VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
Salvatore Dama per “Libero Quotidiano”
Occhiali scuri come quei giocatori di Texas Hold' em che non vogliono tradire emozioni con la mimica facciale. E, metaforicamente, Silvio Berlusconi è seduto al tavolo verde con gli (ex?) alleati. Le elezioni di Roma sono come una mano di poker, dove non si è ancora capito se il Cavaliere ha in mano un bluff o un full d' assi.
«Scusatemi se ho questi occhiali scuri», si giustifica l' ex premier aprendo la conferenza stampa nel comitato elettorale di Guido Bertolaso, «mi hanno fatto due operazioni agli occhi. Continuerò a vedere, anche se non c' è nulla di bello da guardare...».
In effetti lo spettacolo filtrato dai suoi Vuarnet (la stessa marca scelta da James Bond in "007 Spectre") non è proprio bellissimo. Il centrodestra a Roma rimane diviso, esprime quattro candidati.
Silvio rimane fedele alla scelta di Bertolaso («È la più grande occasione che Roma abbia avuto dal dopoguerra oggi, avrà un plebiscito») e smonta le aspettative degli altri in campo: «Nessuno tra Marchini e Meloni può sperare minimamente di arrivare al ballottaggio».
Forza Italia è in pista, e mentre Bertolaso chiede di anticipare le Comunali, Silvio guarda già alle Politiche: «Avremo il 40%, anche da soli, io sono come Batman, resisto alle pugnalate». Gli avversari da battere sono i grillini: «Infiltrati tra loro ci sono magistrati e docenti di sinistra», insiste il Cav.
Però ai suoi Berlusconi spiega che nella capitale la scelta non è ancora definitiva. Forza Italia potrebbe archiviare Bertolaso e convergere su Alfio Marchini, come scrive Dagospia. Oppure, riappacificarsi con Lega e Fratelli d' Italia sostenendo la Meloni. Se ne parlerà dopo Pasqua, «quando avrò dei sondaggi attendibili».
Nel frattempo, sul tavolo del Cavaliere, che in serata ha riunito i vertici romani di Forza Italia, arrivano le stime commissionate da FdI. Numeri con i quali la destra sta cercando di convincere Berlusconi a convergere su Meloni.
Se nulla dovesse cambiare, andrebbero al ballottaggio Virginia Raggi e Roberto Giachetti. La candidata dei Cinquestelle è accreditata di una percentuale tra 26 e 28. Segue il candidato del Partito democratico al 24-26.
Fuori dai giochi tutti i concorrenti di centrodestra. Con Meloni sopra al 20, Marchini intorno al 10, Bertolaso all' 8 e Storace sopra al 2. L' altro scenario, quello ipotizzato da D' Agostino, viene bocciato dagli elettori. Marchini, sostenuto da Forza Italia, si fermerebbe al 15, mentre Meloni arriverebbe al 22-23 per cento.
C' è infine l' opzione attualmente meno probabile, ma più efficace: l' ex ministro della Gioventù sostenuta da tutto il centrodestra unito. Questa prospettiva annullerebbe le distanze in campo. Il ballottaggio se lo giocherebbero in tre: Raggi, Giachetti e Meloni, tutti accreditati di un 26 per cento.
A smuovere le acque potrebbe arrivare la Commissione Antimafia che, dopo Pasqua, stilerà la lista dei candidati "impresentabili". Dentro ci potrebbe essere Bertolaso, rinviato a giudizio per corruzione nel processo "grandi rischi bis". L' indicazione della Commissione presieduta da Rosy Bindi non è cogente, ma può avere, come nel precedente di Vincenzo De Luca, una forte carica delegittimante.
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