DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Angelo Aquaro per "la Repubblica"
«Signor presidente, a questo punto tocca a Lei». Il piccolo gruppo di notabili ispanici sussultò: come si permetteva quella signora di rivolgersi così al Comandante in Capo? «Con tutto il rispetto, signore» continuò la donna «è una materia che lei dovrebbe risolvere con tutto il carico emozionale che ci sa mettere». Barack Obama la guardò perplesso: «Cosa vuoi dire?».
«Voglio dire che deve saper dimostrare l'attaccamento a noi latini. In fondo è cresciuto in un ambiente simile. Deve essere capace di parlare a noi come se parlasse alla sua famiglia». Il presidente incassò in silenzio. Ma due mesi dopo, quando il 15 giugno scavalcò l'immobilismo del Congresso per proporre il suo mini Dreamact, il decreto che ha permesso la regolarizzazione di oltre un milione di clandestini, i partecipanti a quella ristrettissima riunione ricordarono che lo scatto presidenziale era cominciato proprio allora: grazie alla spinta di una piccola grande donna latina. Eva Longoria.
Una "Casalinga disperata" alla Casa Bianca? Dal Texas a Washington passando per Hollywood, la favola della protagonista del celebre serial, nata in Texas 37 anni fa da genitori messicani, è diventata l'ultima incarnazione, e che incarnazione, della nuova America di Obama. Sulla sua pagina Twitter, 5 milioni di followers, la signora che per ben due volte la rivista Maxim, non proprio la Gazzetta Ufficiale, ha eletto «latina più
Caliente d'America», si definisce «attrice, attivista e filantropa».
Ma a Washington sono in tanti a giurare che presto la lista potrebbe allungarsi con una nuova qualifica: onorevole Longoria. Lei, per il momento, si è iscritta a un corso di scienze politiche alla Cal State-Northridge University, specializzazione chicanos, studi sui cittadini di origine messicana dunque, perché - racconta al Wall Street Journal - non vuole passare «per una di quelle celebrities che non sanno di cosa sta parlando». Non che lei non lo sappia. Invitata alla convention democratica, aveva respinto il copione perché troppo moscio.
Correggendolo poi con quella battuta a effetto contro Mitt Romney che non voleva alzare le tasse ai ricchi: «L'Eva Longoria che incartava hamburger da Wendy aveva bisogno di pagare meno: non l'Eva Longoria che lavora nel cinema».
L'ultimo show è andato in onda in queste ore: è toccato proprio a lei co-presiedere nientemeno che il comitato di organizzazione della spettacolare cerimonia di inaugurazione. Ok, il Team Obama ha faticato a raccogliere i 50 milioni di dollari per rientrare nelle spese: al punto, pur di far cassa, da dimezzare i biglietti del Gran Ballo da 1000 a 500 dollari.
Ma qui la signora non c'entra. Anzi. Il suo "Latino Inaugural" con José Feliciano al Kennedy Center è stato un trionfo. Del resto gli ispanici sono già oggi il 10% degli americani: ed entro vent'anni saranno uno statunitense su tre. Ecco perché Obama, che sta già costruendo il partito del futuro, sa che deve tenersela stretta, la sua Eva: non tanto naturalmente da ingelosire Michelle. Di First Lady e di casalinga disperata, ne basta, rispettivamente, una.
EVA LONGORIA SUL RED CARPETEVA LONGORIA SUL RED CARPETEVA LONGORIAEVA LONGORIA E KATE DE CASTILLOEVA LONGORIA SEXY EVA LONGORIA
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