donald trump gary cohn

AMERICA FATTA A MAGLIE - SE NE VA IL CONSIGLIERE ECONOMICO DI TRUMP GARY COHN, IN PROTESTA CONTRO I DAZI. C’È CASINO DI QUA E DI LÀ DAGLI OCEANI PER UNA DECISIONE CHE IL PRESIDENTE VUOLE PRENDERE ENTRO OGGI? OH YES, E L'UNICO CHE OSTENTA TRANQUILLITÀ E COME SEMPRE LUI, CHE FA TRAPELARE L'ANSIA DI FIRMARE SUBITO - È UN CALCIONE NEL SEDERE PER RIMETTERE IN DISCUSSIONE GLI ACCORDI GLOBALI DEL COMMERCIO

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Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

trump gary cohn

Crolla tutto? Ma va! Dice addio  Gary Cohn, consigliere economico del presidente Trump, che non è d'accordo con le scelte di politica commerciale, peraltro non sorprendenti ma tracciate  dal candidato Donald Trump in campagna elettorale, e ora semplicemente mantenute dall'amministrazione Usa, e in particolare non è d'accordo sui nuovi dazi che presto saranno introdotti su alluminio e acciaio. Ma impensierisce il mercato soltanto per metà seduta; le Borse partono in calo, poi nel corso della giornata invertono la rotta e vanno alla grande, sull'onda degli ottimi dati macroeconomici arrivati dagli Usa.

 

trump gary cohn

C'è casino di qua e di là degli oceani  per una decisione che dovrebbe essere presa entro domani?  Sicuramente ce n'è parecchio, e l'unico che ostenta tranquillità e come sempre proprio lui, Donald Trump , che fa trapelare della Casa Bianca l'ansia di firmare subito e consegnare questa nuova promessa mantenuta agli americani, e twitta :

 

“From Bush 1 to present, our Country has lost more than 55,000 factories, 6,000,000 manufacturing jobs and accumulated Trade Deficits of more than 12 Trillion Dollars. Last year we had a Trade Deficit of almost 800 Billion Dollars. Bad Policies & Leadership. Must WIN again!  #MAGA”.

 

Da Bush  senior ad oggi il nostro Paese ha perso più di 55000 fabbriche, 6 milioni di impieghi nel manifatturiero, ed ha accumulato deficit nel commercio di più di 12 trilioni di dollari. L'anno scorso abbiamo avuto un deficit di quasi 800 miliardi di dollari. Cattive scelte politiche e mancanza di leadership. Dobbiamo tornare a vincere.

 

Insomma, Trump è convinto  che da molti anni negli scambi commerciali  altre nazioni approfittino della debolezza politica dimostrata dagli Stati Uniti. È una idea che persegue  e che lo accompagna dai tempi del libro The Art of the Deal, e nell’ accumulare più di 1000 miliardi l'anno  di deficit, con la Cina in testa tra i profittatori, non ritiene che ci sia stata alcuna arte della trattativa ma solo incapacità e inettitudine.

 

Ha promesso di far saltare o rinegoziare tutti i trattati commerciali internazionali, uno l'ho cancellato subito,il transpacifico, ed è difficile sostenere che non fosse stato concepito per danneggiare gli Stati Uniti.

gary cohn lloyd blankfein

 

Tra gli approfittatori c'è  anche l'Europa, che dopo le bellicose dichiarazioni del solito Juncker, ora sceglie una maggiore prudenza, ma niente di più. "Finché le misure Usa non sono prese, speriamo di poter evitare una disputa commerciale che non è nell'interesse di nessuno", ma "è chiaro che se queste verranno prese danneggeranno l'Ue" quindi "dobbiamo rispondere in modo fermo e proporzionale" e "in linea con le regole del Wto". Così la commissaria Ue Al commercio Cecilia Malmstroem, annunciando che la lista di contromisure commerciali è pronta, in caso scattassero i dazi americani sull'acciaio. "Speriamo l'Ue sia esclusa, abbiamo cercato di convincere gli Usa".

gary cohn goldman sachs

 

Ma la verità, questo sostengono alla Casa Bianca, e che si tratta di vincere la resistenza a rinegoziare i trattati, e la decisione unilaterale sui dazi e le tariffe di acciaio e alluminio è una non tanto graziosa pedata nel posteriore, e serve ad affrettare il lavoro di trattativa.

 

Naturalmente gli avversari del metodo Trump paventano pericoli gravissimi nei rapporti con gli alleati degli Stati Uniti e rischi sul fronte della sicurezza nazionale. Il Washington Post attribuisce timori di questo tipo al capo del Pentagono, James Mattis, e al segretario di stato Rex Tillerson, i quali avrebbero avuto uno scontro fortissimo con Wilbur Ross, segretario al Commercio, e con Peter Navarro, consigliere alle Politiche Commerciali, tutti e due convinti che la dottrina Trump sia l'unico modo per recuperare il gap nei rapporti commerciali.

 

Non solo alluminio e acciaio, è pronto il piano di ritorsioni contro la Cina. Con una stretta senza precedenti negli investimenti e l'imposizione di dazi, sempre quelli, praticamente sull’ 80% delle importazioni dalla Cina. I collaboratori di Trump hanno preparato un dossier scandalo sui furti nei diritti di proprietà intellettuale perpetrati dalla Cina comunista negli ultimi decenni.

rex tillerson donald trump

 

 Il consueto tweet del presidente ci informa che

“China has been asked to develop a plan for the year of a One Billion Dollar reduction in their massive Trade Deficit with the United States. Our relationship with China has been a very good one, and we look forward to seeing what ideas they come back with. We must act soon!”

È stato chiesto alla Cina di sviluppare  in un anno un piano per ridurre  di un miliardo di dollari  il deficit con gli stati uniti.  La nostra relazione con la Cina è buona e aspettiamo di vedere con quali idee  ci rispondono. Dobbiamo agire rapidamente.

 

  E nell'ultimo tweet il presidente cita il furto di identità come elemento gravissimo di pregiudizio dell'economia americana.

 

Wilbur Ross

 E’ una cosa che non dovrebbe stupirci, la Cina lo fa abbondantemente anche con noi.

Trump e Wilbur Ross