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AMMUCCHIATA DEMOCRATICA! – PER ELLY SCHLEIN IL RISULTATO IN CAMPANIA È IMPORTANTE PER DELINEARE L’ALLEANZA CON IL M5S PER LE POLITICHE 2027 – DE ANGELIS: “LA VITTORIA RENDEREBBE ‘L’AMMUCCHIATA’ IRREVERSIBILE. ROBERTO FICO, PENTASTELLATO DELLA PRIMA, ORA È ANIMA DI SINISTRA DEL MOVIMENTO, RAPPRESENTA UN PUNTELLO ALL’ALLEANZA, QUALORA CONTE DOVESSE FARE LE BIZZE OLTREMISURA. IRREVERSIBILE, MA PUR SEMPRE ‘AMMUCCHIATA’: TUTTI DENTRO COMPRESO L’ETERNO MASTELLA, COME AI TEMPI DELL’UNIONE DI PRODI. IL PUNTO POI È QUALE CACICCO È IL PIÙ FORTE: SAREBBE UN BEL PROBLEMA SE LA LISTA DI DE LUCA PRENDESSE PIÙ DI QUELLA DEI CINQUESTELLE...”

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Estratto dell’articolo di Alessandro De Angelis per “La Stampa”

 

elly schlein roberto fico

Non stupitevi se lunedì, in Campania come altrove, il primo partito sarà l’astensione a livelli record. Il trend è questo da anni. E di campagna elettorale degna di questo nome non c’è stata neanche l’ombra. Ormai si mobilitano solo tifosi e follower, reti organizzate e clientele.

 

In fondo va bene così a una politica per cui conta solo “vincere per vincere” e non “vincere per cambiare” (andazzo, uomini, pratiche). Qui poi è il festival del trasformismo. E non ci vuole una Cassandra per prevedere che vincerà Roberto Fico. Ce lo dice, implicitamente, financo la dichiarazione dello sfidante, Edmondo Cirielli: [...]

 

giuseppe conte e roberto fico

Chi vince suonerà la grancassa: «Oggi in Campania, domani a Roma». Scremato dall’enfasi, il risultato per Elly Schlein, è importante per due motivi. Il primo è che rende “l’ammucchiata” irreversibile.

 

Roberto Fico, pentastellato della prima ora è anima di sinistra del Movimento, rappresenta un puntello all’alleanza, qualora Conte dovesse fare le bizze oltremisura. Irreversibile, ma pur sempre “ammucchiata”: tutti dentro compreso l’eterno Mastella, come ai tempi dell’Unione di Romano Prodi. Per carità, vinse di poco ma il governo durò due anni.

ROBERTO FICO VINCENZO DE LUCA

 

La seconda è quanto è questa coalizione è competitiva al Sud. Non è banale, perché, a vedere la legge elettorale vigente, il Mezzogiorno può consentire al centrosinistra di pareggiare al Senato. Non a caso Giorgia Meloni si è molto spesa, con tutto il governo – dalle passerelle dei ministri al condono – per recuperare il più possibile. Se prende dal 40 in su fa vedere, in vista delle politiche, quantomeno che lo scarto si riduce in terre finora ostili.

 

La verità, però, è che il dato elettorale servirà a fotografare, più che il risultato “tra” gli schieramenti, l’equilibrio “dentro” gli schieramenti e “nei” partiti. Per l’uno e per l’altro. Per il centrodestra, va monitorato chi arriva prima, e di quanto, tra FdI e Forza Italia, la cui lista è piuttosto robusta, anche grazie ai cambi di casacca di vecchi arnesi del deluchismo.

 

conte mastella fico

Dentro FdI la storia ruota attorno a Gennaro Sangiuliano. Spedito da Roma anche con funzioni di controllo in vista del dopo, è un po’ in ansia da preferenze. Lo ha raccontato, in un reportage, Piazza Pulita. Il set è la sede del Movimento idea sociale di Napoli, con tanto di busto bronzeo del Duce. Il protagonista Raffaele Bruno, il capo del Movimento. Mostrando la foto con l’ex ministro, dice: «Abbiamo diecimila voti e Sangiuliano è un camerata serio». E come noto, il voto, come la pecunia, non olet.

 

piero de luca roberto fico elly schlein

Dall’altra parte il gioco è presto detto. Preso atto che la Schlein non ha voluto cambiare alcunché del meccanismo del caciccato, il punto è quale cacicco è il più forte: sarebbe un bel problema se la lista di De Luca prendesse più di quella dei Cinquestelle. O se, senza l’ex governatore, flette troppo quella del Pd, cosa che non dovrebbe accadere perché sono rimasti tutti i cacicchi delle altre correnti.

 

Ecco, sarà il trionfo delle reti di potere locali che si tramandano da un governatore all’altro e di padre in figlio. Come logica è il trionfo postumo della Democrazia cristiana. Anche allora c’era Mastella. Ora c’è anche il figlio…

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