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“A GAZA DANNI COLLATERALI” – LA STORICA RIVISTA “IL MULINO” SI SPACCA DOPO L’INTERVENTO PRO ISRAELE DEL DEMOGRAFO SERGIO DELLA PERGOLA, CHE DA ANNI VIVE A GERUSALEMME – L’ALA PROGRESSISTA (CAPITANATA DA PIERO IGNAZI, CHE L’ANNO SCORSO AVEVA SFIDATO PAOLO POMBENI NELLA PARTITA PER LA DIREZIONE, PERDENDO DI MISURA) SI INCAZZA CON 22 SOCI CHE SCRIVONO UNA LETTERA DI FUOCO PRENDENDOSELA CON IL DIRETTORE PAOLO POMBENI: “A GAZA UN ORRORE SENZA FINE” – LA REPLICA DEL DIRETTORE: “IL LORO È UN MANIFESTO CONTRO LA RIVISTA, DEL RESTO AVEVANO GIÀ VOTATO CONTRO DI ME. MI DISPIACE, PERCHÉ…”

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Concetto Vecchio per repubblica.it - Estratti

 

SERGIO DELLA PERGOLA

“A Gaza danni collaterali”. Lo sostiene sul sito del Mulino il professor Sergio Della Pergola, insigne demografo, che da anni vive a Gerusalemme. La frase, contenuta in un lungo articolo pro Israele, ha innescato un incendio di polemiche, con 22 soci della storica rivista all’attacco dell’attuale direttore, Paolo Pombeni.

 

“Orrore senza fine”

“Quanto accade a Gaza non è un danno collaterale, bensì un orrore senza fine”, scrivono, tra gli altri, Piero Ignazi (che l’anno scorso aveva sfidato Pombeni nella partita per la direzione, perdendo di misura), Mario Ricciardi (l’ex direttore, ora editorialista del manifesto), Chiara Saraceno, Gianfranco Viesti, Enzo Cheli, Roberto Escobar, Guido Formigoni, Raimondo Catanzaro, Emanuele Felice.

 

Proprio Felice, economista e storico, ha rinfacciato Pombeni su X di avere titolato il loro intervento “Su Gaza e Israele”, in maniera più anodina rispetto al “Gaza, un orrore continuo, non un danno collaterale” scelto dai ventidue.

 

L’antefatto della polemica

medici senza frontiere a gaza

Con ordine. Tutto inizia il 23 giugno quando la rivista pubblica online un articolo, titolato “Dominio e legittimità in Medioriente”, scritto da Massimiliano Trentin, professore associato a Bologna, coordinatore del corso di laurea magistrale in International relations. E’ un pezzo sull’Iran e sulla “centralità ineludibile della questione palestinese”. A Della Pergola, autore di due libri per la casa editrice Il Mulino, tra cui Essere ebrei oggi, non va giù. Dal 7 ottobre 2023, in numerosi interventi, anche radiofonici, è spesso ospite di Radio anch’io, ha preso a difendere strenuamente Netanhayu. Scrive una durissima replica contro Trentin e la manda a Pombeni. “Non conosco Della Pergola, gli spiego che la rivista non pubblica attacchi contro gli altri autori, e lo invito a rivedere il testo che peraltro è fluviale, circa 30mila caratteri. Lo cambia, e giorni dopo mi rimanda un articolo accorciato”, racconta Pombeni.

 

gaza

 

Un incipit che fa sobbalzare

Esce il 17 luglio. Subito all’inizio c’è una frase che fa sobbalzare molti: “Le operazioni militari hanno causato danni collaterali alla popolazione civile, devastanti soprattutto a Gaza”. Il piccolo mondo del Mulino diventa una polveriera. Com’è possibile che nessuno abbia vigilato, si chiedono in tanti.

 

Dice Felice: “In questi due anni non ci siamo mai occupati di Gaza, e ora ecco che esordiamo con un intervento che ricalca le posizioni della destra israeliana”. Cinque giorni dopo, per provare a mettere a tacere i malumori, Pombeni pubblica un articolo in cui derubrica a replica quella di Della Pergola, mentre l’articolo di Trentin “era stato da noi richiesto”.

 

Ma allo stesso tempo se la prende “con la disperazione di tanti intellettuali che, non potendo cambiare il mondo, si scaricano agitando prese di posizione contro le iniquità della storia”. Nessuno lo può tacciare di essere filo Netanyahu, a cui imputa su Gaza una linea da “soluzione finale”.

 

paolo pombeni

La reazione dell’ala progressista

La sua versione dei fatti non piace all’ala progressista del Mulino. E’ ritenuta debole. Non prende le distanze da quella frase. E a quel punto in ventidue decidono di rispondere direttamente a Della Pergola con una lettera in cui gli contestano “il gergalismo militare”. Gli ricordano “il lento sterminio per e con fame, condito dal tiro al bersaglio durante la distribuzione con il contagocce degli alimenti di prima necessità, non è un danno collaterale”.

 

Pombeni ci aggiunge un suo titolo e fa precedere il pezzo con una postilla in cui fa capire di ritenere la missiva anche un attacco personale. A Repubblica infatti dice: “Il loro è un manifesto contro la rivista, del resto avevano già votato contro di me. Mi dispiace, perché ci sono almeno quindici autori che mi conoscono da una vita e sanno come la penso, anche sulla questione mediorientale”.

 

piero ignazi

 

Replica Felice: “Noi vogliamo bene al Mulino, è un patrimonio del pensiero democratico e liberale che va preservato, ma di fronte all’enormità di quell’affermazione non si poteva certo tacere”. E infatti questa è anche la storia di un malumore: verso Pombeni che avrebbe spostato troppo al centro la linea del periodico, dopo gli anni a sinistra di Ricciardi. Il caso Della Pergola ha fatto esplodere uno scontento che covava da tempo. 

 

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