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DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI…
Francesca Paci per "la Stampa"
Se gli italiani sono a dir poco perplessi sulla staffetta di Palazzo Chigi a non esserlo affatto è Tony Blair, il parallelo politico più citato dai media internazionali nel tentativo d'inquadrare il rottamatore.
«Bruxelles ha bisogno che l'Italia assuma il ruolo di leadership che le compete e i leader europei dovrebbero sostenere compatti Renzi mentre si prende la responsabilità del futuro del suo Paese» osserva l'ex premier britannico oggi inviato Onu per la pace in Medioriente. Le sfide sono «formidabili», ammette Blair. Ma, a torto o a ragione, il laburista della Terza via ha sempre preferito l'ottimismo della volontà al pessimismo della ragione: «Matteo ha il dinamismo, la creatività e la forza per farcela oltre a combinare il realismo e l'idealismo necessari nei tempi in cui viviamo».
Mentre Renzi prepara la sua squadra, il resto del mondo aspetta di capire quali saranno i rapporti con Roma. Cosa pensa per esempio Angela Merkel, lady di ferro di quell'Europa di cui a luglio Renzi diverrà presidente? Il portavoce della Cancelliera Steffen Seiber glissa sulle impressioni dell'incontro con il leader del Pd, invitato a Berlino l'estate scorsa: «Quello fu solo un colloquio riservato».
Ma a Bruxelles sono tutt'altro che disinteressati.
«Ho fiducia che le istituzioni democratiche italiane faciliteranno la nascita dell'esecutivo senza intoppi per fronteggiare la sfida della competitività e l'alto debito pubblico» commenta il commissario Ue all'economia Olli Rehn ribadendo di credere «che l'Italia continuerà a impegnarsi nelle riforme e nel consolidamento del bilancio nel rispetto dei Trattati». Primo: tagliare il debito, conferma il presidente Eurogruppo Dijsselbloem: «Seguo da vicino gli sviluppi politici in Italia che deve migliorare la competitività e fare ciò che deve».
Sebbene Moody's abbia promosso la staffetta portando l'outlook italiano da «negativo» a «stabile» e lo spread sia ulteriormente sceso, la crescita potenziale del paese resta «debole» scrive l'agenzia di rating Fitch, spiegando che Renzi «avrà probabilmente le stesse difficoltà del suo predecessore» nel «fare le riforme che rilancerebbero la crescita e la competitività economica dell'Italia».
L'economia è la minaccia più insidiosa alla «irresistibile ascesa del Tony Blair italiano», come il quotidiano economico francese «Les Echos» definisce l'avvento del «più giovane premier dell'UE» che gli ricorda un mix di New Labour e Sarkozy.
Per quanto concentrata su se stessa, l'Italia non è un'isola. C'è l'Europa (Renzi ha spesso definito «anacronistico» il vincolo del 3%), c'è l'America di quell'Obama a cui il leader del Pd sarà stato lusingato di essere accostato dal quotidiano spagnolo «El Mundo» («l'Obama italiano»), c'è il Mediterraneo, di cui l'Italia è un importante partner commerciale.
Le aspettative sono molte, prova ne sia che, in modo eccezionalmente speculare, rimbalzano dai media israeliani (secondo cui Renzi è «l'ultima chance per la politica italiana») a quelli arabi (Al Ahram fa gli auguri al «baby-faced Boy Scout»). Letta, poco sexy per gli italiani, aveva però un certo fascino all'estero tanto che ancora ieri ha ricevuto telefonate da Cameron, Netanyahu e dal premier francese Ayrault. Renzi, per cominciare, incassa l'endorsment di Tony Blair.
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