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Umberto Rosso per âLa Repubblica'
Attaccano a testa bassa, forzisti, grillini e leghisti, ancora prima di aver sentito il messaggio che stasera Napolitano rivolgerà agli italiani. Un discorso al paese di una ventina di minuti in cui il capo dello Stato farà il punto su come sta l'Italia, sulle sue difficoltà , e non su come sta il presidente della Repubblica, ovvero sulla campagna scatenata dall'opposizione contro di lui. Si terrà lontano perciò dalle polemiche personali e dagli attacchi, quel che aveva da dire sulle sue dimissioni in caso di paralisi politica è già in qualche modo agli atti.
Un messaggio, secondo quel che filtra, che avrà un taglio diverso nell'approccio e nel "rituale" quirinalizio rispetto ai sette messaggi precedenti. Ma Beppe Grillo, che farà un contro-discorso via web in contemporanea a quello del capo dello Stato, annuncia che a gennaio metterà sul tavolo la richiesta di l'impeachment, e l'ideologo del movimento Becchi spara a zero: «Napolitano non si limiti a minacciare ancora una volta le dimissioni, prenda atto del suo fallimento, le dia davvero e si tolga di mezzo».
Incalza il senatore Morra, «se va via ci fa un piacere, è un baluardo della conservazione». In linea con quel sostiene Forza Italia che con il capogruppo Brunetta avverte il capo dello Stato: «Se vuol lasciare il suo posto, prima sciolga le Camere e indica nuove elezioni, perché è inammissibile che sia questo Parlamento delegittimato a eleggere un suo successore».
Il che mette in luce la grande paura degli uomini di Berlusconi, che pure hanno dichiarato guerra all'inquilino del Colle: la preoccupazione è di ritrovarsi, al posto di Napolitano, un presidente della Repubblica eletto con i voti della sinistra e dei 5Stelle, il ritorno insomma dell'incubo Prodi o Rodotà .
Non poteva mancare nel fronte dei pasdaran anti-Quirinale la Lega, che infatti si unisce alla compagnia lanciando per stasera un'azione di boicottaggio del discorso di Napolitano: «Spegni la tv, spegni il presidente» è il grido di battaglia. Il segretario leghista Salvini sarà in prima fila nella guerriglia dell'audience, «vedrò i cartoni animati di Peppa Pig con mia figlia, non seguo di certo l'intervento del presidente della Repubblica».
E Radio Padania incita i militanti «a mettere il bollino rosso alle parole del capo dello Stato». Però gli (ex) alleati di Forza Italia chiedono anche di suggellare il boicottaggio nei confronti del Colle esponendo alle finestre un tricolore, difficile che i leghisti se la sentano di seguirli pure in questo.
E nell'assalto preventivo al messaggio di Capodanno secondo qualche boatos (minoritario per la verità ) potrebbe materializzarsi perfino il Cavaliere, tentato di fare anche lui da controcanto al Colle. Ma si tratta di indiscrezioni che da Arcore smentiscono. Non tutti dentro Forza Italia poi sposano la linea oltranzista. Si dissocia ad esempio il capo dei senatori Romani, «non mi piace questa storia del boicottaggio, anche se non ho condiviso certe scelte del presidente della Repubblica». Lo fa anche Liuzzi, capogruppo forzista in commissione Cultura, «nessun ammutinamento, per garbo istituzionale dobbiamo rispetto a Napolitano».
La campagna alza un solco ancora più profondo con i fuoriusciti del Nuovo centrodestra che condannano l'oscuramento tv, «Forza Italia sta facendo carta straccia degli impegni assunti con Napolitano al momento della sua rielezione ». Litigano perciò gli ex compagni di partito Cicchitto e Minzolini.
L'ex capogruppo definisce «ridicola» l'iniziativa, Minzolini replica: «Qui di ridicolo c'è solo la linea assunta da Cicchitto e da Ncd». Controreplica: «Purtroppo caro Minzolini sei diventato la caricatura di te stesso». Si inserisce la Santanchè, rivolgendosi ad Alfano: «Non potete più difendere il capo dello Stato, ammettete che ha fallito. Il suo sarà solo un discorso pieno di ricatti».
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