ANCHE IL BANANA SUL CARRO DI RENZIE - BERLUSCONI PUR DI ANDARE ALLE URNE E GIOCARSI TUTTO È PRONTO A CONCEDERE QUALSIASI LEGGE ELETTORALE A RENZI

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Ugo Magri per "La Stampa"

Definirlo un «via libera» di Forza Italia sarebbe riduttivo. L'immagine più esatta è quella di un tappeto rosso srotolato ai piedi di Renzi e accompagnato da un «prego, si accomodi». Per la nuova legge elettorale, il segretario Pd adotti il sistema che più gli aggrada, l'importante è che non stia lì a perdere tempo prezioso...

Poi, si capisce, sulle tre ipotesi formulate nei giorni scorsi da Renzi i «berluscones» avrebbero alcune preferenze. Se Silvio e Matteo si parleranno, magari in settimana, il primo consiglierà al secondo di adottare il modello spagnolo che favorisce i grandi partiti e cancella i «nanetti».

Berlusconi dirà pure che un doppio turno per eleggere il «Sindaco d'Italia» sarebbe un gentile omaggio ai piccoli partiti in quanto li metterebbe nella condizione di esercitare «ricatti» sui fratelli maggiori. Però al Cavaliere pare interessi una cosa soltanto: andare alle urne il 25 maggio prossimo insieme con le Europee. In cambio dell'«election day», Berlusconi sembra pronto ad accettare perfino il «Mattarellum», cioè la legge in vigore fino al 2006, per la quale aveva maturato una idiosincrasia. Insomma, un accordo con Forza Italia Renzi può considerarlo già in tasca .

Ecco perché la lunga riunione pomeridiana di ieri, con tutti i capi forzisti ospiti del capogruppo «azzurro» alla Camera Brunetta, si è conclusa senza le solite accanite discussioni tra il padrone di casa e Verdini sulla bontà di questo o quel modello, bensì con una presa d'atto all'insegna del realismo: inutile alzare barricate, mettere condizioni o anche semplicemente aggiungere codicilli.

Tanto alla fine Berlusconi, se davvero desidera votare quanto prima, e la sua non è tutta una finzione scenica, dovrà ineluttabilmente adeguarsi ai voleri del giovane leader che ha la metà dei suoi anni. E qui si addensa un vero mistero. Perché nessuno che frequenti Arcore è in grado di spiegare l'azzardo politico del Cavaliere, pronto a tutto pur di ottenere tra quattro mesi una resa dei conti da cui uscirebbe, verosimilmente, con le ossa rotte.

Alla candidatura Renzi, Berlusconi non potrà contrapporre la propria poiché interdetto dai pubblici uffici a seguito della condanna. E se gli sarà permesso di fare campagna elettorale, lo valuteranno a marzo i magistrati nell'udienza che servirà a decidere l'affidamento o meno ai servizi sociali. Bel capolavoro tattico, se Berlusconi ottenesse le elezioni e poi gli vietassero di andare in tivù...

Qualcuno ipotizza la discesa in campo della figlia Marina, ma chi è al corrente degli sviluppi garantisce che lei resta ancorata al suo no. Gli stessi sondaggi (in attesa che Euromedia Research gliene fornisca di aggiornati) invogliano Berlusconi fino a un certo punto. Ma forse lui si considera in grado di ribaltare qualunque pronostico, anche il più negativo.

E dunque, nel faccia a faccia con Renzi ancora da fissare ma dato per certo da entrambi gli entourage, l'ex-premier getterà le basi di un'intesa che i due vorranno estendere a Grillo. La scommessa è la seguente: se la prospettiva è di sbaraccare Parlamento e governo, come faranno i Cinque Stelle a non sottoscrivere un'intesa a tre?

L'unico vero dubbio che circola tra i forzisti riguarda la Corte costituzionale. A seconda di come questa motiverà l'abrogazione del «Porcellum», potrebbe far pendere da una parte o dall'altra la bilancia della riforma. Per esempio, avvantaggiando il doppio turno che non piace a Berlusconi ma segnerebbe la vittoria di Alfano. La Santanché già avverte odore di bruciato: «Non vorrei», tweetta preoccupata, «che la legge elettorale fosse già scritta nelle motivazioni della Consulta. Sarebbe un esproprio!».

 

 

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