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ARRESTATO MUREDDU, L’AMICO MASSONE DI PAPA’ BOSCHI. E’ ACCUSATO DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA – AVEVA PRESENTATO FLAVIO CARBONI AL PADRE DI MARIA ELENA QUANDO VOLEVA SALVARE BANCA ETRURIA - PER IL GIP IL FACCENDIERE "HA UNA CONDOTTA DI VITA ORIENTATA A DELINQUERE"

 

Giacomo Amadori per La Verità

 

Nel libro di Maurizio Belpietro I segreti di Renzi mancava un capitolo. L' hanno scritto ieri i magistrati e la Guardia di finanza di Arezzo arrestando Valeriano Mureddu, il faccendiere amico e consigliere di Pier Luigi Boschi, il babbo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi.

 

VALERIANO MUREDDUVALERIANO MUREDDU

È stato arrestato su ordine del gip Piergiorgio Ponticelli che ne ha sottolineato lo spessore criminale e l' impossibilità di adottare nei suoi confronti misure diverse dalla custodia in carcere. Mureddu, massone dichiarato, è stato arrestato per la bancarotta fraudolenta della Geovision srl di Arezzo, fallita nel settembre del 2016, e di cui il faccendiere era l' amministratore di fatto; l'«amministratore di diritto», E. C., è stato invece solo interdetto per 12 mesi dall' esercizio dell' attività imprenditoriale.

 

I magistrati hanno contestato diversi reati previsti dalla cosiddetta legge fallimentare: la bancarotta per distrazione, il ricorso abusivo al credito (con la presentazione di fatture false a Mps e alla Cassa di risparmio di Firenze), la sottrazione, la distruzione e la falsificazione delle scritture contabili. Nei giorni scorsi Mureddu e un' altra ventina di indagati hanno ricevuto l' avviso di chiusura indagini anche per il filone riguardante la presunta attività di riciclaggio.

 

Un fascicolo in cui è sotto inchiesta il faccendiere sardo Flavio Carboni. Lui e Mureddu sono accusati di aver reimpiegato buona parte del denaro accantonato con una gigantesca evasione dell' Iva che avrebbe fruttato almeno 20 milioni di euro e per cui è in corso un procedimento parallelo a Perugia.

Flavio CarboniFlavio Carboni

 

Nel libro I segreti di Renzi vengono svelati i rapporti pericolosi di Mureddu e Carboni con l' ex vicepresidente di banca Etruria Pier Luigi Boschi. Quest' ultimo nella primavera -estate 2014 - si era rivolto a loro per trovare il candidato giusto per la poltrona di direttore generale dell' istituto aretino e dei finanziatori in grado di salvarlo dal crac. Non male: il padre del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena, aveva scelto come consulenti per il salvataggio di Bpel due bancarottieri, uno conclamato (Carboni era già condannato in via definitiva per il crac del Banco Ambrosiano) e l' altro apprendista (all' epoca era indagato per la frode carosello).

 

Carboni, va ricordato, è tutt' ora sotto processo a Roma per la costituzione della cosiddetta P3 e i pm per lui hanno chiesto nove anni e sei mesi di reclusione. Anche per il legame con il faccendiere sardo il gip scrive nell' ordinanza: «Mureddu Valeriano ha dimostrato impegno costante nell' organizzare e realizzare delitti di alto calibro, forieri di ingente lucro. Non si è mai mostrato impegnato nell' espletare oneste attività lavorative (...). È al centro di relazioni con soggetti di noto rio spessore criminoso».

il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi  5il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi 5

 

Boschi e l' ex presidente di Bpel, Lorenzo Rosi, incontrarono i loro qualificati consulenti nell' ufficio romano di Carboni (intestato alla Geovision), in un albergo di Arezzo e nel piccolo ufficio di Mureddu, all' interno del capannone dove si trovava la sede principale della società fallita e dove gli inquirenti hanno sequestrato dossier sensibili per cui è scattata l' accusa di violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Prima di quegli incontri, ci hanno raccontato le nostre fonti, Mureddu chiedeva di spegnere l' impianto delle telecamere a circuito chiuso dell' azienda.

 

Mureddu e Carboni avevano ammesso con chi scrive i loro rapporti con babbo Boschi; il primo aveva confessato di ben conoscere anche Tiziano Renzi, attualmente indagato a Roma per traffico di influenze illecite. Infatti Mureddu, di origini sarde, è cresciuto a Rignano sull' Arno, a pochi metri dalla villa della famiglia Renzi, e lui e Tiziano, una decina di anni fa, conclusero pure un paio di affari immobiliari.

 

pier luigi   boschipier luigi boschi

Nel giugno 2014, quando Mureddu e Carboni erano stato ingaggiati per salvare Bpel, Boschi senior e il figlio Emanuele fecero da garanti per l' apertura di un conto da parte della Geovision, su cui transitarono 900.000 euro provenienti dalla Svizzera e indirizzati in parte (390.000 euro) proprio alla moglie di Carboni, Maria Laura Scanu Concas. Il gip Ponticelli inserisce quei bonifici tra i motivi dell' arresto di Mureddu, considerandoli una distrazione del patrimonio dell' azienda fallita.

 

Mureddu aveva conosciuto Pier Luigi Boschi una decina di anni fa, quando lo aveva ingaggiato come consulente per l' impianto di vitigni in una sua tenuta, successivamente finita in malora. Ma, come già detto, i loro interessi si sono incrociati anche negli anni successivi.

lorenzo rosi pier luigi boschilorenzo rosi pier luigi boschi

 

Per esempio nel libro c' è il racconto dei tentativi di Mureddu & c. di scalare la banca aretina. Il primo venne effettuato attraverso un sedicente tributarista campano, Lorenzo Di Martino, e un fantomatico fondo del Qatar. L' obiettivo sarebbe stato quello di trasformare la scricchiolante Banca Etruria nel primo istituto di finanza islamica in Europa. Tra le distrazioni contestate a Mureddu c' è anche un assegno da 70.000 euro versato proprio a Di Martino per le sue consulenze.

 

Quindi lo stesso Mureddu, con l' aiuto di un altro presunto faccendiere, aveva condotto alla corte di Boschi e di Rosi un pachistano senza arte né parte, presentandolo come un uomo d' affari legato a un emiro arabo. Ma i milioni promessi dall' extracomunitario per il salvataggio dell' istituto non arrivarono mai.

 

tiziano renzitiziano renzi

Nell' ordinanza di custodia cautelare il gip denuncia il tentativo di Mureddu di spiare gli inquirenti durante le indagini, per esempio appostandosi davanti alla caserma della Finanza per monitorare chi venisse interrogato. Scrive Ponticelli: «Gli atti di interferenza e di sorveglianza sulle attività degli inquirenti sono sintomatici di una personalità spregiudicata e senza scrupoli e confermano una condotta di vita particolarmente orientata a delinquere».

 

Inoltre il magistrato rimarca l'«ambiente criminale in cui è prepotentemente inserito» Mureddu e attribuisce all' indagato «capacità intimidatorie» e la volontà di inquinare le prove. Per tutto questo ritiene la custodia in carcere l' unica misura cautelare efficace nei suoi confronti. In tali mani babbo Boschi e il suo vecchio capo Lorenzo Rosi avevano cercato di mettere la malcapitata Banca Etruria.