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Andrea Montanari per "Milano Finanza"
Le dimissioni annunciate martedì dal premier Silvio Berlusconi, oltre a sconvolgere l'andamento di borsa di Mediaset (anche ieri il titolo ha chiuso in territorio negativo a 2,19 euro, con un calo dello 0,54%, dopo il meno 12% di mercoledì), rischiano di avere sempre più riflessi sul business dell'azienda di Cologno Monzese. Oltre al potenziale impatto sulla raccolta pubblicitaria, adesso si apre un altro fronte, quello della gara per l'assegnazione delle sei frequenze televisive in digitale terrestre.
Il beauty contest avviato nei mesi scorsi dal ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, secondo quanto appreso da più fonti vicine all'operazione da MF-Milano Finanza, ora è a rischio. La fine della missione del consiglio dei ministri targato Berlusconi - domenica l'intero esecutivo sarà dimissionario per far spazio con ogni probabilità al governo tecnico guidato da Mario Monti potrebbe avere conseguenze sul bando, non certo una priorità in questa fase di difficile transizione. Va detto, però, che l'esecutivo deve garantire la continuità amministrativa della gestione, e quindi dare attuazione in qualche modo anche a questa operazione.
L'eventuale rinvio della gara, o una sua ridefinizione, rappresenterebbe un danno potenziale per i broadcaster (Rai, Mediaset, TiMedia, Sky Italia, Prima Tv, H3g, Tivitalia, Canale Italia, Dbox ed Europa Way) che hanno chiesto di partecipare all'assegnazione gratuita dei multiplex digitali. Una sfida ardua per i dieci pretendenti, quattro dei quali resteranno a bocca asciutta, al punto che TiMedia, Sky e Tivuitalia hanno già presentato ricorso al Tar.
La decisione sul tema va assunta in tempi rapidi dal nuovo governo, al quale potrebbe prendere parte l'attuale sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Gianni Letta, anche perché la questione multiplex è fondamentale per l'assetto del business televisivo dei prossimi anni oltre che per le strategie dei vari competitor in campo. In caso di stop per cause di forze maggiore, l'azienda che rischia di più è proprio Mediaset che da anni sta lavorando allo sviluppo dell'offerta a pagamento Premium.
La pay tv digitale che conta 2 milioni di abbonati (su 2,9 milioni di tessere attive) sta crescendo in termini di canali in bouquet e proposte editoriali. Proprio per questa ragione, la tv di Cologno Monzese più di altri ha necessità di frequenze, quindi multiplex di trasmissione, anche perché, il futuro del digitale è rappresentato dall'alta definizione (Hd) e dal 3D. Soluzioni tecnologiche che richiedono una banda molto più ampia di quella attualmente a disposizione.
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