
DAGOREPORT - ANTONIO MONDA, IL ''BEL AMI'' PIÙ RAMPINO DEL BEL PAESE, È AGITATISSIMO: SI È APERTA…
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Tanto per evitare polveroni, utili solo a far scomparire i fatti e le responsabilità , ecco quali sono i quattro, semplicissimi, punti sui quali i Signori Senatori dovrebbero pretendere una risposta convincente dal ministro Annamaria Cancellieri.
1. "Io dovevo dare solidarietà , non lei (la compagna di Ligresti, ndr) chiedermela, era normale".
Parole di Nonna Pina a Repubblica, domenica. Non è vero. Una semplice amica forse si comporta così. Ma in un Paese normale, come direbbe D'Alema, un ministro della Repubblica, specie se ministro della Giustizia, non sta dalla parte degli arrestati e dei latitanti, ma da quella dei magistrati e delle forze dell'ordine. Non dice "non è giusto, non è giusto!" di fronte ad atti motivati firmati da due pm e vagliati da un gip. Non si mette "a disposizione" degli indagati (per gravi reati ai danni dello Stato e di migliaia di piccoli azionisti) e non promette di fare "qualsiasi cosa sia possibile".
Un ministro non chiama e basta. E se proprio sente il bisogno di farlo dice: "Cara Lella, mi dispiace a livello personale. Ma purtroppo i reati ipotizzati a carico dei tuoi cari sono gravi e se posso permettermi un consiglio dite a Paolo Gioacchino di rientrare in Italia e costituirsi immediatamente alla Guardia di Finanza". Questi sono i "doveri" e questa è la "solidarietà ".
2. "Alla mia mail arrivano di continuo lettere e non restano inevase. Un centinaio negli ultimi tre mesi. Nelle mie visite in carcere ho raccolto segnalazioni di tantissimi detenuti" (Repubblica, 3 novembre).
Ma davvero dobbiamo credere che le altre 100 segnalazioni Nonna Pina le ha fatte allo stesso modo di quella in favore di Giulia Ligresti, chiamando ben due soggetti di vertice del Dap, ovvero il vicecapo e il responsabile dell'Ufficio detenuti? Oppure si è limitata a mandare formale letterina dal suo Gabinetto? Domani in Senato, per buttarla in caciara, porterà un sacchetto di segnalazioni burocratiche fatte in fotocopia come gli auguri di Natale?
3. "Il mio interessamento a una donna anoressica non ha di certo inciso sulla decisione della magistratura, come ha spiegato lo stesso procuratore Caselli" (intervista al Messaggero, 4 novembre).
Nessuno l'ha accusata di pressioni indebite sulla magistratura - ci mancherebbe - ma il rilievo penale della sua condotta esiste se i dirigenti del Dap Francesco Cascini e Luigi Pagano si sono attivati per accontentarla.
Qualcuno li ha per caso interrogati come persone informate dei fatti, e quindi con l'obbligo di dire la verità ? Su questo, magari, il procuratore Caselli potrebbe ulteriormente illuminarci.
4. "E poi ricordo che il magistrato di Torino che ha valutato quelle intercettazioni non vi ha trovato nulla di penalmente rilevante" (Messaggero, 4 novembre).
Con buona pace della Signora Ministro e della zelante Procura di Torino, l'ipotesi di reato per la sua condotta è quella di concussione per induzione (non l'abuso d'ufficio solo perché l'hanno appena reso più difficile da provare). E la competenza ad aprire il fascicolo non è di Torino, ma di Piazzale Clodio, perché il Dap e il ministero della Giustizia hanno sede nella capitale e l'intervento della Cancellieri si è svolto a Roma.
Come si vede, il Ligrestos-gate della ministra è molto più semplice e chiaro di quanto lo si voglia far apparire a furia di chiacchiere e veline. Basta non fare casino e applicare la legge.
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