1. IL BALLO DEI VICE MINISTRI, IL CAN CAN DEI SOTTOSEGRETARI! ALTRO CHE I MINISTRI, LA VERA SPARTIZIONE COMINCIA ADESSO: LA LOTTIZZAZIONE DEI TROMBATI! 2- L’IDENTIKIT DEL PERFETTO VICE MINISTRO E SOTTOSEGRETARIO: TECNICO, MA DI AREA; POLITICO, MA NON PARLAMENTARE; VICINO, MA NON ORGANICO. LE QUOTE: 15 AL PDL, 15 AL PD, 7 AL TERZO POLO PIÙ UN MANIPOLO PER GOLDMAN-MONTI 3- PERCHÉ IL RISCHIO È CHE PARLAMENTO E GOVERNO NON RIESCANO POI A INTENDERSI. IL PRIMO COMPOSTO TUTTO DA POLITICI, IL SECONDO DA ACCADEMICI, GIURISTI E BANCHIERI: DUE LINGUE DIVERSE ALLA PROVA DELL’AULA. ECCO PERCHÉ NEL NEONATO ESECUTIVO I SOTTOSEGRETARI SARANNO ESSENZIALI COME PUNTO DI RACCORDO 4- LETTA TRANQUILLO: IL SUO CATRICALÀ OTTIENE ANCHE LA DELEGA AI SERVIZI SEGRETI 5- NEL TERZO POLO PIER-CALTA PRONTO A FARE CAPPOTTO. FINI PUNTA SU EICHBERG PER FAR PACE CON URSO. RUTELLI TRA DE LUCA E DANESE. IL PDL, MEJO BERLUSCONI, HA UN SOLO OBIETTIVO, LE COMUNICAZIONI DI CORRADINO PASSERA

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1- SOTTOSEGRETARI: SLITTANO LE NOMINE
Dino Martirano per "Il Corriere della Sera"


E ora, dopo la fiducia incassata, il governo fa slittare alla prossima settimana la nomina dei vice ministri e dei sottosegretari. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti, confermando che la pratica comporterà «qualche giorno in più». Non se ne parlerà, dunque, al Consiglio dei ministri di lunedì.

Esclusi i parlamentari in carica, e forse anche gli ex deputati e gli ex senatori, si punta ai cosiddetti tecnici di area, anche se l'Udc e in parte il Pd insistono su una aliquota di sottosegretari a caratura politica, capaci di prevenire agguati e trappole in Parlamento.

Stabilite le quote -15 sottosegretari di area al Pdl,15 al Pd, 7 al Terzo polo più una piccola quota di competenza del premier - uno dei nodi da sciogliere è quello dei rapporti con il Parlamento: per il posto di vice del ministro Piero Giarda c'è un'opzione politica avanzata dal Pd che propone il nome di Giampaolo D'Andrea, ex Dc e già sottosegretario della Margherita ai rapporti con il Parlamento nell'ultimo governo Prodi.

Tra i profili tecnici, invece, ha molti sponsor (compresa la Lega), ma anche molti nemici interni all'amministrazione, il giovane funzionario del Senato Federico Toniato, che ancora ieri accompagnava il presidente Monti fin sotto la scaletta dell'aereo di Benedetto XVI.

La Funzione pubblica, retta fino a pochi giorni fa dal ministro Brunetta, si pensa di affidarla al sottosegretario alla Presidenza, Antonio Catricalà, che ottiene anche la delega ai servizi segreti. Ed è strategico il posto del sottosegretario alla Giustizia che dovrà collaborare con il neo ministro Paola Severino: perché, insiste il Pd, in via Arenula rimane quasi intatta la struttura lasciata da Angelino Alfano.

Ma c'è un nome che potrebbe mettere d'accordo tutti: è quello di Giovanni Ferrara, procuratore capo a Roma prossimo alla pensione.
Poi c'è il ministero affidato a Corrado Passera. Per la delega all'energia, si parla di Tullio Fanelli (ex componente dell'Authority per l'energia) e di Massimo Beccarello (consulente energia della Confindustria). Ma ancora più delicata è la scelta per le telecomunicazioni: il Pdl propone nomi di assoluta fiducia (Martusciello e Zencovich) mentre il Pd punta su Nicola D'Angelo che era capo del legislativo con il ministro Maccanico (capo di gabinetto Catricalà) e stretto collaboratore di Fascino. La partita delle tlc è accesa per cui è probabile che si punterà su un terzo uomo.

Al Welfare, affidato al ministro Elsa Fornero, oltre a Carlo Dell'Aringa prende quota Paolo Onofri, cui Prodi affidò la riforma degli ammortizzatori sociali, ma anche il Pdl chiede un suo tecnico al Lavoro. Fli vorrebbe Umberto Croppi ai Beni culturali e Italo Cucci allo Sport.

L'Udc schiera gli ex D'Onofrio, Sanza e Gargani. L'Api punterebbe su Luca Danese (il nipote di Andreotti). Il Pdl spinge per Guido Possa come vice di Lorenzo Ornaghi. Da segnalare in Transatlantico Vito Riggio (Enac), l'ex ministro dalemiano Piazza e l'ex generale dell'Arma Pappalardo.

2- NEL PD OCCHIO ALLE MOSSE DI FRANCO MARINI CON I SUOI MEDURI, D'ANDREA E COCILOVO...
Da "Libero"


La questione, dicono gli addetti ai lavori, è trovare l'alchimia giusta: la sintesi tra i sottosegretari tecnici puri e quelli di area politica. Perché il rischio, ne è consapevole lo stesso premier, è che Parlamento e governo non riescano poi a intendersi. Il primo composto tutto da politici, il secondo da accademici, giuristi e banchieri: due lingue diverse alla prova dell'Aula. Ecco perché nel neonato esecutivo saranno essenziali come punto di raccordo viceministri e sottosegretari.

«Anche loro siano tutti tecnici», chiede Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl. Al Pd sta bene. Il Terzo Polo vorrebbe invece affiancare ai ministri alcuni parlamentari e avrebbe già avanzato delle candidature. Sembra di tornare al caso Letta-Amato: braccio di ferro su chi piazzare. I tempi infatti si allungano e la nomina dei sottosegretari per ora salta. Non arriverà prima della fine della prossima settimana.

L'idea è di scegliere 24 tecnici, non avulsi dalle logiche di partito. Tra i papabili si parla dell'ex commissario dell'autorità dell'energia, Tullio Fanelli, che potrebbe andare allo Sviluppo economico con delega all'energia. Insieme a lui arriverebbe anche Carlo Crea, attuale capo dipartimento della stessa autorità. All'Economia rispuntano come viceministri Anna Maria Tarantola e Guido Tabellini.

Alla Cultura si fa insistente la voce di Umberto Croppi, ex assessore del Comune di Roma con Gianni Alemanno: un tecnico, vicino a Fini, che piace a Montezemolo, ma gradito anche a sinistra. Per lui un sì bipartisan.

Nel totonomine ci sono anche Carlo Malinconico, presidente Fieg (dicono il futuro Bonaiuti di Monti), e per la Funzione Pubblica il capo del dipartimento del dicastero, Francesco Verbaro. Altri politici di area sono Gianluigi Magri e Francesco D'Onofrio (Udc), Giampaolo D'Andrea (già con Prodi), Luigi Meduri, Cristina De Luca, Vasco Giannotti (Pd), Italo Cucci e Federico Eichberg (Fli). [B.B.]

 

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