boschi orfini cerasa turano festa unita

CAFONALINO IM-BOSCATO - ALLA FESTA DELL’UNITÀ SI PRESENTANO I LIBRI DEI GIORNALISTI CERASA E TURANO, MA TUTTI GLI OCCHI (ANZI, I ‘SELFIE’) SONO PER LA MINISTRA DAGLI OCCHI BLU

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Mauro Evangelisti per “Il Messaggero

 

pubblicopubblico

E alla festa dell’Unità di Roma ci fu la corsa al selfie con la ministra Maria Elena Boschi. Prima, però, andiamo indietro nel tempo: trent’anni fa, festival dell’Unità in una regione rossa, magari in un capoluogo nel cuore della Romagna, arriva l’assessore, il sindaco o il ministro, passeggia tra gli stand, si ferma cordiale ma formale a stringere la mano ai volontari che stanno preparando badilate di strozzapreti, clic, il fotografo ufficiale scatta. Camera oscura, con calma sviluppa e poi le foto finiscono o sul quotidiano ufficiale o sulla bacheca della sede del partito. Altri tempi.

 

pina maturani maria elena boschi matteo orfinipina maturani maria elena boschi matteo orfini

Torniamo al presente, alla festa dell’Unità di Roma, in via di Porta Ardeatina, quella sul cui manifesto ufficiale compare il giubbotto di pelle di Fonzie (ecco, anche questo trent’anni fa sarebbe stato al limite del sacrilego). Alla presentazione del libro di Claudio Cerasa («Le catene della sinistra»), vanno il presidente Matteo Orfini e il ministro Maria Elena Boschi. Platea piena, centinaia di persona, ma prima e dopo scatta la caccia al selfie, alla foto insieme al ministro (vabbè, per Orfini ci sono molte richieste, ma è solo un piccolo particolare).

 

matteo orfini e maria elena boschimatteo orfini e maria elena boschi

Lei sorride, accetta, si mette in posa. In tempo reale, le foto finiscono in rete, viaggiano su Twitter e su Facebook. Ecco la ministra in posa con Stefano, ecco la ministra seduta a tavola nel dopo festival con Luciano Nobili, vice segretario romano, ecco ancora la ministra che si fa la foto con Federica. Gli smarthpone lavorano instancabili fino a fiaccare le batterie. Dalla bacheca del partito di trent’anni fa, alle bacheche di Facebook di oggi.