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Ellie Hall per “Buzzfeed”
Anche se “Twitter” tenta di cancellare gli account dell’Isis, le donne che dicono di appartenere al gruppo da dicembre continuano ad usare la piattaforma sia per reclutare sia per sostenere gli jihadisti, documentando la loro vita quotidiana. Alcune sono neomamme, altre vedove, altre, nel frattempo, sono morte.
Si fanno selfie con il burqa, scattano foto alle ricche colazioni dello Stato Islamico e a grosse quantità di dolci che hanno in casa per i figli, agli splendidi tramonti. Raccontano di fare shopping (“le vecchie abitudini non muoiono sotto lo stato Islamico”) e corsi di autodifesa.
Una posta la foto di una macchina e scrive: «Mai riuscita a prendere la patente in Gran Bretagna, ma qui guido questa. Gelose eh?». Altre si lamentano dei bombardamenti: «Tre bombe in un’ora. Quali animali bombardano alle 9 del mattino? Odio l’America”, e ancora «Secondo giorno senza elettricità. La jihad è dura ma avremo la ricompensa. America e alleati, non potete uccidere il nostro spirito».
Le straniere che si sono unite all’Isis, mostrano orgogliosamente i loro passaporti, europei, canadesi, statunitensi e scrivono: «Li bruciamo subito, non ne abbiamo più bisogno». Alcune postano messaggi alle famiglie che hanno abbandonato: «Non vi ho abbandonato, ho solo sacrificato le mie cose più care ad Allah».
Le nuove arrivate si uniscono ai membri della famiglia, fra loro si chiamano “ukhtis”, sorelle, e “akhis”, fratelli: «Non so contare quante sorelle di diversi paesi ho incontrato. Allah ci ha davvero unite sotto un’unica bandiera». Il matrimonio sembra essere il requisito essenziale per le donne che si uniscono all’Isis. Le nozze sono organizzate, fra persone che non si conoscono e che spesso non parlano la stessa lingua. Un “tweet” recita: «E’ una benedizione avere per marito un soldato di Allah. Cosa si può volere di più?». Un altro: «Speriamo che i nostri figli seguano l’esempio dei padri».
passaporti da bruciare per le donne isisneonata dello stato islamico in culla con la pistola
Qualche donna arriva in Siria già sposata e con figli. E’ il caso di una svedese trasferitasi a Raqqah, dove ora la sua bambina va a scuola. Anche lei va a lezioni di arabo e di Corano. Una donna inglese si è trasferita con il marito e i figli, posta le foto di armi per i grandi e i piccoli del nucleo e della sua neonata nella culla con la pistola. Altre postano foto simili, una scrive: «Ho provato con la Nutella e con i gattini, ma mia figlia preferisce il mitra. Ah, i bambini di oggi!».
Uno dei doveri primari delle donne ISIS è di restare incinta e dare vita a una nuova generazione di guerrieri. Molte aspirano a diventare mogli e madri di martiri. Si legge: «Ecco Abu Musab, che possa crescere come suo padre e ricevere una bellissima morte come lui». Quando un marito muore in battaglia, le altre donne postano messaggi di consolazione. Le vedove fanno sapere che vengono trattate con amore e rispetto, e ricevono 800 dollari di risarcimento.
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