CANCELLIERI, BOIA CHI MOLLA! - "LO RIFAREI, CERTO CHE LO RIFAREI. IL MIO È STATO UN INTERVENTO UMANITARIO” - DAL PD AL PDL, TUTTI DIVISI SULLE DIMISSIONI

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La Stampa.it
Si dice «serenissima e tranquilla, pronta a rispondere a qualunque domanda». Il suo è stato «un intervento umanitario, mosso da un detenuto che poteva morire. Se fosse morta cosa sarebbe accaduto?». Il ministro Anna Maria Cancellieri martedì alle 16 chiarirà in Senato che la sua telefonata al Dap sulle condizioni di salute di Giulia Ligresti non voleva in alcun modo interferire nelle decisioni dei magistrati sulla scarcerazione. «Un ministro ha molti doveri ma anche il diritto a essere umano», afferma il ministro della Giustizia, nel suo intervento al congresso dei Radicali.

"ALMENO 110 ALTRI CASI"
Il Guardasigilli non ha alcuna intenzione di dimettersi: «Lo rifarei, certo che lo rifarei». E ancora: «Io ho la responsabilità delle carceri e sono intervenuta con il Dap dicendo attenzione che Giulia Ligresti potrebbe compiere gesti inconsulti. State attenti». Perché ministro della Repubblica ha «il dovere di osservare le leggi dello Stato senza cedimenti e tentennamenti, ma credo che abbia anche il diritto di essere un essere umano». E ancora: «Io ho la responsabilità dei detenuti, ho fatto oltre cento interventi per persone che ho incontrato nel corso di mie visite in carcere o i cui i familiari si sono rivolti a me anche solo tramite una e-mail».

L'INTERVENTO DI PALAZZO CHIGI

«Il Governo ha voluto che il chiarimento in Parlamento avvenisse immediatamente perché non devono esserci zone d'ombra. Siamo sicuri che il ministro fugherà ogni dubbio», scrive palazzo Chigi in una nota dedicata al ministro della Giustizia. «Siamo sicuri - si legge ancora nel comunicato - che le argomentazioni che il ministro Cancellieri svilupperà convinceranno le Camere e fugheranno ogni dubbio. Le parole del procuratore Caselli hanno per altro già dato un fondamentale contributo di chiarezza».

L'INTERVISTA AL TG1
Il Guardasigilli, intervistata dal Tg1, passa intanto al contrattacco: «Non siamo tutti uguali davanti alla legge? Certo! Non ci sono detenuti di serie A e serie B. Dobbiamo lottare per migliorare il sistema carcerario, ma queste cose non aiutano». Niente dimissioni, quindi. Anzi: «Ribatterò punto su punto alle inesattezze e alle falsità dette e scritte su di me in questi giorni». Cancellieri non fugge e spiega di non sentirsi colpevole di nulla, e quindi ha confermato gli impegni pubblici. Lunedì sarà a Strasburgo a presentare il pacchetto di misure con cui il governo intende rispondere all'emergenza del sovraffollamento nelle carceri. Martedì riferirà a Palazzo Madama. Ma la disponibilità della Cancellieri di riferire in Senato non impedisce che la vicenda diventi una nuova grana per il governo, già in equilibrio precario causa decadenza di Berlusconi. E se il premier Enrico Letta tace, è il Pd a chiamare «in tempi rapidi» il ministro in Aula per «fugare ogni dubbio che in Italia ci siano detenuti di serie A e B».

LA MOZIONE DI SFIDUCIA
Il Movimento 5 Stelle, sulle barricate insieme alla Lega, annuncia una mozione di sfiducia perché «mentre migliaia di persone soffrono per le condizioni carcerarie - attacca il capogruppo alla Camera Alessio Villarosa - lei si preoccupa della figlia di Ligresti, titolare della società ex datrice di lavoro del figlio che ha ricevuto una buonuscita di 3,6 milioni di euro».

E oggi Beppe Grillo rincara la dose dalle colonne del suo blog: «La Idem a causa dell'ICI non pagata ha dato le dimissioni in dieci giorni. La Cancellieri - si legge nel post - forse non le darà mai. Il motivo è semplice. La Cancellieri fa parte di quel mondo composto da politici, banchieri, istituzioni, finanzieri, inestricabile come una foresta pietrificata». Nel testo della mozione di sfiducia si leggono parole durissime: «Il solo sospetto che un ministro della Giustizia possa aver ricevuto ed esercitato pressioni, è un'ombra di cui un membro delle istituzioni non si può vestire. D'altra parte - si legge nella mozione - siamo memori di un caso, avvenuto nella scorsa legislatura, e riguardante un presidente del Consiglio dei ministri e la Questura di Milano che può sembrare molto simile alla situazione in questione».

IL PD: "NON MINIMIZZI"
Più dei toni del M5S, però, che ormai è sceso in campo, salta agli occhi che è il Pd a non difendere la Cancellieri a prescindere. Il partito di Guglielmo Epifani ha deciso una posizione interlocutoria. «Il ministro Cancellieri oggi, nel corso di un intervista al Tg1, afferma "che certe cose non aiutano". Probabilmente si riferiva alle reazioni provocate dalla sua telefonata. Noi siamo i primi a non accettare facili strumentalizzazioni della vicenda ma, allo stesso modo, non ne consentiamo una sua minimizzazione», scrive in una nota Danilo Leva, deputato e responsabile Giustizia del Pd. «Io non ho problemi né a spiegare né a non minimizzare», ha replicato il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ai cronisti che le chiedevano cosa rispondesse alla richiesta del responsabile Giustizia del

PDL ALLA FINESTRA
Ma qualcuno scalpita anche dentro il Pd. Il candidato alla segreteria Gianni Cuperlo: «È un episodio che lascia l'amaro in bocca perché ci si chiede se quel gesto sarebbe stato fatto per chiunque o perché aveva quel cognome. Certo è un episodio che non aiuta il governo Letta». O anche Pippo Civati: «La politica latita».

La renziana Pina Picierno, poi, si dice «allibita» e si attende le dimissioni del ministro perché «inopportuni» i rapporti confidenziali con i Ligresti e «inappropriate» le telefonate. Specularmente, dentro il Pdl c'è chi, come Fabrizio Cicchitto, teme la deriva che questo affaire potrebbe innescare: «È evidente - dice - la strumentalità anti-governativa di certi titoli di giornale e di alcuni interventi parlamentari».

E c'è chi usa l'episodio per far saltare il governo. Daniela Santanchè, ad esempio, provoca: «La Cancellieri deve rimanere al suo posto, ma per coerenza con se stessa mandi gli ispettori alla Procura di Milano per ripristinare la giustizia sul caso della telefonata di Berlusconi in questura».

 

Antonio Milo e il Ministro Cancellieri AnnaMaria Cancellieri Ministro Cancellieri Cancellieri Di Mare Isoardi e Manganelli