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Francesca Schianchi per “la Stampa”
«Inaccettabile forzatura». «Inopportuna accelerazione». «Una provocazione». Da Lupi a Schifani a Formigoni, tutta Ncd è compatta nel rigettare il nuovo testo sulle unioni civili presentato ieri dal Pd al Senato. Non tanto, o non solo, perché nella sostanza cambia poco o niente da quello precedente che a loro non andava giù («I nodi principali non sono sciolti, né quello della reversibilità né quello delle adozioni», sbuffa Carlo Giovanardi), ma anche e soprattutto perché il testo ha una funzione chiara: approdare finalmente in Aula, probabilmente mercoledì 14. Con o senza il consenso di Ncd.
Le unioni civili si devono fare, è una promessa fatta da Renzi, ripetono dal Pd come una cantilena: e allora, proprio per aggirare l’ostruzionismo di alcuni senatori Ncd in Commissione, si è pensato di portare la legge direttamente in Aula. Visto però che, in questo modo, il testo Cirinnà finora esaminato sarebbe decaduto, eccone pronto un altro ad hoc per l’emiciclo, sempre a prima firma Cirinnà.
vladimir luxuria e carlo giovanardi
«Nessun passo indietro», ci tiene a chiarire la senatrice Pd che dà il proprio nome al testo: restano, anche nella nuova versione, pur leggermente modificata, la possibilità di adottare il figlio biologico del partner (la cosiddetta stepchild adoption, molto contestata dagli alleati centristi), così come la reversibilità della pensione.
Nel nuovo testo, in cui si fa riferimento a una «specifica formazione sociale» che non può essere costituita da minorenni, è ancora più netta la differenza dal matrimonio (eliminando alcuni rimandi al Codice civile che regolano, appunto, le nozze), e si stabilisce che le unioni civili non saranno iscritte in un registro apposito ma nell’archivio di stato civile.
Un testo messo a punto anche con l’apporto dei senatori cattolici del Pd: «Certamente più equilibrato», lo definiscono, benché «alcuni nodi restino aperti». Ma se loro sono comunque moderatamente soddisfatti, è dagli alleati centristi che arrivano le polemiche. «Un testo incostituzionale che apre la strada all’utero in affitto», lamenta Giovanardi, tra i più convinti critici della legge.
«Argomento strumentale: la gestazione per altri in Italia è vietata, e chi lo fa all’estero sono per il 98% coppie eterosessuali», taglia corto il sottosegretario Ivan Scalfarotto. Che, concede, «portare la legge direttamente in Aula potrebbe essere una forzatura, sì», ma «resa necessaria dall’ostruzionismo di alcuni senatori Ncd contro una legge che, si badi, è estremamente prudente».
In Aula, la partita sarà di nuovo tutta da giocare. Con una speranza, però: il sostegno del M5S. «Se il nuovo testo Cirinnà rispetterà, come da premesse, la sostanza delle richieste dei cittadini, saremo pronti a sostenerlo», fanno sapere i senatori Airola e Cappelletti. Un eventuale «soccorso grillino» che potrebbe avere conseguenze sulla maggioranza: «Un secondo dopo, io comincio a votare la sfiducia al governo», fa sapere Giovanardi. E non è l’unico in sofferenza: dinanzi alla «forzatura» di ieri, Gaetano Quagliariello dichiarava di sperare «che tutto il mio gruppo parlamentare ne prenda atto e si comporti di conseguenza».
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