DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Valeria D' Autilia per “la Stampa”
Lui è indagato per lesioni personali, furto e minacce. Lei prova a curarsi le ferite, mentre un'onda di solidarietà la travolge: varie offerte di impiego per allontanarla definitivamente da quel datore di lavoro accusato di averla picchiata solo perché aveva chiesto di essere pagata. Voleva che le ore effettive le fossero riconosciute. Ne aveva tutto il diritto.
Sull'accaduto la procura di Catanzaro ha aperto un'inchiesta.
Nigeriana 25enne con un impiego come lavapiatti nel lido-ristorante «Mare Nostrum» di Soverato, Beauty Davis ha trovato il coraggio di filmare quell'aggressione e trasmetterla in diretta sui social. Forse pensava anche a sua figlia di 4 anni: le ha dato forza in quel momento e quando si è presentata in caserma per la denuncia. «Alla ragazza - spiega il suo avvocato - è stato inviato un bonifico di 200 euro, ma era stato pattuito un compenso di 600». Anche il presunto autore delle violenze, Nicola Pirroncello, ha fornito la sua versione dei fatti: titolare 53enne della struttura, è incensurato e figlio di un carabiniere in pensione.
LA GIOVANE NIGERIANA BEAUTY IN COMPAGNIA DI UN'AMICA DAVANTI ALLA CASERMA DEI CARABINIERI
Insulti, schiaffi, minacce: nel giro di pochissimo tempo il video è diventato virale. «Dove sono i miei soldi?» si sente nel filmato. E poi la replica del titolare: «Non ti preoccupare, adesso arrivano i carabinieri, qui è casa mia». A quel punto le botte e, in sottofondo, le grida. Tutto degenera quando si accorge che lei sta riprendendo tutto. Beauty prova a difendersi e, fin quando ce la fa, tiene saldo il suo smartphone. Sa che è una prova.
Di quell'uomo sembra non si fidasse, ma probabilmente non avrebbe immaginato un simile epilogo. I sindacati parlano di turni infiniti, di un'ora di lavoro al giorno prevista sulla carta, ma a cui se ne aggiungevano almeno altre dieci. Era stanca Beauty, ma non si è mai tirata indietro. Ogni estate lavorava come lavapiatti in questa località tra le più apprezzate del turismo balneare calabrese. Era arrivata in Italia da alcuni anni: prima in un centro di accoglienza, poi il tentativo di essere indipendente.
nigeriana aggredita dal datore di lavoro in calabria
Ma questa ragazza è solo uno dei tanti sfruttati di un comparto dove oltre il 55% dei lavoratori è a chiamata. Turismo e cultura troppo spesso significano precarietà.
Stando ai dati dell'Ispettorato del lavoro, solo il 59% è assunto a tempo indeterminato, contro l'82% del totale dell'economia. Questo settore registra il 46% delle violazioni totali e il 12% sull'orario di lavoro.
Poi retribuzioni basse, orari ridotti (almeno sulla carta) e mansioni poco qualificanti. Finti part-time, mancati riposi, obbligo agli straordinari sono spesso l'altra faccia di villaggi, hotel, stabilimenti e ristoranti. Ma anche di eventi, come dimostra l'ispezione delle ultime ore nel cantiere del concerto del «Jova Beach Party» a Lido di Fermo. Trovati 17 lavoratori in nero, italiani e stranieri, e 4 ditte sono state sospese. Intanto c'è la protesta del sindacato Usb con uno striscione lasciato all'ingresso del lido dove lavorava Beauty. «Questo locale sfrutta chi lavora». Non è l'unico, dicono altre voci dal resto d'Italia.
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