
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Francesco Bonazzi per Dagospia
Renzie taglia le tasse guardando più alle urne che alla ripresa economica. Anche se non c'è ancora nulla di ufficiale, gran parte del taglio da 10 miliardi del cuneo fiscale dovrebbe concentrarsi sull'Irpef, con benefici intorno agli 80 euro netti al mese per chi ne guadagna 1.500.
La scelta di guardare a una platea di cittadini che, nel caso di famiglie monoreddito, si colloca appena sopra la soglia di povertà , ha un significato ben preciso: tendere una mano a una fascia di popolazione che probabilmente non vota più, o se vota sceglie Grillo. Per "rilanciare i consumi", del resto, si dovrebbe abbassare il carico fiscale al ceto medio e non a chi è indebitato e fatica ad arrivare a fine mese. Questo ovviamente senza nulla togliere al sacrosanto tentativo di redistribuire finalmente un po' di reddito secondo un minimo di equità .
E mentre il governo prepara per mercoledì il varo dei provvedimenti promessi, compresa la riforma del lavoro e l'introduzione di una specie di sussidio di disoccupazione, il ministro dell'Economia Padoan è andato a Bruxelles a parlare con i colleghi. Secondo indiscrezioni, l'ex capo economista dell'Ocse avrebbe spiegato che non è il caso di spaccare il capello in quattro sulle coperture finanziarie del taglio del cuneo fiscale, che arriveranno da un mix piuttosto ballerino di spending review e rientro dei capitali, perché l'importante è disarmare i partiti anti-euro alla vigilia delle elezioni di maggio.
Poi, se a giugno si dovrà intervenire sui conti, lo si farà . Padoan del resto è un antico fautore della patrimoniale.
Intanto i sindacati non fanno passare a Renzie certi toni un po' bulleschi. La Camusso, a nome della Cgil, gli manda a dire: "Capisco che Renzi abbia una visione calcistica, ma il mondo non è fatto di derby". E il saggio Bonanni, segretario della Cisl, ammette che il premier sta facendo la voce grossa solo perché ha dovuto accettare le richieste dei sindacati sul taglio dell'Irpef e non vuol fare brutta figura "con certi ambienti", che sì'immagina siano quelli confindustriali.
Tra questa sera e domani mattina dovrebbe chiudersi infine la partita della legge elettorale alla Camera. L'emendamento sulla parità di genere nelle liste è appeso al voto segreto, con i quattro principali partiti che lasciano libertà di voto perché non hanno trovato l'accordo. Renzi e Berlusconi sono contrari a nuove modifiche e c'è la possibilità che un appoggio alle donne arrivi dai grillini, tanto per fare un dispetto ai due padri riformatori del Nazareno.
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