A CENA TRA DUE LETTA, IL “PUTTANIERE DI STATO” S’AMMANSISCE: IL GOVERNO VA AVANTI (FINO A SETTEMBRE)

Marco Galluzzo per "Il Corriere della Sera"

Nonostante tutto, nonostante le tensioni, le tre ore di una cena che conosce momenti di confronto molto franco, alla fine, poco dopo mezzanotte, passa un messaggio: sia per Letta che per il Pdl è stato «un colloquio cordiale e positivo».

C'era una volta Enrico Letta che guardava Berlusconi dalla finestra. Una delle associazioni dell'attuale premier, anni fa, era in piazza Grazioli, di fronte all'ingresso secondario della residenza romana del Cavaliere. Attorniato dai cronisti, questi si concedeva ai media praticamente in strada, quasi ogni settimana; Letta guardava dall'alto, da dietro i vetri, la scena un po' anomala.

Ieri sera, alle nove, nello studio di Palazzo Chigi, si è fermato per un attimo il tempo del governo, davanti a Letta si è accomodato l'uomo che continua a fare notizia, suo malgrado, più di altri, che dell'esecutivo detiene abbastanza quote per provocare una crisi, che è ancora attonito per la sentenza del caso Ruby, che si è appena riunito per tre ore con lo stato maggiore del Pdl per decidere che «non possiamo fare finta di niente, non possiamo restare appesi ad un filo sino a novembre».

Nel pomeriggio, Letta si è visto come un ciclista impegnato a scalare una montagna, ha disegnato nell'immaginario una falsa pianura per la fine dell'anno e infine una discesa nel 2014, ovvero «una maggiore flessibilità del bilancio pubblico», la speranza di una ripresa. Potrà il destino giudiziario di Berlusconi interrompere la corsa a tappe del capo del governo?

La cena di ieri sera, alla fine, è arrivata al dunque. Davanti ad un piatto di penne al sugo, Berlusconi, accompagnato da Angelino Alfano e dallo zio di Letta, Gianni, ha rinnovato la garanzia di un doppio binario, le sue vicende giudiziarie da un lato e la vita dell'esecutivo dall'altro («non farò mai nulla per farti cadere»), ha spronato l'inquilino di Palazzo Chigi ad avere «più coraggio» in Europa, ad essere meno guardingo con le riforme dell'Iva e dell'Imu, ma non ha nascosto l'imprevedibile che la sua vicenda processuale porta con sé.

Dell'imprevedibile si è discusso poche ore prima a Palazzo Grazioli. Berlusconi è ancora attonito, incredulo, provato per le modalità della condanna ricevuta dalla corte del Tribunale di Milano, ma condivide l'analisi politica prevalente, che ne è scaturita, almeno fra i suoi fedelissimi: il «dobbiamo» difenderti a tutti i costi è anche un «dovete difendermi» a tutti i costi. Anche perché convinto di un'equazione politica: quello che ritiene un tentativo di distruggerlo per via giudiziaria coinvolge il destino e la libertà di milioni di elettori che ancora lo seguono e lo votano.

Letta è uomo misurato, poco incline alle emozioni, non effervescente come il leader del Pdl. Prima dell'incontro dice ai suoi: «Sono sicuro che andrà bene, sono sereno». Mentre a Berlusconi ripete quello che ha già detto in pubblico: «Posso comprendere il tuo stato d'animo, ho apprezzato la tua reazione, ma devo continuare a governare cercando di mettere al riparo i prossimi provvedimenti da questo clima».

Fra un filetto di spigola e un assortimento di verdure il Cavaliere viene informato con i dettagli del decreto per l'occupazione che stamane il Cdm dovrebbe approvare, delle dinamiche che il premier si attende giovedì e venerdì a Bruxelles, dello stato dell'arte sulla revisione dell'Imu e lo slittamento dell'aumento dell'Iva, slittamento che sarà inserito anch'esso nel decreto. C'è l'accordo su un rinvio di tre mesi che potrebbe essere esteso fino a dicembre.

Un confronto utile ad entrambi, politico, ma che per il premier è rassicurante sino ad un certo punto: non c'è solo l'insoddisfazione di Berlusconi per un'azione di governo «poco coraggiosa», c'è soprattutto l'incognita processuale e dunque l'imponderabile. Ma alla fine è Letta a dirsi soddisfatto: «È andata bene, abbiamo parlato soprattutto di Europa e dei provvedimenti in arrivo».

 

 

ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONI SILVIO BERLUSCONI ENRICO LETTA ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONIENRICO CON LO ZIO GIANNI LETTAGianni Letta e Silvio Berlusconi alfano berlusconi