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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Francesco Bonazzi per Dagospia
Matteo Renzie tiene a battesimo il governo del "no" e "strappa" ancora sulle riforme, rispetto al Palazzo. Il suo governo approva all'unanimità il disegno di legge di riforma costituzionale ed è il premier stesso a presentarlo così: "Oggi sul Senato diciamo quattro âno'. No al voti di di fiducia. No al voto sul bilancio. No all'elezione diretta dei senatori e no all'indennità per i senatori".
L'obiettivo è che il testo sia approvato in prima lettura entro il 25 maggio, giorno delle elezioni europee, "non perché abbia un particolare significato elettorale, ma perché dobbiamo rispondere al populismo e al crescere dell'anti-politica. Se no andiamo tutti a casa".
Il Rottam'attore ignora quindi le perplessità di parte del suo partito e del presidente del Senato Grasso, oltre che alcune frenate che sembrano arrivare da Forza Italia, che insiste nel chiedere che la legge elettorale resti in testa alle riforme e non venga sorpassata dall'abolizione del bicameralismo perfetto.
Il voto unanime significa che Stefania Giannini, ministro dell'Istruzione che in mattinata aveva espresso dubbi sull'opportunità che fosse il governo a muoversi per primo, alla fine ha dato il proprio via libera. Ciò non toglie però che il partito di cui è segretario, Sciolta Civica, resti molto freddo sulla riforma del Senato.
Ma i problemi più gravi sono nel Pd, ovvero nel partito del premier, perché i capigruppo Speranza e Zanda vogliono che si proceda prima alla riforma del Senato e poi all'approvazione dell'Italicum. Ovvero che si faccia esattamente il contrario di quanto chiede Silvio Berlusconi, il quale già parla di un Renzie che "non mantiene i patti". Anche se all'ex Cavaliere, Pittibimbo ricorda che quando fu fatto l'accordo del Nazareno non c'era solo la legge elettorale, ma anche Senato e Titolo V.
In ogni caso, Renzi ci tiene a chiarire che la bozza di riforma del Senato "era già sul sito internet di Palazzo Chigi" e che è stata discussa con Regioni e comuni. Dopo di che rivendica l'abolizione del Cnel, varata oggi, "perché con tutto il rispetto bisogna ammettere che in questi anni il Cnel non ha mantenuto le aspettative dei costituenti". E ancora sui tempi, il Rottam'attore si difende dall'accusa di fughe in avanti: "Qui la voglia di correre non è il tratto psicosomatico di una persona disturbata, ovvero il sottoscritto, ma è un'esigenza concreta".
E il programma di governo aggiornato adesso è il seguente: a metà della prossima settimana sarà presentato il Def; nella settimana di Pasqua saranno pronti i decreti per i famosi 80 euro in busta paga ed entro fine mese ci sarà la "televendita" (come ha detto Renzie facendo autoironia) su riforma della Pubblica amministrazione, fisco e innovazione tecnologica dello Stato.
Ultimo segnale del premier: "Questo programma vale un'intera carriera politica. Non sono qui per una seggiola, ma per cambiare l'Italia e sono convinto che il Pd manterrà gli impegni dei quali parla Berlusconi".
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