
DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È…
1. ESPULSO DAL M5S IL SENATORE CHE ANDÃ IN TV DALLA D'URSO
Andrea Malaguti per "la Stampa"
«Si è verificato un errore, riprova più tardi». Lo schermo della tv web diventa all'improvviso nero come un buco nella coscienza, mentre i parlamentari del Movimento Cinque Stelle processano in pieno stile giacobino il loro senatore reprobo, l'ex poliziotto Marino Germano Mastrangeli da Cassino, colpevole ai loro occhi, del peggiore dei peccati. Un'alleanza col Pd? Un incìucino con Berlusconi? Una strizzatina d'occhio alla Lega Nord? Peggio.
Varie comparsate in tv, in particolare a Canale 5, ospite della temibile conduttrice pop-trash (è così che la chiamano) Barbara D'Urso. «Ci hai fatto fare la figura dei deficienti. Noi a lavorare e tu in televisione a dire cazzate. Ti rendi conto?». Un attacco feroce, frontale, definitivo, esploso in diretta streaming. Almeno finché il collegamento ha mollato scatenando la dietrologia di militanti, fedeli e nemici: «L'avranno mica fatto apposta?». No. Ma vai a sapere.
Lo spettacolo, in effetti, era quasi imperdibile. Ed è certo che lo share della trasmissione deve avere toccato il suo picco più alto quando il senatore laziale, lacerato dal suono di parole che arrivavano imperiosamente alle sue orecchie - ma ancor di più al suo cuore - come spine, ha abbandonato la fissità da alga del suo sguardo per partire al contrattacco appellandosi prima alla Costituzione - «L'articolo 21, ma voi lo conoscete l'articolo 21? In questo Paese c'è libertà di parola, non siamo in Corea del Nord, voi mi diffamate, io lavoro da mattina a sera», ha gridato pieno di un sano orgoglio - ma soprattutto a Bruce Lee. «Sono come lui, abituato agli attacchi. Ne atterro cinque per volta».
Così. Letterale. Con inevitabile finale da cinepanettone: espulso dagli ex compagni-cittadini-amici con 62 sì, 25 no e 3 astenuti. Finisce dunque malinconicamente la sua storia da corpo estraneo nel Movimento 5 Stelle? Quasi, ma non ancora. Dopo il verdetto della giuria popolare, manca adesso il televoto della Rete. Solo il sacro pc può stabilire il destino dei presunti apostati.
In verità il dubbio che l'astuto senatore Mastrangeli su questa storia ci marciasse è venuto a molti. Perché ha insistito così platealmente nella violazione del quarto punto del codice di comportamento (esiste, davvero, anche nel Movimento che odia la burocrazia, un regolamento cavilloso) che vieta la partecipazione a salotti politici nei quali è previsto un contraddittorio? Per prendersi dal primo all'ultimo euro di stipendio da parlamentare entrando nel gruppo misto? Chissà ?
«Io non voglio che lo cacciamo, quello ci frega due volte», spiegava una minoranza cinicamente pragmatica. Niente da fare. Il dibattito, uscito dai limiti angusti del tribunale pentastellato, si è fatto talmente appassionante da coinvolgere persino Matteo Renzi, che lasciando gli studi di Otto e mezzo domandava: «Hanno cacciato Mastrangeli perché va in tv? E allora Vito Crimi che è andato a Porta a Porta?».
Non poteva sapere che era stato lo stesso Mastrangeli esattamente con questa logica a chiedere il cartellino rosso per il suo portavoce. Risposta dell'assemblea: «Vito non si tocca». C'è chi respira la sensibilità del gruppo e chi no. Mastrangeli, che lotterà e parlerà ai suoi webelettori - ha ascoltato in trance, ipnotizzato e sconvolto, i suoi accusatori fino a quando non ha visto chiudersi l'ultimo frammento delle loro labbra. Poi si è allontanato triste sotto la pioggia, sognando nell'umidità della notte di essere travolto da un'onda di vapori esenti da ricordi.
2. "CACCIAMOLO, Ã ANDATO IN TV DALLA D'URSO" GOGNA IN STREAMING PER IL SENATORE GRILLINO
Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"
Il processo comincia alle sette di sera. Dopo aver compilato una nota per dire che il Movimento «non prende lezioni» da Giorgio Napolitano, i parlamentari 5 stelle - riuniti insieme alla Camera - passano al primo punto all'ordine del giorno: la proposta di espulsione del senatore Marino Mastrangeli, colpevole di essere andato troppo in tivù. La richiesta passa con 62 sì, 25 no e 3 astenuti. Non ci sono tutti, i grillini. Non tutti pensano sia un evento degno di nota (dopo l'insediamento del presidente della Repubblica, la sconfitta alle regionali del Friuli, la fallita chiamata a Roma del popolo contro il «golpetto istituzionale»).
