![matteo salvini giorgia meloni](/img/patch/12-2023/matteo-salvini-giorgia-meloni-1932935_600_q50.webp)
DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - FARE I CONTI CON TUTTO, ANCHE CON "LA PAZZIA DI RE SILVIO"
Gianni Letta che accompagna Silvio Berlusconi da Re Giorgio, ma poi preferisce restare fuori, dice parecchio sullo stato di ingestibilità del Banana. Uno stato di prostrazione, di ansia per le decisioni del tribunale di Milano che pure si annunciano miti (non s'è mai visto un condannato per reati fiscali trattato come un rapinatore ai domiciliari), di rabbia per la consapevolezza di essere importante per le riforme, anche se poi tutti si vergognano di lui.
L'ex Cavaliere, attorniato di cerchi magici, falchi, colombe, lealisti astiosi e consiglieri che pensano al proprio futuro senza di lui, cambia continuamente idea. I suoi momenti "blu" sono complicati da gestire, per chi gli sta vicino. Ogni tanto cade. Ieri aveva un ginocchio grosso come un pallone e con una botta di ipocondria s'è fatto portare a Milano per una semplice tac. Ha pur sempre 77 anni, anche se si tende a rimuovere la faccenda.
Oggi il Foglio gli suggerisce, tra il serio e il faceto, un nuovo modo di comunicare anche dai domiciliari, tra articoli anonimi sui suoi giornali e misteriosi pizzini da decifrare in un nuovo grande gioco mediatico. L'esercitazione può anche far sorridere, ma serve a rincuorare un leader scoraggiato, a convincerlo che volendo ha ancora tutti i mezzi, la forza e la fantasia per non farsi cancellare da nulla e da nessuno.
Il problema è che l'ipotesi di un crollo psicologico e fisico di Papi Silvio non è stata ancora stata presa in considerazione, nel Palazzo. Forse è una mera eventualità , ma 24 ore di ordinaria follia tra una missione suicida al Quirinale e un ricovero al San Raffaele sono un campanello d'allarme. Senza Berlusconi al comando di Forza Italia, Re Giorgio e Pittibimbo con chi parlerebbero? Denis Verdini e Gianni Letta a che titolo tratterebbero? Che cosa succederebbe se "la pazzia di Re Silvio" arrivasse prima di una chiara indicazione dinastica?
2 - DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
"Renzi è abile, spregiudicato, ha buone intenzioni e buone idee. Ma è un allievo di Berlusconi, è un suo figlio naturale, e la generosità del babbo, che ha reso possibile il suo governo e il suo programma di riforme, gli dà una chance di convincere una parte dell'elettorato di centrodestra a votare Pd (specie alle europee, specie senza Berlusconi in lizza)".
Questa analisi del Foglio di Giuliano Ferrara (p. 3), anche sfrondandola dei rimandi trinitari (più che altro per mancanza di Spirito Santo), si poggia su un dato di fatto difficilmente negabile come l'alleanza tra Renzie e il Banana. E oggi anche i giornaloni di Lor signori devono fare i conti con questo legame inedito.
Il Corriere prova a vedere il bicchiere mezzo pieno: "Renzi incontra Verdini: ho fiducia nel patto". "La rabbia di Berlusconi: ma non farò saltare il tavolo. Vertice a Palazzo Grazioli con Verdini, Letta, Toti e Ghedini: âSe andiamo alle urne adesso verremmo massacrati" (pp. 8-9). La Stampa di Marpionne, neo-renziano convinto, è sulla stessa linea: "Berlusconi non fa saltare il banco. Prevale il realismo di Verdini e Letta. Dopo l'incontro con Napolitano era tentato di non rispettare gli accordi con il premier" (p. 2).
Il Giornale gioca a fare il misterioso. In prima pagina titola: "Berlusconi, sono ore decisive". E dentro spiega: "Berlusconi invoca il silenzio: spiragli per l'agibilità politica. Bocche cucite nel partito dopo il vertice al Colle: âRischia di saltare tutto'. La speranza è che i magistrati possano posticipare l'inizio delle misure restrittive a dopo le elezioni" (p. 2).
Repubblica invece fiuta il pericolo per l'amato Renzie e titola in prima: "L'ira di Berlusconi: se non mi tutelano saltano le riforme". E dentro: "Dopo il no di Napolitano cade nello sconforto" (p. 2). Ma le partite da giocare insieme al governo sono almeno tre e il giornale del Sorgenio De Benedetti scrive che Farsa Italia non intende mollare: "ci sono le riforme della legge elettorale e del Senato da portare avanti nella convenienza reciproca (...) e poi c'è anche il dossier delle nomine pubbliche" da affrontare insieme (p. 3).
