DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Ugo Magri per “La Stampa”
La sola idea che Berlusconi possa resistere ai diktat di Renzi fa sorridere, nell’ordine: 1) i renziani di provata fede; 2) i nemici interni del Cavaliere; 3) i suoi amici di più antica data. Tutti scommettono che, non appena il gioco si farà duro, l’uomo di Arcore sventolerà bandiera bianca.
E finirà anzi per «adottare» la candidatura che gli verrà imposta da Renzi, addirittura giurando di avere puntato sempre su quella. A titolo di esempio, nel giro pugliese di Fitto e di D’Alema circola la tesi che perfino l’attuale supplente, Pietro Grasso, avrebbe ottime chance di farcela, a patto si capisce che Renzi lo voglia sul Colle più alto: da Berlusconi non arriverebbe un no pur essendo Grasso un magistrato, per giunta di sinistra.
La versione di Arcore
È chiaramente opposta. Da quelle parti di esclude qualunque proposito di resa. Si ribadisce che sul Colle Berlusconi vedrebbe assai bene Amato, in subordine Casini. Del resto l’ha detto pubblicamente. E in ogni conciliabolo il Cav si mostra convinto del fatto suo, sicuro che il giovane Matteo non avrà il fegato di negargli questo favore dopo che lui è stato super-leale, dopo che ha rispettato alla lettera gli accordi del Nazareno e sulla legge elettorale è andato perfino oltre il pattuito.
GRILLO RITWITTA IL FOTOMONTAGGIO VECCHIOTTO DI RENZI E BERLUSCONI FUSI INSIEME
Berlusconi ha pure i numeri dalla sua, nel senso che l’apporto di Forza Italia (nonché di Area Popolare) risulterà decisivo nella corsa al Colle. Per cui sembra quasi un controsenso che, avendo la pistola carica in mano, e potendo strappare con le cattive ciò che Renzi non volesse dargli con le buone, Berlusconi suonasse la ritirata senza neppure un cenno di resistenza. Con chi osa parlare di sconfitta, Silvio alza la voce. Fitto se l’è sentito urlare nel loro ultimo tempestoso colloquio: «Il Presidente sarà Giuliano Amato, lo vuoi capire che eleggeremo lui, anzi è praticamente fatta?».
Cattive notizie
Non pare affatto che il premier converga su Amato. Idem per quanto riguarda Casini. A Renzi nessuno dei due piace per via del «gap» generazionale. Berlusconi proverà a insistere, spenderà tutti i suoi migliori argomenti, ma alle 19 di martedì rischia di sbattere contro un muro. È fissato a quell’ora l’incontro col premier per entrare nel merito sul Quirinale. E se il Cav insisterà su Amato, tutto fa immaginare che le rispettive strade si divideranno.
MARCO PANNELLA GIULIANO AMATO E GIANNI LETTA
Cosa accadrebbe a quel punto, nessuno lo sa, nemmeno i protagonisti. Dice la sfera di cristallo che Renzi sarebbe costretto a puntare su nomi di sinistra. Potrebbe farcela, e per Berlusconi sarebbe una doppia figuraccia: in un quarto di secolo non è mai riuscito a piazzare un moderato nell’ex palazzo dei Papi; e non c’è riuscito nemmeno dopo le concessioni sulla legge elettorale. Qualora invece Renzi venisse sconfitto a colpi di franchi tiratori (ecco il dubbio tormentoso che circola ad Arcore) Berlusconi avrebbe l’applauso di Fitto e di Minzolini. Ma si sarebbe divorato, da Caimano, un interlocutore politico. L’unico, in fondo, che gli ha dato retta.
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