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Potrebbe arrivare già venerdì, al prossimo consiglio dei ministri, la nomina del nuovo capo dell'Aise. Per la poltrona di vertice del servizio segreto estero, dopo l'addio di Adriano Santini, sono in lizza l'interno Alberto Manenti, l'ammiraglio Filippo Foffi, il generale Claudio Graziano e il generale di squadra aerea Carlo Magrassi. Il premier Renzi deciderà dopo aver sentito il parere del sottosegretario con delega ai servizi, Marco Minniti, e con in mano l'indicazione di Roberta Pinotti, ministro della Difesa.
Ma non è escluso che un confronto informale avvenga anche con Forza Italia, ovvero Gianni Letta, e con colui che avrebbe dovuto andare al posto di Minniti, ossia il renzianissimo romano Angelo Rughetti.
Dei quattro nomi sul tavolo, Manenti rappresenta la soluzione interna per antonomasia. Ha da sempre ottimi rapporti con il Minniti, ma anche con il giro lettiano, e ha il pregio di conoscere alla perfezione la struttura e il funzionamento delle barbe finte militari. Oltre a vantare relazioni consolidate con Washington.
Graziano, come capo di stato maggiore dell'Esercito, ha una vasta esperienza di missioni internazionali, ma il suo passaggio ai servizi al posto del generale Santini violerebbe la regola non scritta dell'alternanza. Tuttavia il suo nome resta forte perché ha vaste relazioni anche fuori dal mondo delle stellette.
L'"aviatore" Magrassi era il capo di gabinetto del ministro della Difesa precedente, Mario Mauro, e sarebbe in pole position anche lui se non fosse stato parzialmente bruciato dallo stesso Mauro, che ha provato a farlo nominare all'Aise un secondo prima di dimettersi. Probabilmente, a questo punto è stato sorpassato anche dall'ammiraglio Filippo Foffi, comandante della Squadra Navale.
A decidere, in prima battuta, sarà "il duo ascensore", come nei servizi chiamano scherzando Minniti e la Pinotti. I due piddini, quando erano ministri ombra del Pds, qualche anno fa rimasero intrappolati insieme in un ascensore, mentre visitavano un quartiere alla periferia di Genova.
Sulla nomina del sottosegretario ai servizi, però, c'è un piccolo giallo. Su questa poltrona era destinato Angelo Rughetti, rampante renziano della Capitale, ma sul filo di lana è stato bruciato dall'eterno Minniti, per il quale si sarebbe mosso direttamente l'ex segretario Walter Veltroni.
Rughetti, villone sull'Appia e un passato da alto dirigente Anci con Delrio, è finito comunque a fare il sottosegretario alla Funzione pubblica, dove con la maternità della Madia avrà spazi crescenti. Ma ha seguito il dossier delle nomine dei servizi, e insieme a Delrio avrà voce in capitolo.
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