Infine, un intelligente pezzo di Mattia Feltri registra "L'operazione âoccupy tv'. Il premier imperversa su tutti i teleschermi. Compare in video quasi 5 ore al giorno. Dal 17 al 31 marzo il premier ha superato le 29 ore di interventi diretti in televisione" (Stampa, p. 3). E non possiede neanche tre tv, come "babbo" Silvio.
3 - POLTRONISSIME DA SPARTIRE
E a proposito di nomine, oggi i cacciatori di teste, come anticipato nei giorni scorsi da questo disgraziato sito, presentano una prima rosa al Tesoro con il nome di Simonelli in testa per l'Eni. Repubblica tuttavia scrive che anche il giovane anglo-fiorentino si sarebbe già sfilato: "Simonelli ha fatto sapere che non intende lasciare la multinazionale americana General Electric. Lì punta a rafforzare il business - spiegano dal suo staff - anche attraverso le collaborazioni con clienti come Eni". Repubblica ammette poi che il suo ad, Monica Mondardini, è candidata a guidare le Poste (p. 8).
Il Corriere prova a fare il punto di una partita che non è ancora entrata nel vivo: "Nomine, sfida nel governo tra rottamatori e conservatori. Duello Renzi-Scaroni sul criterio di âonorabilità '. I rifiuti pesanti di manager come Colao e Guerra hanno scombinato molti piani. Ma le indiscrezioni proseguono: in prima fila De Scalzi, Gubitosi e Bernabè". Ieri sera a "Otto e mezzo" Renzie ha chiarito: "E' vero, come sostiene Scaroni, che gli altri Paesi non hanno le stesse regole sull'onorabilità . Ma noi qui siamo contenti di averle".
E il quotidiano diretto da don Flebuccio de Bortoli, per la guida del Cane a sei zampe scommette su Lorenzo Simonelli, "fiorentino, capo della General Electric Oil & Gas, sul quale Renzi punterebbe per dare un segnale di rinnovamento all'Eni con un cervello italiano quarantenne che rientra nel suo Paese dopo aver avuto successo all'estero" (p. 13).
Da incorniciare il titolo del Giornale: "Eni. L'ad Scaroni: âDistribuiremo più dividendi" (p. 20)
4 - IN GINOCCHIO DA TE, MADAME FMI
Madame Christine Lagarde, la signora francese che governa il Fondo monetario internazionale per conto della Casa Bianca, viene intervistata con tutte le pompe dal Corriere della Sera e al di là delle banalità ("Lavoro alle donne, siete i peggiori", p. 1) impartisce la solita prudentissima benedizione al nuovo premier italiota: "Considero ambizioso il programma di Renzi perché spazia dal mercato del lavoro alla riforma dei servizi fino al miglioramento di un sistema giudiziario oggi molto lento".
Poi, con la consueta classe, ci fa capire che si fida solo di due persone: "Mi pare che la sua sia un'impostazione di politica fiscale che guarda più alla riduzione delle spese che all'aumento delle entrate tributarie, grazie anche agli obiettivi della spending review di Carlo Cottarelli che era con noi a Washington fino a non molto tempo fa. Mentre al Tesoro c'è un altro ex del Fondo: Pier Carlo Padoan. Io allora non c'ero ma l'ho conosciuto a Parigi, nei suoi anni all'Ocse" (p. 3)
Alla vigilia della presentazione del Def, dove Pittibimbo dovrà mettere nero su bianco numeri e coperture, Padoan e Cottarelli incassano la benedizione dell'Fmi. Toccarli, o anche solo litigarci, non sarebbe igienico per il Rottam'attore.
5 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
E a proposito di numeri concreti, la Stampa inizia a fare un po' di conti seriamente: "Tagli fiscali. Ottanta euro ma non per tutti. Sgravi a scalare per i redditi dai 25 mila agli 8 mila. Nel Def il governo rivede le stime di crescita del 2014. Pil previsto in calo dall'1,1 allo 0,8%" (p. 2). Questo perché perfino Er Gelatina Saccomanni, che era un tecnico grandemente sponsorizzato da Draghi e Napolitano, ogni tanto commetteva degli errori (tecnici, per carità ).
