QUEL POLONIO CHE NON PASSA – LA MORTE DELL’EX AGENTE LITVINENKO, AVVELENATO A LONDRA NEL 2006, NON HA ANCORA UN COLPEVOLE ¬– MA CON LA CRISI UCRAINA L’INCHIESTA SI RIAPRE - PUTIN “NON POTEVA NON SAPERE”…

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Enrico Franceschini per “La Repubblica”

 

LitvinenkoLitvinenko

Bisogna scostare mazzi di fiori rinsecchiti per leggere la celebre frase impressa sulla lapide: “Proletari di tutto il mondo, unitevi”. Sotto l’imponente tomba di marmo, sulla collina che domina Londra, riposa Karl Marx, padre del comunismo, l’ospite più illustre del cimitero monumentale di Highgate. Ma recentemente il traffico di visitatori, curiosi, perfino turisti, è indirizzato verso un’altra pietra sepolcrale, appena un po’ più in là, anch’essa circondata di fiori.

 

Sede dell\'MI5 servizi segreti inglesiSede dell\'MI5 servizi segreti inglesi

Pure qui campeggia una scritta: “Per il mondo sei una persona, ma per una persona sei il mondo”. Da fuori sembra una fossa come tante. Sotto terra, tuttavia, la bara giace dentro una capsula ermeticamente sigillata, ricoperta da moniti a non toccarla, tantomeno aprirla, per almeno 28 anni. Il corpo che c’è chiuso dentro, o quello che ne resta, continua a essere considerato potenzialmente letale. Ma i danni che può fare a chi gli si avvicinasse non sono più soltanto fisici: ora sono diventati anche politici.

 

Il ministro degli Interni britannico in persona, Theresa May, ha annunciato una public inquiry, un’inchiesta pubblica, sulla morte di Aleksandr Litvinenko, l’exagente del Kgb sovietico avvelenato con il polonio radioattivo nel 2006 al bar del Millennium Hotel, l’albergo situato tra l’ambasciata d’Italia e quella degli Stati Uniti a Grosvenor Square, nel cuore della capitale.

PUTIN TRA MERKEL E CAMERON PUTIN TRA MERKEL E CAMERON

 

È lì che il primo novembre di quell’anno Litvinenko beve una tazza di tè con altri due ex agenti del Kgb, Andrej Lugovoj e Dmitri Kovtun, vecchi amici o perlomeno vecchi commilitoni con cui deve presumibilmente discutere di affari, di segreti o di entrambe le cose. Quindi va a casa, comincia a vomitare, tre giorni dopo è ricoverato in ospedale, ventidue giorni più tardi muore.

 

Basta una goccia di polonio in un cucchiaino di zucchero a uccidere un uomo, ma — convenientemente per un assassino — diventa letale solo se ingerito ed è difficilissimo riscontrarne le tracce: gli specialisti inglesi capiscono la causa del male misterioso che lo ha colpito solo poche ore prima che Litvinenko esali l’ultimo respiro.

 

THERESA MAY THERESA MAY

Individuata la sostanza, il numero dei possibili esecutori e mandanti si restringe di parecchio: soltanto nazioni in possesso di ordigni nucleari sono in grado di avere il polonio. Poiché tracce della medesima sostanza sono rinvenute in seguito nelle stanze d’albergo dei due ex-agenti del Kgb con cui la vittima ha preso il tè, oltre che nella teiera e nella tazza di Litvinenko, ma non in quella dei suoi due ex-colleghi, non è difficile indovinare chi siano gli autori materiali del delitto.

 

David Cameron E Theresa May jpegDavid Cameron E Theresa May jpeg

L’anno seguente la magistratura britannica decide di incriminare uno dei due, Lugovoj, per l’assassinio di Litvinenko. Un assassinio senza precedenti perché Litvinenko aveva ottenuto la cittadinanza britannica e la sua morte costituisce dunque il primo caso di un cittadino del Regno Unito ucciso con armi non convenzionali.

 

Di delitti sullo sfondo dello spionaggio, Londra ne ha già visti. Il più romanzesco rimane quello dell’esule bulgaro Georgj Markov, un dissidente che parlava troppo e male del regime di Sofia alla Bbc, colpito con la punta di un ombrello sul ponte di Waterloo nel 1978: qualche ora dopo si sentì male, quattro giorni dopo morì. Ma allora c’era la guerra fredda.

Elena Gorbunova la fidanzata di Boris Berezovsky Elena Gorbunova la fidanzata di Boris Berezovsky

 

Perché uccidere nel 2006 un ex-spia sovietica di medio livello emigrato e naturalizzato in Inghilterra? Non si uccide col polonio radioattivo per una disputa di affari. Deve esserci sotto qualcos’altro. Per scoprirlo, i giudici di Londra chiedono l’estradizione di Lugovoj. La Russia rifiuta sostenendo che è una strumentalizzazione politica. Nel frattempo Lugovoj è diventato deputato e vanta perfino l’immunità parlamentare. L’indagine inglese parte lo stesso.

