DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Paola Di Caro per “Il Corriere della Sera”
Che l’aria possa cambiare per una Forza Italia arrivata al voto delle Regionali stremata e divisa, lo dimostra il rush finale di un Silvio Berlusconi che sembra credere davvero al risultato «a sorpresa». Lo confessa lo stesso leader azzurro, nel salotto di Barbara D’Urso dove — oltre a presentarsi alle trasmissioni di Mentana e Del Debbio — ha deciso di parlare al suo pubblico tradizionale e affezionato: «Non avrei voluto ributtarmi così presto nella politica, avrei preferito aspettare che la Corte dei diritti dell’uomo ribaltasse la sentenza contro di me per tornare nello splendore dell’innocenza e da martire».
Tornare sì, ma non come capo: «Sono sicuro che Matteo Salvini farà parte della grande casa dei moderati guidati da un leader che non potrà chiamarsi Silvio Berlusconi, che resterà in campo magari come capo nobile».
In attesa che il, o la leader («Sarebbe un segno di straordinaria modernità, ma sarà il popolo a scegliere») si palesi, da una parte la preghiera di Giovanni Toti, dall’altra le pressioni di tutti gli altri candidati perché accorresse a sostenerli, alla fine Berlusconi ha deciso di rituffarsi nell’agone. E negli ultimi giorni si è convinto che il 4 a 3, con la vittoria in Veneto, Campania, Liguria o magari Umbria sia possibile, oltre che eventualmente foriera di «conseguenze politiche, perché se ci fosse aprirebbe a sinistra la notte dei lunghi coltelli, Renzi farebbe la fine di D’Alema e si tornerebbe a votare». Una cosa positiva visto che lui avrà pure, come lo prende in giro Renzi, il «biglietto scaduto», ma il premier «un biglietto dagli elettori non l’ha mai avuto...».
Per questo, Berlusconi non lesina gli sforzi e usa tutte le sue armi per portare linfa ai candidati azzurri ma anche per far risalire il suo partito dal baratro nel quale era precipitato. E lo fa cercando di portare a votare il suo zoccolo duro, quello che lo vede benissimo nei panni del grande seduttore come in quelli del perseguitato («Il processo Ruby è stato un processo contro il governo») e dell’uomo di esperienza che tanto sa e tanto può.
francesca pascale e silvio berlusconi 2
Anche per questo, prendendo le distanze da Salvini che con le sue uscite «peggiora la situazione», apre a un «tavolo» con il governo per affrontare assieme l’emergenza dei campi rom. E non si accanisce contro De Luca: «Impresentabili? Siamo garantisti, ma certo De Luca con la Severino non potrà governare», e su questo il Pd usa «due pesi e due misure».
Se il tema crea divisioni anche in Forza Italia (Luca D’Alessandro si lamenta del suo partito diventato «forcaiolo»), Berlusconi si dedica ad altro. A far sognare i milanisti («Torneranno Ancelotti e Ibrahimovic») e nel salotto della D’Urso a far ridere il pubblico in sala rivelando che «lei, Barbara, è l’unica che non c’è stata», con tanto di conferma dell’interessata: «È vero, ci conosciamo da tanti anni, lui mi corteggiò ma siamo rimasti amici, è un galantuomo», e la rassicurazione del Cavaliere alla compagna: «Volevo dire a Francesca che non sono venuto qui per provarci ancora!».
francesca pascale e silvio berlusconi
Poi digressione sui cagnolini di famiglia: «Dudù e Dudina tra poco potrebbero avere dei Dudini... Ci hanno già provato ma li abbiamo separati, ora possono...», mentre Harley, l’ultimo arrivato, è il cocco di casa ma «non li faccio dormire nel letto perché sono un igienista». Si chiude con un omaggio alla fidanzata: «È solare, mi aiuta tanto in campagna elettorale, si è presa l’incombenza di fare lei le fotografie che ci chiedono». Se la strategia avrà funzionato, si saprà domani notte. Ma leader o no, Berlusconi non sembra avere alcuna voglia di mollare.
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