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BERGOGLIO UP TO DATE: DOPO I SELFIE, ALZA L’ASTICELLA, ARRIVANDO A BENEDIRE LA FOTO DI UN BAMBINO DALLO SCHERMO DEL CELLULARE DI UN PARENTE - PAPA IN SINAGOGA: "EBREI NOSTRI FRATELLI MAGGIORI NELLA FEDE"

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il papa benedice tramite smartphoneil papa benedice tramite smartphone

Tom Wyke per “Mail On Line

 

Papa Francesco sembra sempre pronto a posare per i selfie e a consolare chi ha bisogno. Ora ha alzato l’asticella, arrivando a benedire la foto di un bambino dallo schermo del cellulare di un parente.

 

Bergoglio è il terzo pontefice a recarsi nella sinagoga, un gesto importante per rinsaldare l’amicizia fra cattolici ed ebrei. E’ arrivato al Tempio maggiore di Roma e ringraziato la comunità con un saluto in ebraico.

il papa a san pietroil papa a san pietropapa francesco fra la follapapa francesco fra la folla

 

ECCO I PUNTI PRINCIPALI DEL DISCORSO DEL PONTEFICE: 

Ansa.it

 

 "Voi siete i nostri fratelli e le nostre sorelle maggiori nella fede", ha detto Francesco rivolgendosi alla comunità ebraica. "Tutti quanti apparteniamo ad un'unica famiglia, la famiglia di Dio, il quale ci accompagna e ci protegge come suo popolo"

 

"Il Concilio, con la Dichiarazione Nostra aetate, ha tracciato la via: 'sì' alla riscoperta delle radici ebraiche del cristianesimo; 'no' ad ogni forma di antisemitismo, e condanna di ogni ingiuria, discriminazione e persecuzione che ne derivano",  ha affermato papa Francesco. 

 

"Conflitti, guerre, violenze ed ingiustizie aprono ferite profonde nell'umanità e ci chiamano a rafforzare l'impegno per la pace e la giustizia. La violenza dell'uomo sull'uomo è in contraddizione con ogni religione degna di questo nome, e in particolare con le tre grandi religioni monoteistiche", ha aggiunto Francesco, tra gli applausi. 

 

il papa con il rabbino capo della comunita' ebraica di roma riccardo di segni 4il papa con il rabbino capo della comunita' ebraica di roma riccardo di segni 4

"Né la violenza né la morte avranno mai l'ultima parola davanti a Dio, che è il Dio dell'amore e della vita. Noi dobbiamo pregarlo con insistenza affinché ci aiuti a praticare in Europa, in Terra Santa, in Medio Oriente, in Africa e in ogni altra parte del mondo la logica della pace, della riconciliazione, del perdono, della vita". 

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"Il 16 ottobre 1943, oltre mille uomini, donne e bambini della comunità ebraica di Roma furono deportati ad Auschwitz. Oggi desidero ricordarli col cuore, in modo particolare: le loro sofferenze, le loro angosce, le loro lacrime non devono mai essere dimenticate. E il passato ci deve servire da lezione per il presente e per il futuro". Così papa Francesco nel suo discorso alla Sinagoga di Roma 

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