 

Dura anni: una lentezza insolita per la giustizia di questo paese. Eppure a forza di scavare, sir Robert Owen, il “coroner”, il giudice che investiga una morte sospetta, nel 2013 trova indizi sufficienti per chiedere un’inchiesta pubblica: scopre che Litvinenko lavorava per i servizi segreti britannici e part-time anche per quelli della Spagna. Il magistrato aggiunge che ci sono elementi per credere che l’inchiesta porti alla luce il ruolo della Russia nel delitto.

Elena Gorbunova la fidanzata di Boris Berezovsky Elena Gorbunova la fidanzata di Boris Berezovsky

 

I tabloid londinesi impazziscono: sembra la trama di un thriller di John Le Carrè o di Tom Clancy. Senonché a quel punto il ministero degli Interni e il Foreign Office bloccano l’indagine: c’è il rischio, dichiarano, che proseguire l’inchiesta provochi rivelazioni di “segreti di Stato”.

 

Se dello Stato britannico o di quello russo o di entrambi, non è chiaro. L’impressione è che la preoccupazione principale del governo britannico sia non danneggiare le relazioni con Mosca, che per un po’ hanno rischiato di congelarsi a causa dell’affare Litvinenko. Ora c’è voglia di fare business più che di fare giustizia. Gli oligarchi russi, i miliardari amici del Cremlino, hanno beni e interessi troppo grandi a Londra: due di loro, Abramovich e Usmanov, sono proprietari delle due più forti squadre di calcio cittadine, il Chelsea e l’Arsenal.

Boris Berezovsky and Roman Abramovichs Hermes showdown Boris Berezovsky and Roman Abramovichs Hermes showdown

 

A Londra c’è un terzo oligarca russo, Boris Berezovskij, un “nuovo ricco” un tempo potentissimo al Cremlino, quando c’era Boris Eltsin fu addirittura il padrino di Putin e Abramovic, ma poi caduto in disgrazia: combinazione, viene ritrovato morto nel bagno di casa, nella sua villa alle porte di Londra. Suicidio, è il verdetto ufficiale. Sebbene qualcuno creda che sia una messa in scena. Che l’abbiano ucciso. Altra combinazione: Litvinenko aveva lavorato a lungo per Berezovskij. Adesso sono morti tutti e due.

 

Berezovskij Berezovskij

Ed ecco che improvvisamente, a fine luglio, il ministro degli Interni May decide di riaprire l’inchiesta su Litvinenko. La affida a Robert Owen, il “coroner” che ha sospettato per primo che il mandante dell’assassinio sia la Russia. «Fonti bene informate mi assicurano che la riapertura dell’inchiesta è solo una coincidenza, non c’entra nulla con le tensioni con Mosca per l’aereo della Malaysia Airlines abbattuto dai ribelli filo-russi in Ucraina, non è una ritorsione», racconta Nick Robinson, il corrispondente da Downing street della Bbc.

 

Ma mentre lo dice quasi gli scappa da ridere. Non ride invece il funzionario dell’Mi5, il servizio di controspionaggio britannico, mentre fa una soffiata al Daily Mirror: «Abbiamo anche noi il nostro dossier su Litvinenko. Tutte le prove portano a Putin». Quali prove? «Una volta accertato che il polonio radioattivo proviene dalle autorità russe, e le nostre informazioni lo confermano, non ci sono dubbi che Putin sia coinvolto.

 

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Nessuno nella comunità dell’intelligence pensa che il presidente russo non ne sappia niente. Nessuno avrebbe avuto l’audacia di commettere un simile delitto senza l’autorizzazione di Mosca. Gli assassini di Litvinenko, quale che fosse il movente, dovevano sapere che Putin era consenziente. Ed è altamente probabile che a Putin non dispiaccia destare sospetti: vuole che il mondo sappia che, se sgarri con il Cremlino, presto o tardi la pagherai, facendo una fine orribile, per di più».

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Otto anni fa, sul suo letto di morte, ridotto a una larva, Litvinenko lanciò il suo j’accuse: «Vladimir Putin, lei può riuscire a mettere a tacere me, ma questo silenzio ha un prezzo ed è un prezzo che risuonerà nelle sue orecchie per il resto della sua vita. Che Dio la perdoni per quello che ha fatto, Vladimir Vladimirovic, non solo a me, ma alla Russia e al suo popolo».

 

FEDERICA MOGHERINI COME PUTINFEDERICA MOGHERINI COME PUTIN

La prossima udienza è fissata per il 5 settembre. La Russia si era dimenticata di Litvinenko, quando ha riconquistato la Crimea e poi si è presa un altro pezzo di Ucraina. Ma proprio la guerra in Ucraina ha messo in moto una serie di eventi che potrebbero finalmente risolvere il giallo del polonio radioattivo. E ricordare a Mosca il nome dell’oscuro ex-agente del Kgb sepolto accanto alla tomba di Marx, nel cimitero di Highgate, a Londra.