6 - CAMORRA, PREFERENZE E IL POLITICO "VICINO AL TERRITORIO"
Bastano poche parole per riassumere l'ultima puntata della saga di Nick Cosentino, l'ex sottosegretario all'Economia del governo Berlusconi arrestato con l'accusa di estorsione con metodi mafiosi. Sono le parole di suo fratello Giovanni, arrestato anche lui, rivolte a un imprenditore nuovo della zona: "Chi ha più forza quello spara...Dove ci vuole la politica c'è mio fratello Nicola; dove ci vogliono i soldi ci sto io e dove ci vuole la forza c'è pure la forza" (Corriere, p. 1). Certe intercettazioni sono meglio di un saggio sulla teoria dello Stato.
E sempre per gli amanti della politica "dal basso" (qui, obiettivamente, siamo molto in basso) ecco questo bel retroscena della Stampa: "I fedelissimi di Nick oâ mericano. âSvuoteremo lo stesso Forza Italia'. La pasionaria Raia: âCi mancheranno i suoi consigli'. L'autore de Il Casalese: "Cercheranno l'alleanza con De Luca che sarà silurato dal Pd" (p. 9).
7 - L'ONORE DEL POLIZIOTTONE
La procura di Roma chiude l'inchiesta sugli appalti del Viminale e archivia la posizione dell'ex vicecapo della Polizia, Nicola Izzo. Pezzi e interviste "risarcitorie" (com'è giusto che sia e sempre dovrebbe accadere) un po' su tutti i giornali, con Repubblica in prima fila ("E ora ridatemi l'onore perduto", p. 20). Tutto bene, ma a distanza di quattro anni i quotidiani a stento ricordano che tutto nasce da un'inchiesta della Procura di Napoli e si guardano bene di fare il nome del pm che l'ha cominciata.
8 - OCCHIO AGLI SBARCHI (SIAMO IN CAMPAGNA ELETTORALE)
Angelino Alfano, che sta facendo le barricate contro i tagli alle forze di polizia, dà i numeri sull'immigrazione e semina il panico. Lo spiega bene il Sole: "In tre mesi 11mila sbarchi. Alfano: pronti in 600mila. L'anno scorso nello stesso periodo erano stati solo 800. Allarme del ministro sui nuovi arrivi dal Nordafrica: âLa Ue difenda questa frontiera'. Clandestini, Lega all'attacco dopo l'abolizione del reato". Come osserva il giornale della Confindustria, siamo a due mesi dalle elezioni, e oltre a tutto "resta inspiegabile il fatto che il vertice del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale sia ancora vacante da oltre tre mesi" (p. 20).
9 - FREE MARCHETT
Oggi il Sole di Pizza Napolitano appalta l'apertura del secondo dorso alla "nuova finanza", con un'intervista al capo per l'Italia di BlackRock, Andrea Viganò: "Italia, opportunità per BalckRock'. Il responsabile del fondo Usa: âCompreremo ancora, ma non per destabilizzare'. "In Italia investiamo risparmi di decine di milioni di famiglie: asset per 56 miliardi. Non facciamo cordate, scalate o ingerenze: puntiamo solo al valore di lungo termine". Praticamente, degli angeli. A completare degnamente la pagina il diario di bordo di Carlo Messina, l'ad di Intesa Sanpaolo che sta facendo il suo "roadshow".
10 - OVL, OSSERVATORIO VIGILANZA LESSICALE (DIETRO OGNI PAROLA SI COMBATTE UNA GUERRA)
Nel pezzullo "Versace, il pranzo della firma con Blackstone", pubblicato a pagina 39 del Corriere delle banche, ci sono un paio di autentiche perle. Nel fare l'elenco dei commensali, si scopre che Andrea Valeri è "senior managing director per le Opportunità tattiche" e che l'austriaco Robert Ramsauer entrerà nel board di Versace come "osservatore".
E' davvero commovente che la finanza incominci a raccontare se stessa con il vocabolario delle guerre del Terzo Millennio, tra "osservatori" e opportunità "tattiche". Aspettiamo con ansia le Opa "intelligenti" e i droni nel collegio sindacale (in fondo ci sono già , si tratta solo di prenderne atto).
DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER…
FLASH! - TRA I FRATELLI D’ITALIA SERPEGGIA UN TERRORE: CHE OLTRE AI MESSAGGINI PRO-FASCISMO E AI…
DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA…
PAPA FRANCESCO COME STA? IL PONTEFICE 88ENNE È TORNATO DAL BLITZ DI 9 ORE IN CORSICA DEL 15…
LA “SANTA” NON MOLLA – DI FRONTE AL PRESSING SEMPRE PIÙ INSISTENTE DEI FRATELLI D’ITALIA, COMPRESO…