IL CAINANO ALZA IL GOMITO: “ALL’ECONOMIA CI VADO IO O BRUNETTA - NO TECNICI - VIA L’IMU - OK CANCELLIERI”

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Paolo Mastrolilli per "La Stampa"

Silvio Berlusconi traccia linee sulla carta, come per fissare desideri e idee, mentre parla delle consultazioni in corso per formare il governo Letta: otto riforme economiche e istituzionali, che includano la restituzione dell'Imu; il ministero dell'Economia a lui, o in alternativa Brunetta; niente veti sulla Cancellieri agli Interni; e magari un nuovo sistema elettorale che includa il presidenzialismo a due turni. Il fallimento di Letta, però, «non voglio neanche immaginarlo».

L'ex premier è a Dallas per l'inaugurazione della Library dell'ex presidente Bush, ma non può distrarsi dall'Italia. In mattinata parla a lungo con Gianni Letta e Angelino Alfano, promettendo di risentirli in serata, quando si vedranno con Enrico Letta.

Come giudica l'incarico e le prime mosse?
«Letta viene da una famiglia che conosciamo bene ed è certamente una persona ottima, ma non è tanto importante chi guida il governo. Conta l'accordo sui provvedimenti urgenti, per uscire dalla spirale recessiva provocata dalle politiche di austerità».

Lei ha indicato otto punti che dovrebbero far parte dell'agenda del nuovo governo: sono inderogabili per partecipare?
«L'importante è formare un esecutivo che accetti la tesi del rilancio, poi possiamo vedere il dettaglio con buon senso. Gli otto punti vanno in questa direzione, non sono misure che favoriscono questo o quell'altro.

Sei riguardano l'economia, e si potrebbero riassumere in un disegno chiamato Salva Italia; uno la riforma costituzionale, perché il nostro è un paese ingovernabile; uno la giustizia, che da anni vogliamo cambiare».

Quali sono i provvedimenti più urgenti?
«Eliminare la camicia di forza che la burocrazia impone alle imprese, con le eccessive autorizzazioni ex ante necessarie ad avviare un business: ne servono 12 solo per un ristorante. Poi abrogare l'Imu, patrimoniale permanente che ha tolto soldi dalle tasche delle famiglia e fiducia, fattore decisivo per la ripresa.

Dobbiamo ridurre l'Irap e cambiare tutto a Equitalia: il governo tecnico ha dato input terroristici ai suoi uomini, ormai visti come nemici dai contribuenti. No ai pignoramenti di prime case e macchinari, estendere le rate per pagare gli arretrati.

Incentivare le aziende ad assumere i 600.000 giovani disoccupati, consentendo per tre anni di non pagare imposte e contributi. Tagliare i costi della politica,dopo episodi tipo Fiorito e Lusi, ricordando però che la politica costa. Quindi bisogna cambiare le regole, facilitando il finanziamento privato».

Gira l'ipotesi di un compromesso: togliere l'Imu senza rimborsare la rata del 2012.
«Il problema non è un provvedimento, ma il complesso di misure».

Dove si trovano i soldi?
«Tagliando le spese. L'Imu costa solo 4 miliardi. Noi abbiamo una macchina statale che costa 800 miliardi l'anno, un terzo in più degli altri paesi europei. Riducendo le spese del 2% all'anno per una legislatura, recupereremmo circa 8 miliardi: ci entrerebbe anche il quoziente famigliare.

Poi pressioni sull'Europa, perché insistere sulla clausola del 3% e il fiscal compact è fuori dalla realtà. Infine avevo suggerito di raccogliere un'imposta sui capitali in Svizzera, che però conserverebbe il segreto bancario».

Quali ministeri volete?
«Se ci fosse davvero volontà di collaborare, dovrebbero offrire l'Economia a me, che mi ero candidato in campagna elettorale. Non lo faranno, ma vedrei bene Brunetta: è litigioso, ma intelligente.

D'altra parte Napolitano ha dato indicazioni per ministri di nuova generazione e possibilmente donne. Vorrei avere un ruolo nella convenzione per le riforme, se ci sarà».

Si parla del direttore di Bankitalia Saccomanni.
«No, dopo l'esperienza fatta con i tecnici. E anche tutto questo nuovismo, i giovani: per fare politica bisogna essere esperti».

Avete messo il veto sulla Cancellieri agli Interni?
«No. Io l'ho nominata prefetto di Bologna, e le avevamo anche offerto di candidarsi. E' un funzionario che apprezziamo molto».

Accettereste Violante alla giustizia?
«Non ne abbiamo ancora parlato».

Il presidente Napolitano insiste molto sulla riforma elettorale.
«Ha provocato questa cosa abnorme del Pd, che col 29% ha il 55% dei deputati. Molti Bersani nemmeno li conosce, e infatti hanno votato come gli è parso. Lo stesso per i parlamentari di M5S: burattini inconsapevoli, telecomandati da un burattinaio squilibrato».

Spera ancora in un accordo sul presidenzialismo?
«Sicuro. Me lo auguro, dopo aver visto cosa è successo con le candidature di Prodi e Marini. Chi pensa di essere adatto si presenta, e poi i due migliori si sfidano».

Se nel Pd riemergessero su Letta le divisioni viste su Prodi e Marini vi sfilereste?
«Mi auguro che non accada. Ma devono conciliare anime politiche molto diverse, è difficile».

E' vero che ci sono state tensioni tra Napolitano e Alfano?
«Mercoledì Alfano aveva fatto una dichiarazione su iniziativa personale, in risposta a parole offensive della sinistra».

Il Presidente ha detto che Enrico Letta non ha alternative: in caso di fallimento, teme le sue dimissioni?
«Non voglio farvi perdere tempo con ipotesi da cui dobbiamo rifuggire. Spero ardentemente che si possa formare un governo, che faccia le cose di cui abbiamo parlato, perché il paese è in una situazione terribile».

Ha parlato ancora con Alfano e Letta dopo la giornata di trattative?
«Sì, hanno avuto un incontro di circa due ore. Erano soddisfatti, mi sembra che le cose si stiano mettendo bene».

Mentre era alla Library di Bush ha incontrato anche Obama?
«Sì, ci siamo parlati brevemente».

Cosa vi siete detti?
«Mi ha chiesto cosa stava succedendo in Italia. Gli ho spiegato che stavo per rientrare, perché stiamo concludendo le consultazioni e siamo vicini a formare il nuovo governo. Ha annuito e ha detto: bene così».

 

Silvio Berlusconi con George BushSilvio Berlusconi con Alfano e SchifaniQATIPM x Giorgio Napolitano e Angelino Alfano Cancellieri e Severino SILVIO BERLUSCONI ENRICO LETTA Brunetta Renato BARACK OBAMA CON MICHELLE OBAMA E BARBARA BUSH ALL'INAUGURAZIONE DELLA GEORGE W BUSH LIBRARY