FLASH! - IL DAZISTA TRUMP, PER SPACCARE L'UNIONE EUROPEA A COLPI DI TARIFFE SUI PRODOTTI ESPORTATI…
1- MAIL - ALDO BUSI AL MINISTRO ANNAMARIA CANCELLIERI
Egregio ministro Annamaria Cancellieri, desidero che il De Martino prefetto di Napoli, al quale andrà tolta anche la semplice qualifica di "signore", venga destituito entro ventiquattro ore dal suo incarico e che Lei, in quanto rappresentante di valore delle istituzioni, si scusi formalmente con don Praticello gravemente offeso dallo stesso.
Aldo Busi, in nome del popolo italiano ancora sano malgrado certi prefetti, certi giudici, certi politici, certi amministratori del bene pubblico a parole.
2- DE MARTINO VA IN PENSIONE E LA CASTA GLI RENDE OMAGGIO
Carlo Tarallo per Dagospia
Caro Aldo, prefetti vanno e gli abusi restano. Non ci sarà bisogno di destituire ma solo di sostituire il Prefetto di Napoli Andrea De Martino, ormai a Napoli soprannominato "Sua Signoria". De Martino va in pensione a fine mese, e la Casta gli ha reso l'ultimo omaggio. Ieri sera, mentre impazzava la polemica sulla cazziata a don Patriciello, i Verdi di Napoli hanno fotografato le decine di auto blu che hanno violato la blindatissima isola pedonale di Piazza del Plebiscito proprio per partecipare al suo party d'addio. Non è mancata la solita smargiassata in lampeggiante...
"Dal Comune di Napoli - spiegano Francesco Borrelli e Carmine Attanasio, che hanno diffuso le foto alla stampa - ci hanno comunicato che non c'era nessuna deroga o permesso speciale per parcheggiare auto pubbliche o private nell'area pedonale, chiederemo fornendo le targhe che tutti gli abusivi ed incivili che fino a tarda sera hanno parcheggiato o scorrazzato per la piazza siano multati. Una macchina con lampeggiante in particolare ha mostrato tutta l' arroganza del potere correndo a velocità sostenuta dentro l' area pedonale e bussando ai cittadini che non si spostavano rapidamente..."
3-"SIGNORA A CHI?". E IL PREFETTO UMILIA IL PRETE ANTI-ROGHI
Stefano Caselli per Il Fatto Quoridiano
Non sembra aver capito nulla il prefetto di Napoli Andrea Di Martino, che venerdì ha pubblicamente umiliato il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, "reo" di essersi rivolto al prefetto di Caserta Carmela Pagano chiamandola "signora": "Ho dovuto evidenziare - insiste De Martino - che per il rispetto istituzionale quell'appellativo non era giusto".
Tralasciando il passaggio in cui il prefetto tuona contro don Maurizio chiedendogli "se io la chiamerei signore lei cosa penserebbe", vien da chiedersi a cosa pensi De Martino quando parla di istituzioni. Per rendersene conto, forse, potrebbe passare un intero pomeriggio in compagnia di don Maurizio nella sua parrocchia del quartiere "città verde" (sembra una presa in giro, ma si chiama davvero così) di Caivano, grande periferia nord di Napoli.
Vedrebbe meglio le ceneri dei roghi di rifiuti tossici smaltiti illegalmente dovunque, scoprirebbe i cumuli di copertoni - chiaro avvertimento della criminalità organizzata - pronti a bruciare anche di fronte alla chiesa. Respirerebbe meglio l'odore acre della diossina che la gente di Caivano e di decine di altri comuni è costretta a respirare ogni giorno. Vedrebbe don Maurizio passarsi un fazzoletto bianco sulla fronte sudata per ritrovarselo annerito tra le mani.
Vedrebbe la gente della sua parrocchia in fila per un pacco di pasta e qualche altro genere alimentare, ascolterebbe le loro storie raccontate con discrezione dal sacerdote ("A volte - raccontava quest'estate don Patriciello al Fatto Quotidiano - non ho nemmeno il coraggio di guardarli in faccia. Nel Vangelo c'è scritto di dare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati. Questo forse lo facciamo ancora, ma l'aria? Senza cibo si può resistere anche per giorni, ma senza aria si muore ogni minuto"). Ma soprattutto il prefetto, così ligio al decoro istituzionale, capirebbe che quel parroco di periferia, per quella gente, è la sola istituzione esistente. Il resto è solo fumo nero di roghi e di assenza; di bellezza, di responsabilità , di Stato.
Don Maurizio Patriciello è la voce pulita della città verde di Caivano, una zona in cui uno studio commissionato nel 2008 dalla Marina militare degli Stati Uniti proibisce (proibisce) ai cittadini americani di risiedere perché gravemente insalubre. Una voce che don Patriciello porta continuamente in giro dovunque, perché non è possibile rassegnarsi a vivere in una discarica a cielo aperto. Lo ha fatto anche in Prefettura ed è stato umiliato.
Una scena da film di Totò. Ci sarebbe poco da sorridere, ma non è detto. L'avvilente performance prefettizia è ora un video cliccato da migliaia di persone. Da oggi sarà più difficile ignorare la voce della "terra dei fuochi", quelli che a ogni tramonto accendono il cielo di Caivano e uccidono lentamente i polmoni. A nord di Napoli è la norma. E meno male che le istituzioni tengono al decoro, altrimenti chissà che disastro.
I MINISTRI SEVERINO E CANCELLIERIaldo busi Don Maurizio Patriciello all incontro con il Prefetto jpeg
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