Quelli che ci sono, però, sono tutti contro di lui. Anche chi lo difende, Mastrangeli, lo fa «perché altrimenti otterrà quello che vuole: un posticino comodo al gruppo misto, lo stipendio da parlamentare e la medaglia di vittima del Movimento». Poliziotto congedato per motivi di salute, eletto a Frosinone, il senatore ha passato i giorni dell'elezione del capo dello Stato a cercare di farsi intervistare. Da agenzie, televisioni, radio.
Per dire tutto il suo sdegno contro Vito Crimi, che gli ha rubato un'apparizione a Porta a Porta («Avevo registrato un'intervista bellissima, lui invece si è anche seduto sulla poltroncina di Vespa. Proporrò di espellerlo»). Per ripetere che nel regolamento non c'è scritto da nessuna parte che non si possono fare interviste a titolo personale («L'ho fatto scrivere perfino nei sottopancia, che parlo per me»). Per ricordare che bisogna solo «evitare», di andare ai talk show («Non ho mai accettato contraddittori»).
Queste cose le ripete anche al "processo". Vestito scuro, cravatta gialla, è seduto al tavolo del moderatore accanto alla senatrice Elisa Bulgarelli, un'emiliana bionda e bonaria che deve riprenderlo più volte. Perché parla, si dibatte, risponde, attacca. Marino è solo contro tutti: «Sono come Bruce Lee, ne atterro cinquanta alla volta, ma essere processato per il gravissimo delitto di intervista giornalistica mi sembra una farsa». L'"accusa" è rappresentata dal capogruppo al Senato.
«Non lavora, non viene alle riunioni. La seconda volta che è andato da Barbara D'Urso a Pomeriggio 5- racconta Crimi - l'abbiamo scoperto da un tweet che lo mostrava sullo schermo. Eppure avevamo detto di avvertirci». E Roberta Lombardi: «L'altro giorno è venuto come tuo collaboratore un avvocato romano sedicente attivista che mi ha querelato per percosse, ingiurie e intimidazioni a gennaio. Agirò in sede legale». Di Battista: «Non sei da Movimento, quando si tratta di dare tutto tu non dai niente. Quando dovevamo placare la folla eri in giro per le tv».
Walter Rizzetto prende la parola: «Non diamogli quello che vuole. Questo streaming lo sta rendendo un eroe». Gli unici un po' più comprensivi sono i romani Stefano Vignaroli, che la tv la faceva da tecnico («Spero che l'entusiasmo dei talk show verso di lui vada scemando e inizi a fare il parlamentare»), e Adriano Zaccagnini («Il gruppo dovrebbe abbracciarlo e gestirlo diversamente. Gli chiedo un'autocritica, ma se lui diventa il capro espiatorio si apre la gogna mediatica»).
Paola Taverna: «Ha bisogno di restare nel Movimento per imparare cos'è il Movimento». E il sardo Roberto Cotti: «L'espulsione è una scemenza. Può fare più danni fuori che dentro». Giulia Grillo si arrabbia: «Io ti avevo chiesto di stare una settimana senza tv e tu sprezzante mi hai risposto che te ne saresti fregato ». Lui prova a interrompere, lei se la prende: «Vedete quant'è democratico? Viene fuori il vero carattere, prendi in giro fino a un certo punto». Siparietto con Alberto Airola (operatore tv di Torino): «Sai benissimo cosa pensiamo della televisione». «Tu lo pensi».
«In vent'anni di tv ho visto cadere i migliori retori. Perché non sei andato alla Cosa se volevi parlare? ». «Non mi avete invitato, ci vado domani», prova lui. Ma è tardi. I toni si alzano. Sulla bagarre, lo streaming si interrompe. Il voto affossa Mastrangeli e grazia Crimi (per una sorta di par condicio si è votata anche la sua espulsione). Ora c'è l'"appello", il voto degli iscritti al portale. Che però, a giudicare dai commenti sul blog, non cambierà le cose.
DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È…
AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN…
DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE…
DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL…
FLASH! – DLIN-DLON… ANCHE LA LIAISON DI CHIARA FERRAGNI CON GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA È GIUNTA AL…
DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI…