DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Carlo Bertini per "la Stampa"
All' alba sbarcano in 450 a Pozzallo, molti in condizioni precarie, alcuni con la scabbia. I racconti sono agghiaccianti, un ragazzo quindicenne narra di esser partito col padre, morto nel deserto.
Oltre 128 sono minori senza genitori, un' altra tragedia nella tragedia. E quattro di loro pare siano morti (la Polizia indaga) prima del trasferimento sulle due navi italiane Protector di Frontex e Monte Sperone della Guardia di Finanza.
Altri otto, tra cui sei bambini, vengono trovati senza vita in Libia, per le esalazioni della benzina trasportata, dentro un tir dove erano stipate un centinaio di persone.
La nave Protector di Frontex in rada a Pozzallo (Ragusa)
E tra Italia ed Ue è alta tensione. Sui porti in Libia, che per Bruxelles non possono esser considerati sicuri, a differenza di quanto chiede un Salvini infuriato: «L' Ue vuole continuare ad agevolare il lavoro sporco degli scafisti?».
E su quella che per l' Ue è «una soluzione ad hoc» (ripartizione di profughi nei vari Paesi) ma che per l' Italia invece è un primo importante risultato.
«Oggi per la prima volta possiamo dire che sono sbarcati in Europa», è il commento di Palazzo Chigi dopo aver ricevuto l' impegno di cinque Paesi (Francia, Germania, Malta, Spagna, Portogallo) ad accogliere 50 migranti ciascuno, con l' Irlanda che ne prenderà 20 e il Belgio che potrebbe aggiungersi in coda.
«Finalmente ben sette Paesi dell' Europa si sono svegliati da un lungo sonno», esulta il ministro dell' Interno da Mosca.
Alta tensione con l' Ue
Ma qui si innesca il botta e risposta. Quando il vicepremier dice che «bisogna cambiare la normativa e rendere i porti libici porti sicuri»; quando Salvini attacca «questa ipocrisia di fondo in Europa, in base alla quale si danno soldi ai libici, si forniscono le motovedette e si addestra la Guardia costiera, ma poi si ritiene la Libia un porto non sicuro», viene rintuzzato prima da un portavoce dell' Ue e poi anche dalla Mogherini.
«Nessuna operazione europea e nessuna imbarcazione europea riporta i migranti salvati in mare in Libia, perché non consideriamo che la Libia sia un paese sicuro», puntualizza la portavoce dell' esecutivo Ue, Natasha Bertaud.
E il fatto che i porti libici non siano sicuri, «è una decisione della Corte europea dei diritti dell' uomo, quindi è una valutazione puramente giuridica sulla quale non c' è una decisione politica da prendere», chiarisce l' Alto commissario per la politica estera della Ue.
Insomma, la commissione europea, «condivide pienamente il senso di urgenza», ma fa sapere che le «soluzioni ad hoc» come la ripartizione dei migranti sbarcati a Pozzallo nei Paesi Ue che si sono offerti di accoglierli, «non possono essere sostenibili nel lungo periodo».
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