensi contro il 38% del candidato repubblicano Donald Trump, mentre il libertario Gary Johnson e' all' 8% e Jill Stein (partito dei verdi) al 4%. Prima del dibattito, il tycoon era avanti di un punto nello stesso sondaggio. Il 49% degli intervistati ha riconosciuto la vittoria di Hillary nel duello tv, mentre solo per il 26% il magnate ha prevalso.

 

 

1. LO SHOWMAN IMBARAZZATO E LA VETERANA SENZA EMPATIA

Francesco Semprini per “La Stampa

 

L' unica convergenza tra i due protagonisti della serata alla Hofstra University è stata la stretta di mano tra Hillary Clinton e Donald Trump. È accaduto all' inizio del confronto e alla fine. Per il resto tutto diverso, nei toni, negli affondi, negli sguardi e nel look. Ben inteso, non è una novità, solo che per la prima volta i protagonisti della campagna per la Casa Bianca erano a pochi metri l' uno dall' altro, chiamati a rendere conto a cento milioni di elettori.

CLINTON TRUMPCLINTON TRUMP

 

La diversità del resto è nel Dna dei due clan presenti al completo nell' arena di Hempstead: i Clinton sobri e protocollari, secondo i canoni del tradizionalismo politico, e i Trump appariscenti e tirati come in uno spot di un casinò di Las Vegas.

Questa volta però la regina non è Ivanka, il cui abito rosa cipria non le rende merito, e cede il passo (è la rivincita di Cleveland) a Melania, con tubino nero senza spalle di Rouland Mouret.

 

Gli sguardi sono tutti per lei nella stretta di mano tra i candidati «primi coniugi». Lei cerca con gli occhi un cenno di cordialità da parte dell' ex presidente, lui la osserva senza crederci troppo, lo sguardo è quasi perso. The Donald è in abito scuro e cravatta blu (il colore Dem), Hillary indossa un tailleur-pantalone rosso (il colore Gop).

 

Nessuna cortesia «politically correct», l' ex First Lady vuole rompere la monotonia dei suoi abiti con una tonalità battagliera, il rivale vuole passare per conciliante. Si vede però che quel colore non fa al caso suo, visto che la cravatta guizza di continuo fuori dalla giacca.

Mentre lui tira su col naso senza soluzione di continuità: nervosismo o raffreddore fuori stagione?

 

trump e clintontrump e clinton

Su Twitter impazza l' hashtag #sniffle (tirare su), e l' ex governatore democratico Howard Dean scrive: «Sarà la coca?». Colpi bassi fuori e dentro il ring come quando il tycoon, dall' alto dei suoi 70 anni, ricorda alla Clinton quanto è importante la salute: «Non hai energia e resistenza». Hillary, che di anni ne ha 68, gli ricorda i 112 viaggi fatti da segretario di Stato e le 11 ore di audizione su Bengasi. Lui annuisce, come per dire: «Saranno stati proprio quelli...».

 

Perde l' attimo per infierire sull' attacco di Bengasi e lei fino a quel momento messa alle corde, si riprende attaccando il tycoon sulle tasse non pubblicate. «Darò la mia dichiarazione dei redditi se lei tirerà fuori le mail che ha distrutto», replica Trump.

Pari e patta insomma, visto che nessuno farà la sua mossa.

 

Il duello è godibile (e gli 80 milioni di spettatori si saranno divertiti), declinato sui rispettivi Dna, da showman quello di Trump: «ho un carattere migliore di Hillary». Da paladina di deboli e oppressi quello della rivale: «Vergogna, hai chiamato le donne "scrofe"». Parliamo di politica, replica lui: «Ci sei dentro da trent' anni, certo hai esperienza, ma è pessima».

 

clinton trump secondo nate silver  clinton trump secondo nate silver

Gioca con le parole quando dice che «l' Isis era un neonato cresciuto da due genitori come Hillary e Obama». Ma è confuso sui temi più delicati: arriva così l' autogol sulle sue stesse posizioni in merito alla guerra in Iraq. «È colpa del microfono difettoso - dirà a sipario chiuso - lo hanno fatto apposta». Per poi dar prova di fair play: «Avrei potuto parlare di Monica Lewinsky...».

 

Hillary invece i compiti a casa li ha fatti: «Non paghi i fornitori, sei stato indagato per razzismo, hai calunniato Obama sulla cittadinanza».

Rafforza così l' immagine della candidata credibile, ma con quell' ingessatura da maestrina che la rende priva di empatia e disinvoltura, doti oggi più che mai essenziali per guidare la prima democrazia del pianeta.

 

 

2. PRIMO ROUND A CLINTON. TRUMP, 'ORA SARO' PIU' DURO'

(Ugo Caltagirone) (ANSA) - Il primo round della sfida dell'anno, quella che ha in palio la poltrona della Casa Bianca, va a Hillary Clinton. La candidata democratica batte Donald Trump nel duello tv che apre la stagione dei dibattiti, tre in tutto prima del voto dell'8 novembre. L'ex first lady pero' non stravince. Niente colpo del ko. La sua e' una vittoria ai punti, frutto di una maggiore esperienza e di una grande determinazione.

 

I TRUMP CON I CLINTONI TRUMP CON I CLINTON

Ma e' anche frutto della scelta di Trump di non 'giocare sporco', di non tirare colpi bassi, come fino all'ultimo si era temuto. Con la minaccia di far sedere in prima fila, nell'auditorium della Hofstra University di New York, una delle ex amanti di Bill Clinton. Il tycoon ha invece deciso per un approccio diverso dal passato, senza mai cedere al 'politicamente scorretto', dimostrando in fin dei conti di poter sostenere un dibattito presidenziale serio e incentrato sui contenuti.

 

Nonostante - a differenza della sua rivale - paghi il suo essere outsider e la mancanza di un vero e proprio background politico. "Non ho alzato il tiro? L'ho fatto solo per rispetto a Chelsea", ha spiegato alla fine dello show, riferendosi alla figlia dei Clinton molto amica di sua figlia Ivanka. Ma potrebbe gia' essersene pentito. "La prossima volta - ha promesso poche ore dopo parlando alla Fox - sarò decisamente più duro".

 

E il dilemma del candidato repubblicano - in vista del secondo confronto tv del 9 ottobre, alla Washington University di St.Louis, in Missouri - e' proprio questo: capire se alla lunga possa pagare di più la svolta 'moderata' oppure no, Trump deve tornare a fare Trump. Hillary intanto vola sulle ali dell'entusiasmo, in attesa di vedere i primi sondaggi post dibattito: "Ormai dovreste saperlo, quando mi metto in mente una cosa la faccio: io non mollo". Per Barack Obama poi non c'è dubbio: se ce n'era bisogno - ha ribadito - "Trump ha dimostrato di non avere la tempra e le doti per l'incarico di presidente. Manca della necessaria preparazione".

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