parcheggio disabili

CACCIA AL DISABILE IN SICILIA. PER FARSI ADOTTARE – LA DENUNCIA DI MUSUMECI: SU 13 MILA DIPENDENTI, 2.350 USUFRUISCONO DELLA LEGGE CHE FAVORISCE L’ASSISTENZA AI DISABILI – E CHI NON SE LO TROVAVA A CASA, S’E’ FATTO ADOTTARE – MANCO CHECCO ZALONE ERA ARRIVATO A TANTO…

 

Roberto Puglisi per la Verità

 

PARCHEGGIO PER DISABILI

In Sicilia, alcuni dipendenti della Regione si sarebbero fatti adottare, verosimilmente da anziani che non stanno bene, per poter beneficiare della legge 104 per l' assistenza, con il corredo di facilitazioni, che la normativa prevede. Detta così sembrerebbe quasi una storiella protoleghista sui paradossi del Mezzogiorno, sui suoi chiaroscuri e sui suoi aspetti più pittoreschi: una sorta di documentario intinto nella polemica verso tutto ciò che parla siciliano all' insegna dell' indolenza. Oppure uno sketch tra i più riusciti di Checco Zalone.

 

PERMESSO DI PARCHEGGIO PER DISABILI

Invece, la fonte è un po' più attendibile: si tratta addirittura di Nello Musumeci, governatore di Trinacria, presidente della Regione, insediato a Palazzo d' Orleans dopo la vittoria delle ultime elezioni - nel novembre scorso - sotto le insegne del centrodestra, alle prese con un' attività istituzionale assai complicata, tra fragili alchimie politiche e maggioranze traballanti. Nel frattempo, una terra in crisi, appena uscita dalla travagliata stagione del crocettismo, attende risposte concrete alla sua domanda di serenità.

 

nello musumeci

L' amo presidenziale è stato dunque lanciato da Musumeci - e subito rilanciato da siti e agenzie - nel corso di una conferenza stampa, convocata per ragionare su diversi argomenti, in cui si è parlato soprattutto del personale della Regione: «È possibile che su 13.000 dipendenti, 2.350 usufruiscano della legge 104?». Ecco il dito puntato. Nel novero, secondo quanto ha sostenuto lo stesso governatore, chiacchierando con i giornalisti, qualcuno si sarebbe fatto adottare per usufruire dei benefici. La legge 104 - giova ricordarlo - è uno strumento che permette una serie di agevolazioni nella delicatissima materia, tra l' altro, del sostegno a un congiunto in gravi difficoltà di salute.

 

Certo, siamo ancora nell' ambito di una storia con più di un interrogativo a cui rispondere e con più di un margine di incertezza. Una storia da prendere con le pinze e con le dovute riserve, fino a quando non verrà chiarita. Quanti sarebbero gli «adottati» e perché, senza voler indulgere nella caccia alle streghe? Come sono, esattamente, le situazioni, prese singolarmente? Che passi intende compiere l' amministrazione regionale a riguardo?

 

quo vado checco zalone

Ma la suggestione della «denuncia» è già decollata e si impone nel tracciare il profilo di un ipotetico impiegato regionale che chiede «il favore dell' adozione» al debole di turno per un beneficio in più. E siamo già in «zona Checco». Non una buona pubblicità per una categoria adocchiata con sospetto da coloro che non ne fanno parte e che, magari, desidererebbero un posto fisso e discretamente retribuito: la normalità che, in tanta sete di disoccupazione, quaggiù, è considerata un privilegio assoluto.

 

Il lavoro è un tema bollente a Palermo e dintorni, pure quello che c' è, non solo quello che manca, come si vede. Il presidente Musumeci ha spiegato che intende affrontare la questione di petto, scansando gli sprechi, che la giunta «sta lavorando sul fronte del personale dipendente della Regione». E non ha citato soltanto coloro che, ormai, passeranno alla cronaca come i «centoquattristi».

 

palazzo dei normanni

Musumeci, nella sua conferenza stampa ha, infatti, voluto evidenziare un altro fenomeno di cui ha acquisito cognizione nel suo fin qui breve soggiorno alla testa della macchina burocratica: «2.600 dipendenti sono dirigenti sindacali e non possono essere distaccati». Il presidente della Regione promette approfondimenti futuri, partendo «dalla difficoltà che stiamo avendo a trovare tecnici e altre professionalità». E sì che i dipendenti regionali, conti alla mano, sono quasi un esercito.

 

«Si pensi - ha detto ancora Musumeci - che non possiamo trasferire personale da un ufficio all' altro oltre i 50 chilometri e che tra due anni andranno in pensione altri 3.000 dipendenti. Siamo in difficoltà, sono convinto che troveremo le organizzazioni sindacali dalla nostra parte. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Basta, il tempo dei giochetti e dei ricatti reciproci è scaduto».

 

C' è poi la questione spinosa dei concorsi che verranno, una linea di demarcazione per molti che vorrebbero raggiungere l' agognato posto fisso, normalità o privilegio che sia. Lapidario il commento del presidente dei siciliani in attesa: «Il tema va affrontato col governo nazionale, aspettiamo che si formi».