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1 - L’USCITA DI SCENA DELL’«INEFFICACE» BLAIR E LA NUOVA VOGLIA DI INIZIATIVA DELL’EUROPA
Luigi Offeddu per il “Corriere della Sera”
tony e cherie oggi vivono separati
Sarà certo vero, come ha detto il ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni, che il suo quasi omonimo Fernando Gentilini «è un validissimo diplomatico ma non ha niente a che fare con il ruolo di Tony Blair». Però Federica Mogherini, vicepresidente della Commissione Europea e Alto rappresentante europeo per gli affari esteri, ieri ne ha proposto ufficialmente la nomina a rappresentante, o inviato speciale, dell’Ue per le questioni del Medio Oriente; la sua proposta è stata approvata all’unanimità dal Consiglio dei ministri degli esteri europei, e in qualche modo ha una valenza storica: è infatti la prima volta che l’Ue ha un suo inviato speciale per il Medio Oriente.
Tutto ciò avviene nelle stesse ore in cui, da una parte, si attende l’esito delle elezioni in Israele. E dall’altra, tutta l’Europa parla delle possibilissime, imminenti, e da molti auspicate dimissioni dello stesso Blair, finora rappresentante del «Quartetto» di mediatori Onu, Ue, Usa e Russia per il Medio Oriente.
Fonti Ue ben informate e vicine a Federica Mogherini spiegano: «Gentilini, che è direttore del Servizio azione esterna Ue per l’Europa Occidentale, i Balcani Occidentali e la Turchia, è un grandissimo mediatore non politico, ed è per questo che è stato scelto. C’erano altre candidature allo stesso posto, ma qui si tratta di un ripensamento generale del ruolo del Quartetto e della presenza della Ue in Medio Oriente, un ripensamento cui Federica Mogherini crede profondamente: non bisogna dimenticare che il suo primo viaggio ufficiale, subito dopo la nomina, ha avuto come mete proprio Gaza e Israele; e che l’Ue resta il primo donatore di aiuti per il popolo palestinese».
Ieri, è stato come se un colpo di «gong» fosse arrivato dai vertici della Ue, preannunciato da un articolo del Financial Times che rivelava in controluce il malumore di Barack Obama, David Cameron e altri leader per l’operato, o non-operato, dell’ex premier britannico. Il «colpo di gong» sottintende anche altro: e cioè appunto la volontà di nuova presenza della Ue, emarginata dalla mediazione fra Russia e Ucraina, e poco più che spettatrice nel confronto fra l’Occidente e la minaccia islamica dell’Isis.
Federica Mogherini, a sua volta bersaglio di qualche critica per le sue posizioni giudicate troppo accomodanti nei confronti del Cremlino, sembra aver presente questa necessità, e probabilmente — smentite o no — anche l’opportunità offerta dal declino di Blair.
Il «Quartetto» di cui lui è (ancora) rappresentante, è un organismo diplomatico informale costituito nel 2002. Suo compito sarebbe quello di aiutare a ricostruire un dialogo fra palestinesi e israeliani, e di favorire la ricostruzione economica dei Territori in vista della nascita di un vero Stato palestinese.
Blair sedeva e per ora siede a fianco del segretario generale dell’Onu, della stessa Mogherini, dei ministri degli Esteri di Washington e Mosca. Celebri sono rimasti i soggiorni suoi e del suo staff che occupava un intero piano del glorioso hotel King David a Gerusalemme, le conferenze presumibilmente non gratuite in tutto il mondo, e vari altri pettegolezzi soprattutto di fonte inglese.
Alla fine, Blair sembra esser stato travolto dalle accuse (sempre negate) di inefficienza, di scarsa autorevolezza, di scarsissima comunicativa con i leader palestinesi e di pesanti conflitti di interessi finanziari. Il suo ultimo impegno è stato, l’altro ieri, un convegno sul futuro dell’Egitto: ma la sua presenza non è stata riportata a nove colonne sui giornali europei o medio orientali.
Anche se non avrà forse i suoi stessi poteri nei rapporti con Onu, Usa e Russia, Gentilini potrà avvalersi di altre radici ed altre esperienze: è stato inviato speciale per l’Afghanistan, e capo mediatore Ue nelle tormentate vicende di Kosovo e Serbia. Altri drammi: forse, a ricordarli, solo un preludio di quello che lo attende ora a Gaza e a Gerusalemme.
2 - LA PROSSIMA VITA DI TONY BLAIR - FUORI DAL QUARTETTO, L’EX PREMIER APRE IL CORO ANTI SINDACALISTA NEL LABOUR
Da “Il Foglio”
Tony Blair è uno degli uomini insieme più amati e odiati del pianeta, i giornali internazionali da tempo si interrogano su questo odio, determinato dall’intervento in Iraq e dal fatto che nei mondi della sinistra quella guerra è considerata un tradimento imperdonabile. Non stupisce allora che il ruolo dell’ex premier britannico all’interno del Quartetto che si occupa della pace in medio oriente sia oggi in dismissione: Blair è odiato, il Quartetto è ignorato, la pace non c’è, perché continuare a stare insieme?
I rapporti fra Blair e Murdoch si sono interrotti
Conta anche il fatto che l’ex premier si sia trasformato nel consigliere di molti dittatori, e anche se i suoi consigli saranno certamente buoni, pare più rilevante per lui che siano ben pagati, e la sua vena idealista sembra così estinta. Non si sentirà la mancanza di Blair, diciamo, perché non è riuscito a fare là le rivoluzioni che ha fatto nel suo paese e in Europa, ma se c’è un risvolto positivo è che l’ex premier potrà ritornare a occuparsi della politica britannica: si vota il 7 maggio, e c’è una certa urgenza.
tony blair al funerale di ariel sharon
Stando a quel che dice il Sunday Times, Blair avrebbe già infilato la sua zampa nella campagna elettorale laburista: la settimana scorsa l’ex premier ha organizzato una cena a casa sua e un invitato, Assem Allam, presidente della squadra di calcio Hull City, ha detto che avrebbe dato 300 mila sterline alla campagna di Ed Miliband oltre alle 200 mila già stanziate, e ha promesso di donarne altre 500 mila (il totale è un milione di sterline) se il Labour dovesse perdere denari iniziando a contrastare il leader sindacalista Len McCluskey. Nel partito è già scandalo, ma il coro anti sindacalista ha ricominciato a farsi sentire, e questo è già un successo di Blair
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