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"C'È UN ACCORDO PER LIBERARE GLI OSTAGGI, DOBBIAMO ACCETTARLO" - IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO ISRAELIANO, EYAL ZAMIR, CHE SI ERA OPPOSTO AL PIANO DI NETANYAHU DI OCCUPARE GAZA, LANCIA UN MESSAGGIO CHIARO A “BIBI”: È L'ORA DI RAGGIUNGERE UN’INTESA CON HAMAS ("ADESSO LA QUESTIONE È NELLE SUE MANI") - EYAL ZAMIR SA CHE LE TRUPPE, DOPO QUASI DUE ANNI DI GUERRA, SONO STANCHE: PER FINIRE DI RADERE AL SUOLO LA STRISCIA C'E' BISOGNO DI ALMENO UN ANNO. INOLTRE, MENTRE L'OPERAZIONE POTREBBE COSTARE LA VITA A MOLTI SOLDATI...

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CAPO IDF, 'C'È UN ACCORDO PER OSTAGGI E DOBBIAMO ACCETTARLO'

EYAL ZAMIR

(ANSA) - ROMA, 25 AGO - "C'è un accordo per gli ostaggi sul tavolo, dobbiamo accettarlo". Lo ha detto - come riporta il The Times of Israel - il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano (Idf), il generale Eyal Zamir, durante una visita alla base navale di Haifa. Zamir ha poi aggiunto: "L'Idf ha creato le condizioni per un accordo, ora la questione è nelle mani di Netanyahu".

 

ALTA TENSIONE IDF-NETANYAHU "PER DEMOLIRE GAZA CITY CI VORRÀ ALMENO UN ANNO"

Estratto dell'articolo di Fabio Tonacci per “la Repubblica”

 

benjamin netanyahu

Il generale Eyal Zamir, capo di Stato maggiore delle forze armate di Israele, non è per niente una colomba, è un falco, nato a Eilat, figlio di un colonnello, 38 anni sotto le armi, il primo carrista a essere nominato Capo di Stato maggiore della Difesa dopo Dado Elazar che lo divenne negli anni 70, la faccia da duro e i modi rigidi come la sua stretta di mano. Eppure è l'unico che sta cercando di far ragionare Netanyahu, mettendolo in guardia dai rischi dell'occupazione di Gaza City che egli ha ordinato, a negoziato di Doha ancora aperto, e che vorrebbe avviare entro due settimane.

 

benjamin netanyahu - offensiva militare su Gaza City

[...] Di fronte all'ipotesi di radere al suolo Gaza City, così come gli ha chiesto il ministro della Difesa Israel Katz («se Hamas non accetta le nostre condizioni per finire la guerra, Gaza City avrà lo stesso destino di Rafah e Beit Hanoun»), Zamir ha risposto che per demolire la città più popolata della Striscia (un milione di abitanti, tra residenti e sfollati) ci vorrà «più di un anno» e aggraverà la crisi dei riservisti, i militari non professionisti che in tempi normali fanno altri lavori e ora hanno il morale basso, attendono il richiamo a settembre, poco o niente intenzionati a tornare a combattere una guerra priva di senso.

 

EYAL ZAMIR

A Zamir ne servono 60 mila per prendersi Gaza City, dove l'intelligence ritiene si nascondano i leader e i centri di comando di Hamas. Nonché, assai probabile, gran parte dei venti ostaggi ancora in vita, sotto sequestro da 22 mesi. Tra l'obiettivo e la sua riuscita, un milione di palestinesi afflitti dalla carestia indotta dalle restrizioni negli aiuti umanitari.

 

«Vi abbiamo ordinato un'operazione rapida», gli ha ripetuto, alzando la voce, il ministro delle Finanze, l'estremista Bezalel Smotrich. «Non lasciate andare chi non se ne va, perché senza acqua e senza elettricità possono morire di fame o arrendersi. Questo è ciò che vogliamo».

 

BENJAMIN NETANYAHU

E questo è il genere di input che riceve il perplesso Zamir, consapevole com'è della stanchezza del proprio esercito e delle crepe che si aprono in un'istituzione solida come le Idf, da cui ora spuntano ufficiali anonimi che parlano con la stampa e allungano ai giornalisti documenti top secret sul reale numero delle vittime civili a Gaza.

 

«Non credo però che il Capo di Stato maggiore sia scettico», ragiona Miri Eisin, analista militare israeliana con un passato nell'intelligence. «Di certo ha posto delle questioni al governo, spiegando che l'offensiva causerà perdite tra i soldati e vittime tra i non combattenti, e che avrà la forma della guerriglia urbana, con ordigni esplosivi piazzati ovunque, trappole e miliziani che sbucano dal nulla per sparare dalla corta distanza».

 

EYAL ZAMIR

[...] Intanto si prepara, mette a punto le tattiche, invita anche i marinai della base di addestramento di Haifa a tenersi pronti «per sostenere l'offensiva di Gaza City». E da tutt'altra parte, nella Cisgiordania occupata dove la situazione è esplosiva, fa distruggere ai suoi soldati migliaia di ulivi nel villaggio palestinese di al Mughayyir, 30 ettari di piante eradicate «per motivi di visuale e di sicurezza», dopo che un israeliano nei giorni scorsi è stato leggermente ferito. [...]

VETERANI PROTESTANO CONTRO BENJAMIN NETANYAHUbombardamenti israeliani su gaza bombardamenti israeliani su gaza bombardamento scuola Fahmi al-Jargawi di Gaza Citybombardamenti israeliani a gaza - 1NETANYAHU INCONTRA I GIORNALISTI - 2NETANYAHU INCONTRA I GIORNALISTI - 1EYAL ZAMIR