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RENZISMO MARCIO - BELPIETRO: “LA BOSCHI NON FECE PRESSIONI SU GHIZZONI AFFINCHÉ COMPRASSE LA BANCA DI PAPÀ. A QUELLE PENSÒ MARCO CARRAI, IL PRESTA-CASA DI RENZI, IL QUALE, SENZA AVER UN RUOLO, UN MESE DOPO L'INCONTRO TRA I DUE SOLLECITÒ LA RISPOSTA DELL'AD DI UNICREDIT - E POI: COSA DEVE FARE UN POLITICO PER FARE PRESSIONI? PRESENTARSI CON LA COPPOLA E LA LUPARA?”

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Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

Maria Elena Boschi non fece pressioni su Federico Ghizzoni affinché comprasse la banca di papà. A quelle pensò direttamente Marco Carrai, il presta-casa di Matteo Renzi, il quale - senza aver un ruolo che lo giustificasse, se non la vicinanza al presidente del Consiglio - esattamente un mese dopo l'incontro tra i due sollecitò la risposta dell'amministratore delegato di Unicredit. E sollecitare, secondo il dizionario, significa proprio fare pressioni.

 

boschi ghizzoni

Che voleva l'uomo che il premier desiderava mettere a capo della cybersecurity? Risposta ovvia: che la banca milanese comprasse Etruria e per questo scrisse al numero uno sollecitando una decisione. Nel rispettodei ruoli, precisò Carrai, il quale senza averne uno ufficiale attendeva che Ghizzoni si pronunciasse. L'uomo che pagava l' affitto della casa usata dall' allora sindaco di Firenze per conto di chi inviò la mail? Della Boschi? Di Renzi?

 

Marco Carrai con Matteo Renzi

No, di un suo cliente dice lui, senza precisare come e quando avrebbe parlato a Ghizzoni di questo affare. Ma del resto poco importa per conto di chi scrisse Carrai. Perché ora è chiaro che, tra il 2014 e il 2015, il Giglio magico girava intorno a Etruria. La banca affondava, la Banca d'Italia stava passando al setaccio i conti scoprendo che quasi tutto il patrimonio era stato dilapidato e il presidente del Consiglio, il ministro delle Riforme e l'amico imprenditore erano in ambasce per la banca di cui era vicepresidente il papà della Boschi.

boschi ghizzoni

 

Dopo aver ascoltato Ghizzoni, la sottosegretaria di Palazzo Chigi dovrebbe fare le valigie, e Renzi dovrebbe spiegare alcune cose, la prima delle quali è perché perse tempo e non prese decisioni sulla crisi delle banche. Invece entrambi twittano come due usignoli, dichiarando ai quattro venti che Visco e Ghizzoni avrebbero confermato la loro versione. Vedete, fischiettano in coro, dicono che non ci furono pressioni e dunque tutto è chiarito.

 

marco carrai

Ma che cosa deve fare un povero politico per fare pressioni? Presentarsi con la coppola e la lupara? Se un ministro incontra due volte un alto funzionario della Banca d' Italia e il premier chiede lumi al governatore, se il ministro va dal presidente della Consob e dall'amministratore delegato di Unicredit, mentre il super consulente sollecita dallo stesso amministratore una risposta, non è già chiaro che cosa vogliono a Palazzo Chigi? Se si finisce sempre a parlare di Etruria, partendo dai boy scout e dagli orafi, volete che l' interlocutore sia così duro di comprendonio da non capire? Sollecitare non è un reato?

 

MARIA ELENA BOSCHI SUL CASO ETRURIA

Ovvio, ma nessuno in questa faccenda ha tirato in ballo la magistratura. È stata Maria Elena Boschi che, appena Ferruccio de Bortoli ha scritto tre righe sull' incontro tra lei e Ghizzoni, ha reagito come se l' avesse punta una tarantola, minacciando di mettere di mezzo il tribunale.

 

È lei che ha negato, come se l' ex direttore del Corriere della Sera l'avesse diffamata, di essere andata dall' amministratore di Unicredit per chiedergli di valutare una possibile acquisizione di Etruria. E sempre lei, fino alla scorsa settimana, ha smentito la circostanza, minacciando citazioni in giudizio. Ieri il banchiere si è presentato davanti alla commissione d' inchiesta sulle banche e invece ha confermato i fatti, dicendo che l' allora ministra delle Riforme gli chiese di valutare l' acquisto di Etruria.

 

MARIA ELENA BOSCHI E LE BALLE SU ETRURIA

Esattamente quanto scritto da de Bortoli. Maria Elena Boschi, a questo punto, dovrebbe chiedere scusa a tutti e togliere il disturbo. Invece, allegra e serena, dichiara ai quattro venti che il finanziere ha confermato la sua versione, quasi che le parole contassero zero. Al contrario, purtroppo per lei, come dice il portavoce del Pd, Matteo Richetti, esiste l' etica della parola e non si può dire una cosa e poi far finta di non averla detta o addirittura sostenere che quello che si è fatto è esattamente quello che si è detto, quando è evidente a tutti che così non è.

 

Ma a questo punto, la questione non è neppure se la Boschi abbia detto balle o no.

rignano funerale del risparmio caos etruria

Che le abbia dette è certo. Semmai resta da capire se il renzismo, inteso come sistema di potere, sia finito o meno. A tutta prima diremmo di sì. Se non è finito è di certo caduto e fra l' altro si è trattato di un' implosione, perché la commissione d' inchiesta - ricordiamolo - è stata voluta proprio da Renzi. Il quale, pur se al minimo storico, ancora prova a resistere, come in una specie di Repubblica di Firenze. Non c' è il Garda, ma l' Arno e la residenza ufficiale non è a Gargnano, ma a Pontassieve.

 

Tuttavia, l' ultima difesa è pronta. Mi ha molto colpito, a questo proposito, dopo che ne aveva chiesto la testa, la delicatezza del segretario del Pd nei confronti di Ignazio Visco.

rignano funerale del risparmio caos etruria 3

Il governatore ha confermato che Renzi gli chiese di Etruria, ma invece di attaccarlo come fa con chiunque lo sbugiardi, l' ex premier si è imposto un sorriso.

 

Il Corriere della Sera ieri spiegava che, da minaccioso che era, in questi giorni Renzi avrebbe chiesto a Visco di moderare i toni e di smussare la polemica. La domanda dunque è legittima: il governatore poteva essere più duro? Anzi: c' è forse qualche cosa che non ci ha detto? Non vorremmo infatti che il renzismo fosse caduto, ma che per un po' i Renzini continuassero a fare danni.