donald trump saluta

LA CANDELINA DI TRUMP – DOPO UN ANNO, LA CREDIBILITA’ DI DONALD SEMPRE PIU’ GIU’ E LA BORSA SEMPRE PIU’ SU’ – NON HA FATTO IL MURO COL MESSICO, NON HA CANCELLATO LA OBAMACARE, MA WALL STREET VOLA IN ATTESA DELLA RIFORMA FISCALE. MANCA SOLO IL VOTO DEL SENATO

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Anna Guaita per il Messaggero

 

donald trump

La sera dell'8 novembre 2016, Donald Trump vinceva la Casa Bianca. Quel che solo qualche mese prima era sembrata una ipotesi irreale, diventava realtà. Lui stesso sorpreso, Trump pronunciò quella sera un discorso in cui prometteva di sanare le fratture della brutale campagna elettorale e di essere «il presidente di tutti gli americani». E molti sperarono che Trump presidente sarebbe stato diverso dal Trump candidato. Un anno dopo però, i sondaggi provano che l'imprenditore newyorchese non ha unificato il Paese, ma lo ha ulteriormente diviso, e anzi combatte con immutata animosità contro Hillary Clinton (e i suoi sostenitori) quasi fosse ancora in campagna. 

 

ALTA IMPOPOLARITÀ

Divide et impera era il suo motto come uomo d'affari e continua ad esserlo ora che è alla guida del Paese. Ma è anche il motivo per cui registra un tasso record di impopolarità e non riesce a far passare quasi nessuna delle sue promesse elettorali. La grande riforma delle tasse di Ronald Reagan nel 1986 avvenne quando il presidente mediò fra i due partiti.

 

trump e obama

George Bush senior ottenne un simile risultato bipartisan con la storica legge che garantiva la protezione dei disabili. Bill Clinton ha riformato il welfare allo stesso modo, mediando fra i due partiti, così come Bush junior ha riformato la scuola pubblica e l'espansione dell'assistenza medica agli anziani, e Barack Obama ha promosso lo stimolo che ha dato il via alla ripresa dopo la crisi del 2008. Queste lezioni di bipartisanship presidenziale non sono state imparate da Trump, che privilegia lo scontro, usando twitter come arma e schizzando veleno sui nemici.

donald trump ronald reagan

 

E per questo è riuscito a portare a casa ben poco. Lui ovviamente celebra la buona salute dell'economia, dandosene tutto il merito, dimenticando però che naviga su una corrente positiva cominciata nel 2009. Per il resto le sue sono vittorie di segno negativo, quasi tutte per cancellare l'eredità di Obama: ha tirato fuori gli Usa dagli accordi di Parigi sul clima, ha troncato il negoziato sul grande accordo commerciale con i paesi asiatici, ha rinnegato alcune delle aperture diplomatico-commerciali con Cuba, ha cancellato decine di provvedimenti federali pro-lavoratori che le industrie trovavano gravosi, e non essendo riuscito a far abolire l'Obamacare dal Congresso, lo ha però indebolito cancellando i sussidi per le società di assicurazione. 

trump wall street

 

Ma in senso pro-attivo, i successi sono scarsi: il famoso muro che doveva tenere fuori i clandestini messicani, che aveva promesso al momento di candidarsi, per ora è lungi dall'essere costruito. Il muslim ban è stato bloccato ripetutamente dal magistratura e anche nella versione annacquata avrà vita difficile. Qualche speranza può averla sul fronte del taglio delle tasse. Ma per riuscirci dovrebbe negoziare e concedere qualcosa ai democratici. 

 

GLI OSTACOLI

murales muro con il messico

Per ora la grande riforma delle tasse, anch'essa promessa in campagna elettorale, è solo stata approvata dalla Camera, e deve passare il voto al Senato. Si prevedono ostacoli e resistenza, e non solo da parte dei democratici. E poi c'è il Russiagate. Finora il nome di Trump è entrato solo di striscio nell'inchiesta sulle interferenze russe nella campagna elettorale. Ma il procuratore speciale Robert Mueller ha cominciato a incriminare gli uomini che gli sono stati vicini, collaboratori di primo piano. L'ombra di questo scandalo lo segue dovunque, e ultimamente ha cominciato anche a corrodere lo zoccolo duro dei suoi sostenitori.