IL BANANA, TRA LO SCONFORTO (“MA SECONDO VOI POTREI FIDARMI A MANDARE MARIO MONTI A PALAZZO CHIGI?”) E LA VOGLIA DI METTERE MANO A UN RIMPASTO DI GOVERNO CHE SFANCULI ANZITUTTO TREMONTI, REO DI AVER MESSO LA LINGUA NELLA PIAGA: “FINCHÉ RESTERAI IN CARICA, SARÀ TUTTO INUTILE. IN EUROPA IL PROBLEMA NON SONO LE MISURE CHE PRENDIAMO, IL PROBLEMA SEI TU” - ORMAI NEL PDL IL RUOLO DI GIULIETTO È CONTESTATO SENZA RITEGNO. FERRARA SUL ‘’FOGLIO’’ DI OGGI PARLA DI UN “SUPERMINISTRO DEMAGOGO E DOPPIOGIOCHISTA”…

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Francesco Bei per La Repubblica

Tutto precipita, la borsa crolla, lo spread sfonda il muro dei 400 punti, ma solo l´intervento di Gianni Letta riesce a smuovere Berlusconi convincendolo a rientrare Roma per dare un segno di vita. Da qui il vertice d´urgenza convocato in serata a palazzo Chigi, con tutti i ministri di prima linea, per discutere le misure da inserire subito nella legge di stabilità già all´esame del Senato. Senza escludere nemmeno un decreto legge, da varare prima del G20 di giovedì.

La riunione di ieri sera non ha sciolto il nodo ed è stata aggiornata ad oggi. Sembra comunque che nel maxi-emendamento alla «budget law» (la vecchia finanziaria) verranno inserite anche le norme per superare l´articolo 18, incorporando il progetto di legge presentato dal senatore Pd Ichino. Prendendo così in contropiede i sindacati.

Il Cavaliere tuttavia è ancora incerto sulle mosse da prendere, sa soltanto di dover fare qualcosa per non costringere Napolitano ad intervenire. E proprio i toni ultimativi della nota del Quirinale avrebbero fatto infuriare Berlusconi, che si è sentito messo da Napolitano con le spalle al muro. «È l´Europa intera a essere sotto attacco - si difende Berlusconi - la Francia non sta molto meglio, anche lì lo spread è salito».

Anche il martedì nero delle borse, per il Cavaliere, va inquadrato in maniera diversa: ««Non vi è dubbio - recita una nota di palazzo Chigi - che sull´andamento negativo degli scambi influisca pesantemente la decisione greca di indire un referendum sul piano di salvataggio predisposto dall´Unione europea».

Una scelta «inattesa» quella greca, che il premier discute in un colloquio telefonico con Angela Merkel, alla quale promette «la ferma determinazione» a varare il pacchetto promesso a Bruxelles. Poi chiama Giorgio Napolitano e gli riferisce i contenuti del colloquio con la cancelliera tedesca, aggiornandolo sulle mosse che il governo intende adottare «in tempi rapidi».

Il Cavaliere è consapevole che il tempo stringe, qualcosa deve essere fatto. La base parlamentare del governo si restringe ogni giorno, tanto che persino un fedelissimo come Giorgio Stracquadanio si rende conto che andare avanti così è quasi impossibile: «Ormai il governo è costretto a dare parere favorevole a tutto quello che presenta l´opposizione, altrimenti andiamo sotto. Noi del Pdl siamo quasi all´appoggio esterno».

Ed è per questo che, passato il G20 a Cannes, Berlusconi sta meditando il colpo d´ala, sotto forma di un nuovo governo. L´idea, presentata già al Carroccio, sarebbe quella di mettere mano a un rimpasto che tocchi anzitutto la casella strategica del ministero dell´Economia.

Ormai nel Pdl il ruolo di Tremonti è contestato senza ritegno, con toni sempre più aspri. Giuliano Ferrara sul Foglio di oggi parla di un «superministro demagogo e doppiogiochista», ma è tutto il partito di Berlusconi a esercitarsi nel tiro al piccione. Il Cavaliere li lascia scatenare con una certa soddisfazione, anzi nell´ufficio di presidenza del partito oggi i toni contro Tremonti saranno ancora più alti.

Dopo settimane di gelo, la rottura tra i due si sarebbe consumata definitivamente alla vigilia dell´ultimo Consiglio europeo. Quando il ministro dell´Economia, dando un´occhiata distratta alla lettera d´intenti scritta dal Cavaliere, si sarebbe congedato con questo ragionamento: «Questa lettera io non la firmo, perché tanto, finché resterai in carica, sarà tutto inutile. In Europa il problema non sono le misure che prendiamo, il problema sei tu».

Parole che hanno fatto ribollire di rabbia il premier. Che non a caso, giorni fa, lamentandosi degli scarsi poteri che la Costituzione gli attribuisce, ha detto che il presidente del Consiglio «non può nemmeno far dimettere un ministro che gli ride in faccia». Uno sfogo riferito proprio a Tremonti. Invece, con il rimpasto, il premier otterrebbe finalmente la testa del ministro dell´Economia. Oltre a presentarsi lui stesso, spiegano i suoi, come il premier di un nuovo governo di «salvezza nazionale», pronto a ricevere i voti del terzo polo.

Ma in queste ore drammatiche Berlusconi si lascia a volte prendere dallo sconforto. A qualche amico confessa la tentazione di «mollare tutto» e fare finalmente quel passo indietro che mezzo mondo gli continua a chiedere invano. Il Cavaliere è stato informato di un misterioso viaggio a Bruxelles compiuto da Mario Monti qualche giorno fa.

Un tour con visita ai principali esponenti politici delle istituzioni europee, compreso Barroso e Martin Schultz, per discutere della crisi dell´euro e della situazione italiana. Quando hanno riferito queste notizie al premier, la sua risposta non è stata di netta chiusura. Anzi, per la prima volta avrebbe ammesso l´impensabile: «Ma secondo voi potrei fidarmi a mandare Monti a palazzo Chigi?».

 

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