ATTENTI A DERIDERE DUDU’ TOTI COME FA FELTRI (“DOVEVA ESSERE IL NUMERO UNO, ORA È GIÀ IL QUATTRO O IL CINQUE”), DA QUI AL GIORNO DEL VOTO (2015) PASSERA’ UN ANNO, TEMPO SUFFICIENTE PER TOTI DI ALLEARSI CON IL SUO AMICO ALFANO E DEPOTENZIARE I FALCHI ATTRAVERSO LE LISTE ELETTORALI

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Carlo Tecce per Fattoquotidiano.it

Prima di ricevere dal Cavaliere la nomina che i duri e puri di Forza Italia definiscono supercazzola - consigliere politico del presidente e responsabile del programma - Giovanni Toti è andato a San Pietro con i colleghi di Mediaset per l'udienza con Papa Francesco. E non indossava la tuta bianca. Quel segnale visivo, mostrato al balcone di un centro benessere, per sancire il passaggio dall'azienda al padrone.

Il commento più affilato l'ha donato Vittorio Feltri: "Toti doveva essere il numero uno, ora è già il quattro o il cinque. Fa un po' ridere, diciamo. Io - spiega alla Zanzara di Radio 24 - ho molta tenerezza nei suoi confronti". E sono servite due note ufficiali per capire il ruolo di Toti.

Smaltite le polemiche interne, fra scissioni minacciate o simulate, Silvio Berlusconi ha conferito a "Giovanni" un incarico che lo statuto di Forza Italia (per quanto possa valere) non prevede. Dagli uffici di San Lorenzo in Lucina a Roma, i parlamentari fanno notare che il presidente può istituire una consulta formata da sei persone di fiducia, ma l'investitura privata non esiste. E i funzionari di partito, che gestiscono la sede, non riservano neanche una stanzetta al presunto delfino di Berlusconi.

L'ex direttore di Studio Aperto e Tg4 spera di guadagnare potere e consensi dentro Forza Italia. Per il momento, Toti è riuscito a silenziare i vari Capezzone, Santanchè e Brunetta: non un parola di benvenuto, non un augurio, neanche freddo. Nulla. Silenzio. I complimenti più calorosi, suo malgrado, li riceve in diretta su Canale 5 dal figliol (ancora) non prodigo, Angelino Alfano: "Non voglio esagerare sennò gli potrei creare problemi in Forza Italia".

Per un ricordo da conservare, Toti si può appuntare il saluto ossequioso di Giorgio Lainati, deputato: "Esprimo le mie congratulazioni. Sono certo che le sue qualità professionali e umane saranno un valore aggiunto per il nostro partito". Toti sarà contento, però, di aver risolto le questioni materiali: chi gli paga lo stipendio?

Concluso il ventennio a Mediaset, il consigliere e responsabile avrà una cospicua buonuscita dal Biscione prima di incassare il bonifico da Strasburgo. Fra mille dubbi, l'unica sicurezza è proprio la candidatura per le Europee da capolista.

Un riconoscimento che non soddisfa l'ex stagista di Studio Aperto, piombato a Cologno Monzese, per sua stessa ammissione, grazie a una raccomandazione di un dirigente. Oltre a trovare moglie, la giornalista Siria Magri, Toti stringe una forte amicizia con Mauro Crippa, l'uomo che orienta l'informazione Mediaset.

Spesso vanno in vacanza insieme, destinazione gradita Saint-Tropez. Dopo le buone esibizioni in editoriali per il Cavaliere e lo speciale la Guerra dei vent'anni contro i magistrati, il viareggino Giovanni Toti ottiene l'accesso a palazzo Grazioli di Roma e pure a villa San Martino di Arcore.

Il Cavaliere promette sempre di più e poi sempre di meno: segretario unico, portavoce unico; segretario non unico e portatore di più voci; coordinatore assoluto e poi coordinatore affiancato.

Affrontata una rapidissima cura dimagrante sul Lago di Garda, che non ha riscontri positivi, Giovanni Toti s'è scoperto consigliere politico del presidente e responsabile del programma. Se avesse aspettato ancora un mesetto, il Cavaliere lo avrebbe costretto a uno stage.

 

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