DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Questa mattina è stato arrestato Josep Maria Jové, braccio destro del vice presidente catalano, insieme ad altre 11 persone tra funzionari ed esponenti del governo locale. Inoltre sono in corso delle perquisizioni da parte della Guardia Civile nazionale negli uffici dell'esecutivo di Barcellona. A riferirlo è un portavoce della Generalitat: "La polizia militare è entrata nei dipartimenti affari economici, esteri e della presidenza dell'esecutivo regionale". La Guardia Civile si è anche introdotta nel Centro Telecomunicazioni regionale.
Davanti alla Generalitat si sono radunati decine di manifestanti per protestare contro l'azione dei militari. Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy difende la decisione del governo: "I giudici si sono espressi contro il referendum, come democrazia abbiamo l'obbligo di far rispettare la sentenza".
Su Twitter ha pubblicato la sua testimonianza anche il direttore generale della Comunicazione del governo catalano, Jaume Clotet.
La sindaca di Barcellona Ada Colau ha definito "scandaloso" quanto sta succedendo in queste ore nella città: "È uno scandalo democratico che si perquisiscano le istituzioni e si arrestino cariche pubbliche per motivi politici. Difendiamo le istituzioni catalane". Questa è solo l'ultima delle azioni intraprese da Madrid per impedire il referendum d'indipendenza previsto per il 1 ottobre.
Nei giorni scorsi il presidente catalano Carles Puigdemont aveva firmato il decreto per convocare la consultazione popolare. Su richiesta del governo spagnolo, la Corte costituzionale ne aveva sospeso l'efficacia: Madrid considera illegale il referendum, e ha fatto capire che non terrà conto dell'esito.
Circa 700 sindaci catalani su 948 hanno accolto positivamente la decisione della Generalitat, promettendo di garantire l'apertura dei seggi e il regolare svolgimento delle votazioni. La Procura di Stato nazionale ha aperto un fascicolo nei loro confronti, mentre Madrid ha dato un ultimatum finanziario alla comunità regionale.
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