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CRUCCHI CONTRO - IL CAPO DELLA BUNDESBANK JENA WEIDMANN A SORPRESA DIFENDE DRAGO DRAGHI DAGLI ATTACCHI DEL ‘FALCO’ SCHAEUBLE, CONTRARIO ALLE MISURE DELLA BCE - IL MINISTRO IN CARROZZELLA E’ PRONTO A TUTTO: ANCHE RICORRERE IN TRIBUNALE CONTRO LE MISURE DI POLITICA MONETARIA

Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

 

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Non è una difesa di rito, né una questione formale. L’indipendenza della Bce è un dettaglio fondante del suo potere, senza la certezza che agisca autonomamente rispetto alle pressioni dei governi, non avrebbe l’effetto dirompente sui mercati che dimostra ogni volta che prende una decisione qualsiasi. Perciò Jens Weidmann ha difeso ieri Mario Draghi, sostenendo in un’intervista al Financial Times che «non è inusuale che i politici abbiano opinioni sulla politica monetaria», ma che «noi siamo indipendenti».

 

SCHAEUBLE DRAGHI FOTO LAPRESSE SCHAEUBLE DRAGHI FOTO LAPRESSE

Perciò si è spinto persino oltre, rivolgendo una critica esplicita a un dibattito, in Germania, ossessionato dal tema degli effetti dei tassi nulli sui risparmi: «La discussione non si focalizza abbastanza sulle conseguenze macroeconomiche più ampie della politica monetaria», ha detto, aggiungendo che «le persone non sono solo risparmiatori: sono anche impiegati, contribuenti e debitori, e in quanto tali beneficiano dei bassi tassi».

 

Weidmann stesso è stato spesso critico sulle decisioni Bce, ha votato contro il Quantitative easing che l’anno scorso ha scongiurato la deflazione, contro lo scudo anti spread che ha salvato l’euro, si è detto contrario anche all’allargamento dell’acquisto dei titoli e all’ulteriore taglio dei tassi decisi all’ultima riunione Bce.

 

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Ma viene dalla solidissima tradizione della Bundesbank, che fino all’adozione dell’euro è sempre stata un tempio della politica monetaria — il marco era una delle monete più solide al mondo — anche in virtù della sua proverbiale indipendenza (basti ricordare che quando Kohl adottò il cambio uno a uno tra marco dell’Est e dell’Ovest: il presidente della Bundesbank Poehl si dimise).

 

L’intervento di ieri arriva dopo un fine settimana di bordate crescenti, inaugurato da una dichiarazione durissima. Venerdì scorso Schaeuble ha raccontato durante una riunione a porte chiuse: «Ho detto a Mario Draghi, puoi essere orgoglioso che il 50% del successo di un partito nuovo e popolare in Germania è da ricondurre a come sono disegnate le politiche monetarie». Secondo il politico Cdu «c’è una convinzione crescente che la liquidità in eccesso è diventata più una causa che la soluzione dei problemi». Anche ieri a Berlino, il responsabile delle Finanze ha dichiarato di «voler scambiare una parola» con Draghi.

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Angela Merkel tace. E’ stata lei, in passato, a garantire sempre il suo appoggio a Draghi, anche in momenti in cui Schaeuble e una fetta dell’opinione pubblica tedesca criticavano la Bce. Indiscrezioni parlano di una irritazione palpabile verso il presidente Bce. Ma non sfocia per ora in una presa di posizione pubblica. Schaeuble si starebbe preparando invece al peggio, sostiene Spiegel, persino ad andare in tribunale contro la Bce, se si spingesse all’”helicopter money”, la misura più radicale di politica monetaria.

Draghi e SchaeubleDraghi e Schaeuble

 

Sulle critiche a Draghi Schaeuble ha ricevuto manforte dal collega della Csu e ministro dei Trasporti, Dobrindt, che ha parlato di “corso molto rischioso” Bce. Persino il vicecancelliere Spd Gabriel ha sibilato: «quello che la Bce fa ai risparmiatori, ai lavoratori, ai pensionati, è un esproprio, anche se non è colpa della Bce». In realtà le conseguenze di un’uscita dalle politiche monetarie di emergenza sarebbero disastrose e i mercati seppellirebbero l’euro. Ma questo dubbio, ai sagaci commentatori e politici tedeschi, non viene mai.